Chirurgia Plastica

Rinoplastica di revisione Roma – Dr.ssa Daniela Ricciardi

In Breve


• Rinoplastica di revisione: a Roma la dr.ssa Daniela Ricciardi parla della rioperazione del naso
• La rinoplastica di revisione interviene per risolvere le problematiche funzionali ed estetiche create da precedenti interventi di rinoplastica
• Quando si parla di chirurgia plastica del volto, l’estetica è imprescindibile dalla funzionalità
• La foto e una tac prima dell’operazione salvano il paziente da possibili controversie post-operatorie

Dr.ssa Daniela Ricciardi

Rinoplastica di revisione: paura di una seconda operazione al naso quando il primo intervento è andato male

Capita di imbattersi nel racconto di pazienti scontenti di un’operazione di Chirurgia Estetica e, purtroppo, alcuni riportano dei danni a cui non sempre si è in grado di rimediare. In un precedente articolo avevamo parlato di Sara che per più di vent’anni non è riuscita a farsi fotografare o a guardarsi con gioia allo specchio a causa di una rinoplastica sbagliata.
Abbiamo incontrato la dr.ssa Daniela Ricciardi, Chirurgo Maxillo Facciale, che ci ha parlato del caso di Margherita che per ben due volte si è sottoposta ad un intervento al naso riportando danni estetici e funzionali. «Sì, perché la chirurgia al volto è principalmente funzionale – afferma la dr.ssa Ricciardi - solo successivamente le si associa anche l’estetica quindi, in riferimento al volto, parlerei di Chirurgia Plastica Funzionale».
Più volte nel corso dell’intervista, la dottoressa ha ribadito che non si può migliorare l’estetica a danno della funzione, rischio a cui si va incontro nella chirurgia del naso. Per correggere una rinoplastica andata male, dunque, si ricorre alla rinoplastica di revisione per cui il miglior chirurgo è colui che tiene conto di parametri specifici di cui la dr.ssa Ricciardi non ha fatto mistero.

Che cos’è la rinoplastica di revisione?

«È la chirurgia che si occupa di riparare e rimediare ai danni fatti da una rinoplastica precedente mal riuscita. Viene anche definita rinoplastica secondaria, ma può essere anche terziaria o quaternaria laddove il paziente si sia sottoposto a più di un intervento nel tentativo di rimediare al danno fatto in origine. È difficile che il paziente respiri bene dopo un intervento errato. Spesso non se ne rende conto ma in sede di visita si riscontrano problematiche respiratorie nel 90% dei casi di rinoplastica errata. Io parlo di setto-rinoplastica perché l’intervento sul setto, che è funzionale alla respirazione, è previsto dalla rinoplastica».

Ci parli di un caso specifico

«Una mia paziente, Margherita, è stata operata due volte in Toscana. La prima volta si è rivolta al chirurgo perché non respirava bene a causa di una deviazione del setto. Si trattava di un intervento esclusivamente funzionale al termine del quale non solo la respirazione non migliorava, ma la paziente notava un difetto estetico che prima non aveva. La paziente si è quindi sottoposta ad un secondo intervento con lo stesso chirurgo, ed anche in quel caso ne è risultato un peggioramento complessivo sui piani estetico e funzionale. Prima di arrivare a me grazie ad un’amica in comune, molti colleghi si sono pronunciati a sfavore di un terzo intervento definendo impossibile la soluzione al problema».

Il chirurgo che l’ha operata due volte come ha risposto?

«Ha negato l’evidenza, dicendo che non c’era alcun peggioramento»

Come si può negare l’evidenza, non ci sono dei dati oggettivi?

«Purtroppo non tutti i colleghi documentano l’intervento fotografando il paziente prima e dopo»

Quindi cosa si può consigliare ai pazienti?

«Di richiedere sempre di fare le foto prima dell’intervento ed averne una copia. La parte estetica può essere monitorata in questo modo mentre per la funzionale si può fare un paragone solo con la tac. La tac è un documento difficilmente contestabile, se questa dimostra il sopraggiungere di una deviazione del setto importante, è difficile che il chirurgo possa negarlo. Diverso è il caso dell’estetica, più soggettiva, perché in assenza di documentazione fotografica il chirurgo può rispondere che non avrebbe potuto fare di meglio. Io chiedo sempre ai pazienti di fare una tac prima di sottoporsi all’intervento di setto-rinoplastica. Questo esame permette al chirurgo di vedere quanto la deviazione del setto sia profonda dando un’importante informazione clinica, al paziente di avere tutela futura nei controlli post-operatori»

C’è sempre una soluzione?

«La soluzione si trova sempre perché noi chirurghi conosciamo molto bene le tecniche ricostruttive. Queste ci consentono di utilizzate materiali autologhi, quindi cartilagine propria del paziente, che può essere prelevata da una parte residua di setto, dalla conca auricolare, o dalla costa (in genere tra la V e la VI costa). Con questo materiale si ricostruisce l’impalcatura su cui poggia tutto il tessuto molle del naso. Nel caso di Margherita, partendo dal setto rimanente sono riuscita a ricostruire il naso.

Oltre alle qualifiche espresse nel curriculum, da cosa si riconosce un bravo chirurgo?

«La prima visita deve essere molto accurata. Io ascolto innanzitutto le necessità del paziente, poi faccio le foto ed insieme commentiamo una proiezione di quello che sarà il risultato. Ho un programma e photoshop che mi permettono di farlo. La tecnologia aiuta ad entrare in sintonia con il paziente ed a renderlo più consapevole».


Articolo di Teresa Peccerillo