Uomo. Dalla Roma Antica ad oggi
IN BREVE:
SPQR una sigla dal profondo significato
Le gesta degli uomini della storia dell’Antica Roma
La figura dell’uomo romano e dell’uomo contemporaneo
L’abbigliamento del passato e quello moderno
Senàtus PopulùsQue Romànus (SPQR) una sigla che racchiude un profondo significato e che simboleggia l’insieme delle figure del popolo unitamente a quelle governative.
Parliamo dell’uomo romano, un uomo che vanta le gesta eroiche di virtude e di militia, le imprese gloriose e monumentali di architetture imperiture come il nome di colui che in alto portò il nome di Roma.
Di gesta e imprese ne è piena la storia, ne son pieni i libri e la nostra mente che, reduce da un caduco declino materiale, deve essere memore di circostanze e imposizioni ormai superate. Come l’effimero desiderio di voler narrare un viaggio, in egual modo ci incammineremo dentro una macchina del tempo che sia in grado di mettere in risalto le abissali differenze di vedute e di pensiero. Un sentiero tortuoso ove primeggia la figura maschile che, nella società romana, ne era capo indiscusso. Le vestizioni, gli indumenti e l’abbigliamento come processo evolutivo tra passato e contemporaneo che mostra vedute, usi e costumi differenti.
La figura dell’uomo nell’Antica Roma e nel mondo attuale
Usanze e costumi di un’epoca perduta i cui resti ci illustrano in che modo, nell’alternarsi dei giorni, le abitudini di un uomo romano fossero ben differenti da quelle degli uomini attuali.
Sono molteplici le testimonianze giunte sino a noi e redatte dai sommi poeti, filosofi e scrittori di quel tempo che, oltre a decantare l’imperatore ed encomiare il suo operato, illustravano in modo peculiare la vita in epoca romana (e non solo).
Ovidio, Svetonio e Virgilio hanno lasciato numerosi scritti in merito, relativi anche al tipo di abbigliamento utilizzato dagli uomini. A tal proposito, appare doveroso precisare che vi erano due tipologie di indumenti indossati dagli uomini: gli indumenta (sia di giorno che di notte) e gli amictus (solo di giorno).
Nel primo caso, è facile denotare l’uso del subligaculum o licium, una sorta di perizoma in lino annodato alla vita, sopra il quale l’uomo era solito indossare la toga o la tunica con un paio di pezzi di stoffa cuciti tra loro. Tale usanza era differente a seconda dell’epoca in cui si viveva, in quanto in età imperiale i romani indossavano persino due tuniche che erano suddivise in una intima e una esterna. Da qui emersero numerose curiosità. Ne è un esempio il racconto di Svetonio su Augusto che, particolarmente freddoloso, era solito indossare ben quattro tuniche, oltre a una camicia, una maglia di lana e delle fasce attorno alle cosce e alle gambe. Il cappello era un elemento indispensabile, in quanto non riusciva a sopportare il sole nemmeno nei mesi in cui il freddo era più pungente.
Inoltre, dapprima le tuniche si presentavano con maniche corte che si allungarono sino ai polsi solo nella tarda antichità. Diffuso anche l’uso dei guanti.
Nel mondo attuale, gli uomini contemporanei utilizzano una tipologia di abbigliamento totalmente differente. Ovviamente, la comodità di un pantalone o un jeans permette loro di restare comodi anche sul posto di lavoro, risultando al contempo casual o sportivo (a seconda dell’evenienza).
Il ‘must have’ potrebbe essere rappresentato dalla camicia che, a seconda della preferenza o dell’evento, rende l’uomo più signorile ed elegante, in particolar modo se parliamo di una camicia a manica lunga realizzata con un tessuto maggiormente ricercato. Anche nel mondo contemporaneo è consentito l’uso del cappello che può tradursi in un semplice basco che arricchisce esteticamente la figura maschile. Le scarpe sono un elemento fondamentale che possono far denotare classe ed eleganza o sportività. Un altro elemento spesso utilizzato dall’uomo è rappresentato dagli occhiali da sole che possono essere classificati come ‘ornamento’ estetico o come protezione dai raggi solari.
Usi e costumi differenti che denotano l’essenza dell’uomo contemporaneo e del passato.
La toga come segno di supremazia e signorilità?
Un altro fattore importante in epoca romana era rappresentato dalla toga che, come possiamo facilmente immaginare, viene descritto come un lungo mantello che si faceva cadere sul braccio sinistro. Occorre sapere che l’uso della toga era consentito solo ai cittadini romani di sesso maschile, ne erano esclusi gli schiavi e schiavi o colui che era stato condannato all’esilio, il quale perdeva il diritto a indossarla (ius togae).
Difatti, come scrisse Ovidio:’Romanos rerum dominos,gentemque togatam’ ovvero ‘I romani signori del mondo, popolo togato’. Una frase che determina una certa condizione che vedeva privilegiare la cittadinanza romana, la quale possedeva il diritto a indossare la toga, mentre le autorità avevano il compito di vigilare gli stranieri affinché non la indossassero.
Infine, veniva onorato anche un solenne passaggio in occasione della festa di Bacco, ove le famiglie dei ceti più agiati celebravano il passaggio del giovanetto che si svestiva della sua toga praetexta orlata da un nastro purpureo e acquisiva il diritto di indossare la bianca toga virilis.
Un momento importante che circoscriveva e inseriva il giovane nella società romana.
‘Per aspera sic itur ad astra’