Intervista a Samanta Togni
Intervista a Samanta Togni: “La danza come linfa e la bellezza come modo di essere”
In breve
- Intervista a Samanta Togni, la sua passione per la danza e la carriera fino a Ballando con le stelle
- Samanta Togni, i social e il fisico, tutto sul rapporto con la propria immagine
- Che cos'è la bellezza per Samanta Togni

Abbiamo incontrato Samanta Togni, volto iconico della trasmissione Ballando con le Stelle, programma che ha segnato in modo indelebile la sua carriera televisiva.
Frizzante, autentica e appassionata, Samanta racconta come la danza, fin dall’infanzia, sia sempre stata un percorso di “predestinazione”. È proprio nel suo libro Ho imparato a camminare danzando che si trova la sintesi di una vita vissuta al ritmo dell’autenticità, il suo vero metronomo interiore.
L’incontro con Fabrizio Frizzi è stato per lei un momento decisivo, una fonte di ispirazione nella sua semplicità (non riesce a trattenere l’emozione ricordandolo).
Samanta dimostra una grande poliedricità nel suo modo di vivere l’arte, affrontando nuove sfide come la trasmissione Amarsi un po’, in onda su La7, dedicata al mondo del benessere — perfettamente in linea con il nostro focus editoriale.
Per lei, la bellezza è un modo di essere e di vivere, non un canone estetico imposto. In una società che ha costruito una realtà distorta sull’omologazione dell’immagine, Samanta difende un’idea di bellezza più profonda, fatta di equilibrio e autenticità.
Sulla chirurgia estetica, è chiara: “Sì, ma solo se conservativa”.
Non si nasconde neppure quando parla del periodo più difficile della sua vita, quando, a causa di problemi alimentari, il suo peso è sceso fino a 44 kg. Un’esperienza dolorosa che le ha fatto comprendere quanto, nel mondo della danza, sia facile perdere il controllo del proprio corpo.
E sui talent show, Samanta è schietta: oggi si rischia di bruciare i talenti nella ricerca della performance immediata. “Entrare è facile, restare è la vera sfida.”
Per il futuro, sogna ancora la danza, ma con un occhio aperto alle nuove opportunità di conduzione televisiva che la vita vorrà offrirle.
Come è iniziata la tua carriera artistica?
Sono nata in una famiglia di ballerini. Credo di aver iniziato a camminare e ballare praticamente nello stesso momento. Era un percorso già scritto, e ho avuto la grande fortuna di trasformare una passione nel mio lavoro.
Qual è stato il tuo primo approccio al mondo del lavoro?
Ho iniziato giovanissima, insegnando danza. Poi è arrivata la televisione, con Ballando con le Stelle, vent’anni fa, accanto a Fabrizio Frizzi. Un’esperienza che è andata avanti per ben 14 anni.
Hai avuto un maestro che ti ha ispirato?
Ho incontrato tante persone che mi hanno accompagnata nel percorso, quindi non posso citarne una sola. Crescendo, ho cercato di ampliare i miei orizzonti, passando dal ballo ad altre forme di comunicazione.
Sicuramente Fabrizio Frizzi è stato per me una figura molto importante, umanamente e professionalmente.
Conduci una trasmissione sul benessere. Come definiresti la bellezza?
Sì, da qualche anno conduco Amarsi un po’ su La7, e mi confronto quotidianamente con il mondo del benessere.
Per me la bellezza è uno stato, un modo di essere, un equilibrio che si raggiunge con il tempo: equilibrio tra ciò che sei e ciò che vorresti essere.
Oggi la bellezza è spesso vittima dell’omologazione dell’immagine, ma io credo nella diversità e nell’armonia interiore.
Come è cambiata la televisione in questi anni?
È cambiata moltissimo. Un tempo c’era la gavetta, la formazione, l’attesa. Oggi tutto è più immediato, ma anche più effimero.
C’è stato un periodo in cui sei dimagrita fino a pesare 44 kg. Come hai vissuto quel momento?
L’ho vissuto molto male. Ha avuto un impatto forte sul mio lavoro di ballerina: ero alla ricerca di una magrezza di cui neppure mi accorgevo.
Fortunatamente, con consapevolezza e aiuto, sono riuscita a uscirne. È stata una lezione di vita che mi ha resa più forte.
Riguardo all’omologazione della bellezza, cosa ti senti di dire alle nuove generazioni che si ispirano ai social e agli influencer?
La società ci ha spinti in questa direzione. I social ci propongono modelli ai quali uniformarci, ma il segreto è vivere con serenità e consapevolezza.
Non sono contraria alla chirurgia estetica, ma deve essere conservativa, non trasformativa.
La famiglia ha un ruolo fondamentale, così come la responsabilità del chirurgo, che deve saper dire di no di fronte a richieste infondate o dettate solo dal desiderio di somigliare a qualcun altro.
Non dobbiamo mai perdere la nostra unicità.
Se pensiamo alle top model degli anni 2000, non esisteva la perfezione: esisteva il carisma. Bisogna imparare ad accettarsi.
Cosa pensi dei talent show?
Il problema principale è la ricerca della performance immediata. Si rischia di bruciare i talenti, perché non c’è più un tempo “fisiologico” per crescere.
Chi vuole intraprendere questa carriera deve sapere cadere e rialzarsi cento volte. È l’unico modo per restare.
Progetti futuri?
Ci sono nuovi progetti in ambito televisivo, ma è ancora prematuro parlarne. Sicuramente continuerò a seguire la stella della danza, che da sempre illumina il mio cammino.
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