Chirurgia Plastica

Rimedio Fianchi ad Ali di Farfalla Roma -
Dr.ssa Francesca Mazzeo

In Breve


• Fianchi ad ali di farfalla: il rimedio della dr.ssa Francesca Mazzeo si chiama Butterfly Shape Fat, una liposcultura studiata appositamente per eliminare il grasso ad ali di farfalla
• La causa dei fianchi ad ali di farfalla è l’uso di pantaloni a vita bassa
• La liposcultura prevede il rimodellamento dei fianchi e della zona lombare
• Non ci sono rischi ed il costo è variabile

Dr.ssa Francesca Mazzeo

Butterfly Shape Fat: Addio al grasso sui fianchi in un battito d’ali!

Pantaloni a vita bassa e ombelico in mostra erano un must nei primi anni duemila e, sebbene le magliette siano tornate presto a lunghezze più pudiche, i pantaloni sono rimasti a lungo con il girovita ad altezza del pube. Sebbene sia difficile da credere, la moda segna i nostri corpi molto più di quanto ce ne accorgiamo. Un tempo c’erano bustini strettissimi a dar forma a un vitino di vespa, poi body e pancere hanno disegnato le forme delle Pin Up che ancor oggi decorano oggetti vintage.
Quindi si può affermare che l’uso di jeans molto stretti sotto i fianchi possa aver contribuito a modificare la forma del corpo di molte donne? Certamente. La dr.ssa Francesca Mazzeo, Chirurgo Plastico, ha studiato un efficace intervento di rimodellamento corpo proprio per far fronte alle richieste di molte pazienti che lamentavano una conformazione dei fianchi poco soddisfacente, definita “fianchi ad ali di farfalla” o “fianchi a violino”. Per molte di loro la causa è stata riscontrata proprio nella predilezione per pantaloni a vita molto bassa e stretti che hanno spinto un progressivo accumulo di grasso nella parte alta dei fianchi. L’intervento della dottoressa è denominato Butterfly Shape Fat.

A cosa si riferisce questo nome?

«“Grasso ad Ali di Farfalla” allude alla conformazione dei fianchi laddove ci sia un accumulo adiposo ad altezza lombare e sui fianchi, disegnando un profilo simile alle ali della farfalla, tipico in soggetti abituati ad indossare pantaloni a vita bassa. Un indumento a lungo andare può favorire alcuni inestetismi come in questo caso e spingere il grasso a posizionarsi in una particolare zona piuttosto che in un’altra. È il motivo per cui si indossano guaine post-operatorie ad esempio dopo la liposuzione».

E lei come lo risolve?

«Con una microliposcultura ambulatoriale in anestesia locale, un intervento che dura circa un’ora. Ovviamente prima si fa una visita molto accurata in cui si stabilisce anche se intervenire su altri distretti corporei».

È doloroso?

«Con l’anestesia locale si può avvertire giusto il pizzicore. Il paziente può tornare a casa subito dopo l’intervento».

Perché liposcultura e non liposuzione?

«Liposuzione indica proprio la tecnica di aspirazione del grasso, mentre Liposcultura è l’intera procedura. Si parte con una visita molto accurata in cui si studia la conformazione del paziente, per stabilire dove togliere il grasso in eccesso ma anche in quali zone reimmetterlo per dare armonia alle forme del corpo».

Rischi?

«Di fronte ad un paziente con anamnesi negativa per patologie e allergie, che non assume particolari tipi di farmaci, non si riscontrano rischi importanti. Il solo rischio riguarda aspettative troppo elevate; compito del chirurgo è indagare fin dove si può arrivare e discuterne prima di intervenire. Il risultato è visibile già alla fine dell’intervento ma si deve attendere circa un mese per la scomparsa dell’edema post-operatorio. Il risultato definitivo è visibile a partire dal sesto mese»

Quanto costa?

«A seconda dei casi i costi possono variare da un minimo di 800 ad un massimo di 6000 euro».

Che riconoscimenti ha avuto per questo?

«Il Beauty Trophy, un premio internazionale che mi è stato insignito per due anni consecutivi, 2014 e 2015».


Articolo di Teresa Peccerillo