Quando a cambiare non è solo il look: 5 makeover iconici del grande schermo
La fiaba del brutto anatroccolo ha visto, grazie al cinema, migliaia di adattamenti. Alcuni cambi di look dei film diventati iconici sono andati ben oltre l’aspetto estetico. Dagli anni Sessanta ai Duemila, scopriamo i migliori makeover!
In breve
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I makeover iconici dei film:da Bridget Jones a Jessica Rabbit.
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Cambiare look, per le nostre protagoniste, è la spinta per affermare la propria identità
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Da Audrey Hepburn a Anne Hathaway, i personaggi dei film che ci hanno fatto sognare.
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La Selina di Michelle Pfeiffer: un'antieroina in tuta di lattice.
La magia del cinema, si sa, tutto può. È anche per questo che amiamo sognare davanti al grande schermo. Chissà quanti di noi si sono identificati nell’incantesimo per eccellenza: una protagonista che, da ‘bruco’, si trasforma in un’abbagliante e sinuosa farfalla.
I makeover cinematografici sono moltissimi; pensate al cliché della 'sfigata’ della scuola che, sciolti i capelli e rimossi gli occhialoni da vista, improvvisamente somiglia a una fotomodella. Vi verranno in mente decine di esempi. Alcuni cambi di look dei film sono diventati iconici grazie al carisma e alla simpatia del personaggio, ma attenzione! Non si tratta esclusivamente di liceali impacciate. L’insicurezza e la goffaggine spesso sopravvivono all’adolescenza e perseguitano anche donne adulte, ansiosamente in cerca del modo giusto per esprimere se stesse.
Scopriamo insieme le memorabili Bridget Jones che, grazie a qualche consiglio e tanta tenacia, diventano delle aspiranti Jessica Rabbit.
1) La stracciona: Eliza Dolittle (My Fair Lady, 1964)
Una fioraia londinese piuttosto rozza diventa una dama pronta a debuttare nell’alta società grazie al suo pigmalione, il professor Higgins. Il celebre film di George Cukor, premiato con una cascata di Oscar, mette in scena una delle metamorfosi più affascinanti della storia della settima arte. Eliza, che ha il volto della meravigliosa Audrey Hepburn, ci insegna che per cambiare non basta darsi una bella lavata e indossare abiti raffinati; la ragazza lavora sodo anche sulla sua pessima dizione e sui suoi modi rustici, sfidando la sorte e uscendone a testa alta.
2) La sciatta in carriera: Andy Sachs (Il Diavolo veste Prada, 2006)
La neolaureata Andy (Anne Hathaway) trova lavoro nell’entourage della tirannica Miranda Priestly, guru della moda e donna spietata. La giovane è un pesce fuor d’acqua: ha un look distratto, fatto di stivali di gomma e sformati maglioncini cerulei, che attira le frecciatine di Miranda. Tuttavia il suo guardaroba si riempirà presto di capi firmati, in tono con il dress code dell’ufficio. Questa rivoluzione travolge anche la personalità della protagonista, che si accorgerà giusto in tempo di somigliare sempre più al suo odioso capo. L'esperienza la renderà più sicura delle proprie capacità, che capirà di poter dimostrare anche senza omologare il proprio aspetto.
3) La figlia devota: Toula Portokalos (Il mio grosso grasso matrimonio greco, 2002)
Continuiamo con un’altra trasformazione superficiale solo in apparenza. Toula (Nia Vardalos) è la figlia dimessa di un’eccentrica coppia di greci emigrati in America con chiassosa e ingombrante famiglia al seguito. La sua prospettiva più esaltante è lavorare nel ristorante di famiglia, a Chicago, in attesa di un matrimonio combinato. Ma Toula spariglia le carte e boicotta il patriarcato grazie a un nuovo e frizzante look ma, soprattutto, attraverso un’istruzione che le consenta di emanciparsi. Una volta affermata la propria identità di donna, Toula sarà pronta ad accogliere nella sua vita anche l’amore. Il resto è leggenda!
4) La gatta (tutt’altro che) morta: Selina Kyle (Batman – Il ritorno, 1992)
Tim Burton, nel sequel del suo Batman, ci regala un ritratto femminile difficile da dimenticare, soprattutto grazie alla magnetica performance di una sensualissima Michelle Pfeiffer. Selina, segretaria dai capelli crespi e dalla vita infelice, sopravvive al tentativo del suo capo di ucciderla e rinasce, letteralmente, come Catwoman. L’antieroina in tuta di lattice nero rappresenta tutto ciò che Selina non ha mai avuto il coraggio di essere: spregiudicata, coraggiosa, eccitante. Anche in questo caso, il suo cambiamento non coinvolge solo l’estetica, ma si sviluppa a un livello molto più profondo, dando sfogo a insospettabili velleità di una donna apparentemente insignificante.
5) La reginetta del ballo: Mia Thermopolis (Pretty Princess, 2001)
Chiudiamo con la più classica delle fiabe, che vede protagonista, ancora una volta, Anne Hathaway. Mia, cespugliosa quindicenne dagli occhiali spessi, scopre di essere l'erede al trono del piccolo principato europeo di Genovia. Sua nonna, la severa Regina Clarisse Renaldi (Julie Andrews), le insegnerà a comportarsi – e ad apparire - da vera principessa. Ecco che la chioma selvaggia lascia il posto a una lucente messa in piega e le folte sopracciglia si assottigliano, incorniciando uno sguardo valorizzato da un make-up leggero. Di punto in bianco le ragazze popolari vogliono essere sue amiche e il belloccio per cui ha una cotta si accorge della sua esistenza. Mia imparerà a sue spese a distinguere l'affetto autentico e disinteressato dall’opportunismo e dall’ipocrisia.
Questa breve carrellata di icone di stile ha dimostrato che un repentino cambio di look non si limita mai al fattore estetico, ma rappresenta la spinta decisiva per far emergere desideri e obiettivi. Si tratti di una rivalsa professionale o dell’audacia di affermare la propria identità. La nostra top 5, però, è un gremito gineceo. Dunque il makeover è peculiarità femminile? Netflix la pensa diversamente: sulla piattaforma, dal 27 agosto, è disponibile la commedia romantica He’s all that, reboot del classico per adolescenti Kiss Me (1999), in cui sarà una giovane influencer a trasformare il nerd della scuola nel re del ballo.