Un corto per raccontare l’angioedema ereditario
Si intitola Tutto il tempo del mondo il cortometraggio con Enzo Miccio che racconta l'angioedema ereditario. Avevamo incontrato il famoso wedding planner qualche anno fa, in occasione delle feste natalizie e non è una sorpresa ritrovarlo nelle vesti piuttosto inedite di attore per una così nobile causa.
Il cortometraggio, diretto da Daniele Barbiero, vede Miccio nei panni di sé stesso, alle prese con un cliente piuttosto esigente. Mosso dalla necessità di esaudire e stupire le richieste del cliente, il wedding planner coinvolge la sua amica Chiara (Chiara Tomei) chiedendole di interpretare una sposina impegnata in un viaggio on the road tra gli atelier di abiti da sposa italiani. Interviene nella conversazione Gaetano (Ivan Boragine) che prenderà parte al loro viaggio da Milano a Roma con la promessa di offrire loro una vera storia da raccontare.
Il corto, che da oggi trovate su www.destinazioneposso.it e che presto intraprenderà il suo viaggio per le vie di Festival ad hoc, è il fulcro della campagna "Destinazione Posso – Il mio viaggio con l'angioedema ereditario", promossa da Takeda con il patrocinio di A.A.E.E. – Associazione volontaria per l'angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema, ITACA – Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema e UNIAMO – Federazione Italiana Malattie rare.
L'angioedema ereditario (HAE) è una rara malattia ereditaria, caratterizzata dalla comparsa di gonfiori (edemi) della cute, delle mucose e degli organi interni, che possono essere anche fatali in alcuni casi. L’angioedema ereditario è una patologia genetica dovuta a deficit o malfunzionamento dell’inibitore di C1, una delle proteine che fanno parte del sistema immunitario. I sintomi insorgono di norma durante l’infanzia o l’adolescenza. Gaetano, uno dei protagonisti del cortometraggio, racconta a Enzo e Chiara di soffrire di questa patologia e, nonostante ciò, di aver continuato a coltivare il sogno di diventare un attore. Il tono della narrazione rimane leggero pur sensibilizzando lo spettatore su un tema poco conosciuto. Lo scopo principe è proprio quello di offrire una narrazione che infonda positività in chi ne soffre o sia vicino ai pazienti. L'imprevedibilità dell'angioedema, infatti, porta i pazienti a vivere in uno stato d'ansia perenne, che sospende il futuro e ne minaccia il benessere psichico.