Intervista al fotografo Carmine La Fratta: ‘Nelle mie foto ritraggo la Bellezza delle nostre origini’
IN BREVE:
- Le radici dell’albero, i frutti e la vita del mondo
- La Bellezza donata ai comuni mortali
- La perfezione è la culla dell’umanità
- Il perfetto connubio immortalato nelle diapositive di Carmine La Fratta
- Il messaggio simbolico celato nelle sue diapositive
- Il profondo significato dell’amore e del rispetto verso la nostra terra
- La frase simbolica di Lilli Maggi
- Le interviste
- Conclusioni
Le radici di un albero rappresentano il fulcro principale dal quale nasce lo stesso arbusto e quindi: la sua storia, le sue origini e ciò che lo sorregge. In egual modo, quelle stesse radici affondano nel terreno di una terra che, seppur martoriata, ha concepito dei frutti meravigliosi, i suoi figli che s’incamminano lungo i viali che odorano d’erba fresca, tra la risacca del mare e il dolce suono delle onde che s’infrangono sugli scogli. Un dipinto creato dalla mano celestiale e da quella di Madre Natura che hanno illustrato la Bellezza e la perfezione donate a noi comuni mortali e dai quali dovremmo trarre insegnamento e cogliere l’essenza di tale magnificenza. D’altronde, questa Bellezza e questa semplicità sono la culla della nostra vita e c’è chi, con sapienza e con l’amore nel cuore, è riuscito a immortalare i tratti caratteristici di questo perfetto connubio attraverso delle diapositive colme di emozioni, colori e naturalezza.
La chiave che smuove tali prospettive è, chiaramente, l’amore e, molto probabilmente, anche la gratitudine nei confronti di chi ospita la sabbia della nostra clessidra chiamata ‘vita’. Un caldo abbraccio che non ci abbandona mai, perché la natura è ciò che ci fa vivere, ciò che ci circonda e ciò da cui nasciamo proprio come vuole trasmettere il celebre fotografo Carmine La Fratta attraverso una serie di scatti che non solo mostrano la sua immensa bravura, ma mettono in risalto ciò che spesso continuiamo a dare per scontato e di cui, invece, dovremmo essere profondamente innamorati.
La nostra terra è la nostra vita, la nostra anima e le radici della nostra esistenza che si tramanda di generazione in generazione.
‘Dagli olivi che radano le rive, note spumose s’impaludano nei tronchi, mentre pesci dal ventre squamoso tatuano la terra’ Lilli Maggi.
Le interviste
Carmine La Fratta, qual è il significato che si cela dietro il titolo della sua mostra ‘Amare Terra’?
‘Significa semplicemente ciò che io provo per la mia terra. Amo questa terra, sono nato qui e non riesco a staccarmi’
C’è qualche correlazione con il titolo della canzone di Modugno ‘Amara Terra Mia’?
‘Nessuna, anche se quella di Modugno è una bellissima canzone e fa parte della storia della musica italiana; però, si tratta di una canzone triste perché dice: ‘Io ti sto lasciando, vado via’. Io, invece, voglio fare l’inverso; difatti, voglio dire: ‘Venite a vedere questa terra’, anche perché io ne sono innamorato’
Qual è l’immagine più ricorrente nelle sue foto o cos’è che la colpisce maggiormente quando scatta una diapositiva?
‘Io sono innamorato della gente, della provincia, dei paesi, di tutto ciò che è umano, sociale. Poi, mi piace molto andare nei particolari delle persone, io la chiamerei ‘fotografia sociale’: fotografare la gente, soprattutto quella della provincia che è ancora rimasta pura’
In che modo riesce ad accostare delle immagini difficili da mettere insieme come: l’olivo, il mare e (come mostrato in una foto) una Donna che sta sorreggendo il tronco di un albero?
‘Lì ho voluto mandare un messaggio unendo l’olivo e il mare. Nello specifico, a volte capita di vedere degli scogli anche sotto gli alberi che indicano che, secoli addietro, vi era il mare in quella zona. Inoltre, l’olivo assieme al carrubo sono le piante della Bibbia, cioè sono le nostre origini come anche il mare. Quindi, il mare e l’olivo rappresentano pienamente le nostre origini e la nostra storia - Il simbolismo pugliese a tutti gli effetti - Assolutamente sì’
In un’altra sua diapositiva, si può facilmente scorgere la presenza di un ritratto di Donna che sembra essere stato intagliato nel tronco di un olivo. Qual è il messaggio che vuole mandare con quello scatto?
‘Parto con il dire che io sono molto appassionato di teatro, ho fatto moltissimo teatro come fotografo di scene. Quella è una delle tante foto di teatro che, poi, mi son servite per assemblare e far comprendere il messaggio che volevo far arrivare. In poche parole, noi al Sud viviamo principalmente di sguardi, perché con uno sguardo si riesce a dire tutto’
Quindi, oltre alla natura, lei è innamorato anche dei volti e, quindi, del figurativo?
‘Sì. Sono nato come fotografo di teatro, appassionato di teatro e musica e che, al momento, ho un po’ abbandonato’
C’è un messaggio o un monito che vorrebbe mandare ai ragazzi che vorrebbero approcciarsi alla fotografia?
‘Oggi i ragazzi vivono di fotografie. Oggi la fotografia non è morta, ma vive - Tranne per i selfie - Ma anche i selfie sono utili, il problema è che bisognerebbe trasmettere ai ragazzi l’importanza di stampare e portare su carta ogni foto che scattano. Difatti, basta riflettere sul fatto che a breve, noi, non avremo più gli archivi proprio come diceva Piero Angela: ‘Ci stiamo accingendo a entrare in un nuovo Medioevo’ perché non avremo archivi. A mio avviso, dovrebbe ritornare la carta (in tutti i settori, poiché è utilissimo avere dei riferimenti cartacei); inoltre, una foto su carta ti induce alla riflessione, cosa che non accade quando la guardi sul telefonino. Il telefono, ormai, è il futuro, è la nuova macchina fotografica, tant’è che quando pubblicizzano un telefono mettono in risalto la qualità delle foto e dei video’
Rapporterebbe la Bellezza al ricordo su carta stampata?
‘Assolutamente sì - C’è altro che vorrebbe aggiungere? - Sì, una riflessione che ho fatto proprio in questo momento. Queste foto non sono proprio recenti (sono state esposte a Roma e in altre città), però il fatto che questi olivi escano dal mare, mi ha portato al film di Parthenope perché lei nasce dal mare - Quindi, in qualche modo, è emersa una correlazione - Sì (conclude sorridendo, ndr.)’
Cinzia, qual è il tema di questa mostra? Cosa riescono a comunicare queste foto?
‘Il tema di questa mostra coglie le due anime della nostra terra che sono, appunto, incarnate dagli olivi che rappresentano la parte della terra e sono onnipresenti, oltre al mare che la terra abbraccia e che si fonde con gli olivi. Tanti soggetti si sovrappongono e lì subentra il talento dell’artista perché la foto non è uno scatto, non è solo trovare la luce giusta, ma è stringere l’obiettivo o allargarlo per accogliere ciò che sta osservando’
Vorresti descrivere un’immagine in particolare?
‘Sì. Osservando quella foto (indica la foto che ritrae le radici di un olivo e dei tentacoli, ndr.), è facile notare che si tratta di due immagini: le radici dell’olivo e dei tentacoli. Ora, guardandoli con attenzione, come si può non affermare che sembrano essere la stessa cosa, ma con colori diversi?! Però, a noi che la guardiamo, risulta evidente in maniera immediata; invece, bisognerebbe immedesimarsi nell’artista che aveva dinanzi a sé l’immagine di un olivo (di grandi dimensioni) sul quale ha saputo stringere il suo sguardo sulle radici e che, poi, è andato a cercare nelle immagini dei tentacoli per sovrapporle, per accostarle, per rendere immediatamente visibile l’affinità. L’anima unica che si manifesta in due realtà diverse.
Vi sono altre foto dove sono presenti le figure umane che si fondono, come quella che presenta un bellissimo volto giovanile o un’altra in cui non si riesce a comprendere se il volto umano (quello del contadino) con la pelle imita, si mimetizza o se, al contrario, è l’albero che cerca di presentarsi in una maniera familiare e atteggia la sua corteccia a un volto in modo da avvicinarsi e rendersi più familiare - Vi è anche un bellissimo gioco di sfumature che permette a entrambe le figure di riprendere l’uno il colore dell’altro - Questi sono quadri, perché non è la classica fotografia. C’è uno spirito d’artista e la scelta del titolo della mostra è molto bella, perché l’ha intitolata ‘Amare Terra’ non ‘Amara Terra’ perché non c’è niente di amaro in queste foto’
Difatti, può far sembrare che ci sia una correlazione con la canzone di Modugno.
‘Infatti, ma questo è amare. È il verbo, è un inno a questa terra, un invito ad amarla che gioca anche sulla parola ‘Amare’ che contiene a parola ‘mare’ onnipresente in tutti gli scatti’
A proposito di amare, il fatto che La Fratta sia riuscito a riprendere i colori di questa meravigliosa terra, significa anche dar risalto anche alla Bellezza che è propria della natura attraverso le sfumature di colore di ciò che ci offre, appunto, Madre Natura.
‘Senza dubbio la Bellezza è in tutti gli scatti e queste sono tutte foto colorate, anche se, in alcuni scatti, ho visto un amore per il bianco e nero. Ve ne sono diverse che giocano sulle sfumature del bianco e nero - Creano una grande suggestione - È una mostra davvero suggestiva - C’è tanta emotività - Sì, c’è tanta emozione ed è la differenza tra quello che facciamo noi quando scattiamo una foto e quello che ci ha mostrato La Fratta in questa mostra’
‘C’è una cosa che deve contenere la fotografia, l’umanità del momento’ Robert Frank.