Intervista a Margherita Torretta. La bellezza delle cicatrici di una donna dal talento infinito - Infoestetica Magazine

Intervista a Margherita Torretta. La bellezza delle cicatrici di una donna dal talento infinito

Intervista a Margherita Torretta. La bellezza delle cicatrici di una donna dal talento infinito

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In breve

- La passione per la musica

- L'incidente e il dramma

- La rinascita

- “Rimmel”, la prima pubblicazione

- La bellezza delle cicatrici e la chirurgia estetica

- La visione della vita e i progetti futuri

 

Quando la mattina di qualche settimana fa ho ascoltato per la prima volta la voce di Margherita Torretta in call da Londra sono rimasto subito profondamente toccato dalle sue parole che, come un filo rosso, hanno delineato una storia di sofferenza, amore e talento infinito. Nella “bellezza delle cicatrici si riassume la vita di Margherita; un'esistenza segnata inizialmente dal dolore fisico, quando rimase ustionata su gran parte del corpo a causa di un incidente domestico. La passione per la musica segna fin da bambina il suo percorso di vita anche se lei non ne è subito consapevole. Poi a 18 anni tutto l'amore che è nel suo DNA viene fuori e il suo focus si sposta sul pianoforte. Nasce così l’idea di essere Sveva nella sua prima fatica letteraria Rimmel che, come il trucco, “ridisegna la sua vita” intorno a quel personaggio in cui si identifica per non tradirsi. Di musica, bellezza e molto altro abbiamo voluto parlare con lei.

 

Come nasce la passione per la musica?

Io sono sempre stata accompagnata dalla musica classica. E’ un qualcosa che ha sempre fatto parte di me, ma non ho mai pensato all’idea di comporla almeno fino a un certo punto della mia vita. Il mio focus non era il pianoforte. Questa idea è arrivata molto tardi, all’età di 18 anni, quando ho avuto un drammatico incidente.

 

Cosa accadde?

Mi sono ustionata in gran parte del corpo a causa di un incidente domestico. Sono stata ricoverata presso il Centro grandi ustionati di Parma, che ritengo una eccellenza, per molto tempo. Ho dovuto sottopormi a diversi interventi di chirurgia plastica per “rappezzare” il mio corpo. In questo momento gran parte della pelle che ho è presa da alcuni punti, dove era possibile staccarla.

 

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Hai fatto un servizio fotografico subito dopo l’incidente con una professionista inglese nel progetto “La Bellezza delle cicatrici”.  Davvero qualcosa di unico: come è nata quest’idea?

Ho partecipato a un servizio fotografico nel 2019 con la fotografa inglese Sophie Mayanne e con lei abbiamo partecipato alla campagna “Behind the Scars”, dove lei fotografava corpi che hanno subito un trauma fisico. Una bellezza che si distacca dal canone estetico. Questo mi ha portato a decidere di mettere su carta la mia storia. Nel mio libro “Rimmelsi chiarisce la differenza tra chirurgia estetica e plastica. Per tre anni ho portato dei tutori, delle calze compressive all'interno mettevo delle placche di silicone.

 

Rimmel come un cosmetico che da volume: perché questo titolo?

Rimmel è la storia, in parte autobiografica, di Sveva che deve ricominciare una vita con i suoi sogni e le incertezze del futuro. L'ho scritto identificandomi in lei come il frutto della volontà di non tradirsi mai”. Ridare quel nuovo tocco di rimmel alla propria vita per ricominciare sempre da sè stessi come ho fatto io.

 

Che cos'è per te la bellezza?

La bellezza per me è un insieme di qualità, che non vengono dell'estetica, ma dalla generosità, dalla disponibilità. Se poi vogliamo andare verso un concetto prettamente estetico la mia concezione è particolare. Personalmente, avendo vissuto questo dramma, le cicatrici caratterizzano la mia bellezza. La sensibilità che ho acquisito mi ha portato a considerare l'estetica come eleganza, il modo in cui ci si accosta agli altri. Non riesco a definirla soltanto come un canone stereotipato. Ho deciso di “rinascere” nella mia bellezza investendo sull'arte e sulla cultura. Io vengo da una famiglia molto umile. Comunque, alla fine di tutto, si invecchia, non c'è niente da fare. Forse dipenderà dalla mia visione della vita.

 

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Perché che visione hai della vita?

Ritengo che noi siamo qui di passaggio. E’ necessario vivere le esperienze che contano, essere circondati da persone che veramente hanno un peso nelle nostre vite. Bisogna godersi i momenti. Forse, per questo, trovo effimero il comportamento sulla chirurgia estetica da parte dei giovani e di alcune persone. Sarà forse che per un momento ho pensato che avrei potuto non esserci più. Vedevo alcune mie amiche dare esclusivamente valore al vestito di lusso, al voler apparire e ho compreso che il valore del esistenza è a molti sconosciuto.

 

Cosa diresti alle ragazze che vanno dal chirurgo estetico per uniformarsi a un canone estetico?

Non sono in generale contro la chirurgia estetica, chiunque può intervenire sul proprio corpo qualora lo ritenga opportuno. È chiaro che nel momento in cui ci si trasforma diventa un problema. Siamo portati a invecchiare. Il nostro corpo conta fino a un certo punto. La chirurgia estetica trasformativa viene adottata da chi non è convinto di sè stesso. Io stessa rifarei il naso (anche se non lo rifarò mai), però, se poi partendo da qui ci si rifà tutto, non va bene. Focalizzare le proprie energie su questo è sbagliato. Ognuno dovrebbe pensare inizialmente a sviluppare al massimo le proprie qualità per diventare la versione migliore di se stessi. Bisogna investire sul proprio talento. Spesso mi accorgo, insegnando con i giovani, che c'è un vuoto di valori enorme, invece bisogna sudare e lavorare. Se non si investe sin dall'inizio su ciò che si vuole diventare, nella vita il fattore estetico prende il sopravvento e si rimane vuoti.

 

Quanto incidono i social?

Il fattore social è un fenomeno preoccupante, ci si educa a desiderare tutto, a volere essere come gli altri. Al riguardo i social forniscono una immagine standardizzata di bellezza estremamente pericolosa. Da qui al volersi trasformare chirurgicamente il passo è breve. Se penso al futuro, immagino che i miei figli si ritroveranno in una società sempre più priva di valori.

 

Progetti futuri?

In questo momento sono presa con l'uscita del mio prossimo disco. È bene dire che io sono esecutrice, non scrivo musica. Uscirà a ottobre per la casa discografica della Brilliant Classics. E’ un disco dedicato a una compositrice donna dell800 Elisabetta di Gambarini, nata a Londra e vissuta in Italia. Faremo un concerto all'ambasciata Italiana il 20 febbraio. Stiamo inviando le mail di invito. Ci sarà anche la BBC.