Vitamina D pro e contro
Per l'Airc la vitamina D è una "molecola chiave per la salute". Per l'Aifa interagisce con il "sistema immunitario esercitando un effetto immunomodulante", cioè è in grado di regolare il sistema immunitario. Appare chiara, dunque, l'importanza che la vitamina D riveste per il nostro organismo.
Una rilevanza che, nel periodo della pandemia da Coronavirus, ha conquistato l'attenzione delle persone, che hanno incominciato a assumerlo senza prescrizione medica nel tentativo di prevenire l'infezione. Su questo punto, però, il Ministero della Salute (con circolare del novembre 2020) è stato chiaro: "Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che la vitamina D giochi un ruolo nella protezione dall'infezione da nuovo coronavirus".
Quello che è certo è che la vitamina D è fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo. "E' uno steroide che viene chiamato vitamina e ha recettori su tutte le cellule dell'organismo. Quindi ha effetti molto importanti su tutto il nostro corpo", ha spiegato Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell'Università Federico II, alla quale abbiamo chiesto di rispondere a alcune domande sulla vitamina D e sui benefici che si ottengono assumendola. Partendo dal presupposto che sole e alimentazione sono sufficienti a garantire il giusto apporto al nostro corpo.
Cos'è la vitamina D e perché durante la pandemia il suo consumo è schizzato alle stelle?
Viene chiamata vitamina ma in realtà è un ormone, che ha un suo profilo che deriva dalla luce solare. Viene trasformato nel sottocute in un composto simile al colesterolo e che poi passa da fegato e reni per diventare calcitriolo, cioè l'ormone finale che ha un effetto predominante sul riassorbimento del calcio. Lo riassorbe dall'urina e dalle feci e fa in modo che il calcio si immetta nell'osso per renderlo più forte. Da qui l'idea che la vitamina D servisse sono per l'osteoporosi.
In realtà un effetto molto importante è venuto fuori durante la pandemia, perché la vitamina D regola il sistema immunitario in un modo complesso, sia di immunità cellulare che umorale. Cioè incide sulla formazione di anticorpi per quanto riguarda il riconoscimento delle cellule malate (da parte dei linfociti immunocompetenti) che servono a uccidere appunto le cellule malate.
C'è differenza, dunque, tra dire che la vitamina D aiuta a prevenire l'infezione da Covid e che la D curi l'infezione?
Al momento non ci sono prove che ci portino a dire che possiamo combattere il Covid attraverso l'assunzione della vitamina D. Anche perché quando c'è un'infezione pensare di combatterla con un composto naturale come la vitamina D è difficile. Ci vogliono gli antivirali. Diciamo che la vitamina D agisce preventivamente, possiamo dire che un coadiuvante. Rafforza il sistema immunitario in modo da evitare che le persone si possano ammalare. Ecco perché è importante che ognuno di noi conosca il proprio livello di vitamina D, facendo un dosaggio e nel caso ci sia una carenza allora in quel caso conviene prendere la vitamina D.
Meglio assumere Vitamina C (che è idrosolubile e quindi non si accumula nell'organismo) o vitamina D (liposolubile, quindi se consumata in eccesso può creare problemi perché si accumula)?
Sono entrambe indispensabili. Il fatto che la vitamina D sia un grasso, che si va a depositare nel tessuto adiposo, fa sì che le persone in sovrappeso o in obesità siano maggiormente carenti. Perché pur assumendone le giuste quantità lo "perdono". Il livello di supplementazione, dunque, cambia a seconda dell'età dei soggetti e della composizione corporea. Invece la vitamina C anche se noi la prendiamo viene utilizzata rapidamente dall'organismo e quasi tutta la supplementazione ha una "vita" brevissima.
Quindi quando è necessario ricorrere a un'integrazione al fabbisogno giornaliero?
Quando facendo il corretto dosaggio (attraverso un semplice esame del sangue) si riscontra che c'è una effettiva carenza. In questo caso il medico fornisce una terapia aggiuntiva.
Ci sono ulteriori benefici nell'assunzione di D?
Questa vitamina ha effetti calcemici, cioè riduce la sintesi del paratormone, che fa riassorbire l'osso per alzare la calcemia, l'ormone che interviene nell'omeostasi del calcio. Basti pensare che le funzioni organiche del nostro corpo come la motilità dell'intestino, la contrattilità cardiaca e la respirazione derivano dai canali del calcio. Dobbiamo avere un sistema che mantenga il calcio in equilibrio perfetto. E la vitamina D mantiene al calcio al giusto livello. Poi ha effetti non calcemici, meno conosciuti e più complessi, ma pur sempre importanti: regola la renina (mantiene la giusta pressione arteriosa), regola la glicemia, riduce l'impatto del diabete e mantiene una buona funzione cerebrale. Livelli ottimali di vitamina D sono associati a meno Parkinson e meno Alzheimer. E le malattie autoimmuni come Lupus, artrite, fibromialgia etc. sono meno frequenti nelle donne che hanno un buon tasso di vitamina D.
Quali sono i contro nell'assunzione di questa vitamina?
Non ci sono molti contro se si utilizza il precursore, il colecalciferolo, l'ormone che più utilizziamo, perché l'organismo utilizza solo la dose di cui ha bisogno. Più attenzione va tenuta utilizzando invece l'ormone finale, il calcitriolo, perché si può accumulare e può diventare tossico e dare calcificazioni topiche. Se esageriamo con le dosi può succedere, soprattutto nei soggetti dializzati. La tossicità si può, però, evitare facilmente se si fanno le misurazioni della calcemia.
E' vero che un sovradosaggio di vitamina D può portare a serie conseguenze per la salute?
Se si hanno reazioni come vomito, debolezza o altri effetti collaterali seri significa che si è superato ogni limite. In realtà il sovradosaggio è un fenomeno limitatissimo, relativo per lo più all'assunzione fai da te. Bisogna sapere bene come modulare la terapia prima di assumere vitamina D, quindi è opportuno consigliarsi con il proprio medico. Il fai da te porta a un alto rischio di sovradosaggio.