Intervista a Manuela Villa. "Il mio Amore così grande per la Vita"
In Breve
- Manuela Villa oggi, cambia look e dichiara il suo “Amore così grande…per la Vita”
- Altro che genetica! Manuela Villa ha scoperto la sua voce grazie a Barbra Streisand
- Essere “figlia d’arte” è tutt’altro che un privilegio
- L’incontro con Claudio Villa e la battaglia legale
- Che cos’è la Bellezza per Manuela Villa
- Chirurgia Estetica e impegno Sociale
Abbiamo incontrato questo mese Manuela Villa, figlia del Reuccio della canzone italiana, Claudio Villa.
La storia di Manuela inizia con la scoperta dell’amore per la musica nei primi anni ’80, quando un’amica le regala Woman in Love di Barbara Streisand, e da lì comprende le potenzialità della sua voce. Un momento che ha contraddistinto tutta la sua vita, forse una sorta di predestinazione segnata dall’“eredità pesante” del cognome che Manuela ancora non sapeva neanche di avere.
Sì perché la battaglia per essere riconosciuta come figlia di Claudio Villa è durata 21 anni, come ci racconta con la voce spezzata dall'emozione.
Poi arrivano i pregiudizi per quel “cognome che non mi è mai appartenuto fino a quando non ho compreso che, in fondo, era il mio DNA del cuore”. Un'identità che l’ha portata anche ad essere vittima di bullismo.
Manuela ha colorato la storia della televisione italiana con il timbro della sua Voce per tantissimi anni, diventando un volto amico dei telespettatori. Tuttavia, molte interviste recenti hanno portato alla luce le difficoltà di quegli anni, legate sia al nome che all’aspetto fisico. “Per me, oggi, la Bellezza è equilibrio tra anima e corpo”, ed è proprio così che Manuela ci appare, una donna “lucente” nella vita e nell'impegno civile grazie al suo ultimo libro” Le note Ballerine” dedicato a chi è affetto da DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento).
Come nasci artisticamente?
Sicuramente negli anni ’80 quando, grazie al regalo di una mia amica, ascoltai Woman in Love di Barbra Streisand e capii a mia volta di avere io stessa una voce particolare. Barbra fu per me un punto di riferimento, fino a quando incontrai mio padre e, con tutte le vicende che ne sono seguite, decisi comunque di abbracciare le sue canzoni come l’unica risorsa che mi era rimasta.
Angelina Mango ha vinto l’ultimo festival di Sanremo ed è una figlia d’arte, tu come hai vissuto questo dualismo?
L’ho vissuto in maniera strana. Io ho dovuto dimostrare inizialmente di essere figlia, poi di essere una cantante a prescindere dal cognome. È da tutta la vita che dimostro qualcosa (ride). Essere figli d’arte è molto dura, sei sempre sotto la lente di ingrandimento. Sussiste comunque ancora un pregiudizio nei confronti dei figli d’arte. È normale che un genitore lasci un’eredità ai figli, dipende poi dal figlio se è in grado di portarla avanti o meno, e di renderla propria
Hai impiegato 21 anni per far valere i tuoi diritti di figlia. Hai elaborato il dolore che ne è conseguito?
I buchi neri restano, si impara a gestirli, ti fortificano, ma non scompaiono. Rimangono dentro e si ripropongono ogni volta che la vita ti mette di fronte a nuove difficoltà. Per quanto mi riguarda da quando sono diventata mamma è mio figlio la mia priorità. Sarebbe assurdo che lui vivesse il mio passato, se oggi sono più forte è anche per lui.
Se dovessi individuare un momento di svolta nella tua carriera, quale sarebbe?
Ho avuto tante esperienze importanti, come quando cantai in Mondovisione per il Pontefice la canzone che scrissi insieme a Guido Ferilli per la pace delle tre religioni monoteiste. La mia svolta artistica in realtà non ce l'ho mai avuta. Non mi sento ancora “arrivata”, sono alla continua ricerca di me stessa. Desidero continuare a sognare per cercare di tirare fuori i migliori risultati possibili.
Che cos’è per te la Bellezza?
La Bellezza per me è essenzialmente la condivisione con gli altri, è lì che trovo la Bellezza pura! L’estetica in quanto Bellezza è un piacere dei sensi, ma non ripongo in lei i miei principi. La Bellezza è piacersi, quindi è soggettiva, è riuscire ad apprezzare sé stessi e trasformare tutto ciò in potere personale.
Cosa pensi della Chirurgia Estetica?
Sono a favore, purché rispetti i limiti della decenza. Se una persona non si sente a suo agio e vuole ritoccare una parte del suo corpo, che ben venga. La Chirurgia deve mettersi al servizio dell’individuo per aiutare a stare meglio ma non devastare i corpi. L’errore può esserci, ma lo stravolgimento dei tratti è un danno.
Sicuramente prima o poi sentirò anche io la necessità di cercare un “aiutino” nella chirurgia, considerando i miei 58 anni (ride)
Cosa pensi della ricerca di omologazione della bellezza tra i giovani?
Credo che ormai siamo arrivati ad un punto in cui le persone vogliono essere altro da sé. Purtroppo queste sono mode, e presto ne vedremo i risultati. I ragazzi vivono in un mondo iperconnesso, ed è per questo che non mi sento di condannarli. Non hanno vissuto entrambe le realtà come abbiamo fatto noi. Ciò comporta che la possibilità di scelta delle nuove generazioni è maggiormente condizionata. Di conseguenza, affermare la propria libertà individuale è più difficile.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho scritto il mio quinto, Le note Ballerine che è incentrato sul DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento), ed è dedicato ai ragazzi per aiutarli a capire che si possono superare determinate problematiche. La protagonista è una ragazza discalculica. È un testo che sento particolarmente mio in quanto ho scoperto anche io di esserlo. Il mio intento è stato quello di denunciare una realtà attraverso un'opera “pedagogica” con l’auspicio che nel tempo possa diventare un valido strumento per gli educatori e le famiglie al fine di aiutare i ragazzi che, a causa della loro “diversità”, cadono vittime del Bullismo.