'Il Tesoretto della Magna Grecia, La Bellezza Ancestrale e la costante presenza della figura femminile'
IN BREVE:
- La Bellezza racchiusa in un piccolo oggetto
- Il Tesoretto magno greco rinvenuto nel 1951
- Fascino, Bellezza, storia e arte: ecco cosa c’è da raccontare
- L’onnipresente immagine della Donna
- Donne e uomini sempre insieme nel lungo viaggio della vita
- Le interviste
- Conclusioni
Maestria, bravura, storia, arte e Bellezza racchiuse in un minuscolo ‘strumento’ dal valore inestimabile. Seppur breve, è, forse, questa la descrizione migliore che si possa fare nel momento in cui ci si appresta a illustrare il Tesoretto magno greco rinvenuto nel 1951? Evidentemente sì, poiché le informazioni storiche e le dettagliate peculiarità vengono, invece, presentate da chi riesce a delineare una narrazione specifica su quelli che sono i tratti essenziali di una storia che fa da sfondo a un passato ancora poco conosciuto. Un ricamo complesso dalle trame inesplicabili che si dirada nel momento in cui le immagini prendono forma e vita dinanzi agli occhi increduli di chi ammira e ascolta estasiato le pagine delle vite che furono. Quanto ancora ha da raccontare questa terra, ma, soprattutto, quanto ancora ha da regalare, perché il suo fascino ha il volto della Bellezza, mentre la sua finezza ha l’immagine di una Donna che, con la sua delicatezza, culla il mondo e dona ai suoi figli i preziosi regali nascosti tra gli anfratti o tra le cavità del suo cuore. Ed è proprio in questo modo che, la madre o la Donna, cede parte del suo cuore all’umanità affinché sia sempre grata e riconoscente di questa speciale condivisione. Nuove pagine bianche sono in procinto di vedere il colore dell’inchiostro, un colore che rimarrà negli annali e renderà ancor più chiaro un passato che ci appartiene e che ha reso protagonisti eroi e uomini valorosi che, spesso e volentieri, hanno dedicato le loro gesta all’Amore e alle relative Donne che intrapresero con loro un viaggio lungo una vita.
In tal senso, saranno le interviste che ci hanno gentilmente concesso a rendere il tutto ancora più chiaro e limpido.
Dott. G. Libero Mangieri, che rilevanza ha il famoso Tesoretto di cui si è discusso durante il convegno?
‘I Tesoretti sono importantissimi perché danno un’idea di molte cose. Innanzitutto del commercio, difatti abbiamo visto che nel Tesoretto ci sono monete di varie zecche, quindi si può comprendere il fatto che provenissero numerose persone da diverse città proprio in loco, ovvero qui dove il Tesoretto è stato scoperto. Quindi, tutto questo rappresenta un elemento importante perché significa non solo che coloro che sono giunti qui hanno dato vita al commercio comprando dei beni in loco, ma fungono anche da documentazione che attesta i passaggi commerciali che ivi ci sono stati’
D’altronde, Taranto e tutta la provincia sono simbolo della Magna Grecia e, quindi, tutto questo, avvalora ancor di più il fatto che questa terra sia stata crocevia di vari popoli.
‘Certo che è stata crocevia di vari popoli. Tenga presente che Taranto è stata la città più importante dell’Italia meridionale in quel periodo e, quindi, ha anche monopolizzato tutta l’area’
Nel corso della rassegna, mentre lei illustrava minuziosamente la natura e le illustrazioni presenti sulle varie monete, è emersa una tematica che è, ormai, all’ordine del giorno, ovvero la rilevanza della figura di Falanto e di Taras. Dunque, la presenza di Taras su alcune monete eclissa, in qualche modo, la figura di Falanto che, in realtà, non può essere descritto solo come un mito, bensì come un uomo realmente vissuto come testimoniato dalle innumerevoli fonti che, fortunatamente, sono giunte sino a noi?
‘Non mettiamo, assolutamente, in dubbio la presenza di Falanto in quanto è documentata. Si discuteva, soltanto, del fatto che sulle monete tarantine quell’immagine del giovane riprodotto rappresenta Taras. Tra l’altro, dirò di più, Aristotele quando parla delle monete tarantine fa riferimento proprio all’immagine di Taras’
Dunque, potremmo parlare di una sorta di ipotesi?
‘Si, c’è un’ipotesi che dice che quell’immagine sul delfino sia Taras il figlio di Poseidone’
Lei ha parlato anche della bravura degli incisori: secondo lei in che modo riuscivano a creare le varie incisioni presenti sulle monete che, tra l’altro, sono differenti l’una dall’altra?
‘Non era assolutamente una cosa facile, ci voleva una predisposizione particolare e, poi, anche molte prove per realizzare dei coni di quel tipo e, per tale motivo, venivano chiamati degli incisori di grande eccellenza. Inoltre, voglio ricordare che la moneta era l’immagine della città (della polis) che arrivava dappertutto, quindi ci tenevano ad avere delle maestranze che erano all’altezza del compito’
Le quali sono giunte fortunatamente sino a noi.
‘Assolutamente’
Se lei dovesse parlare di Bellezza relativa a quanto emerso e ammirato nel corso della rassegna, in che modo lo farebbe?
‘La Bellezza è varia. Tutte le monete hanno una propria immagine. Ci sono delle immagini incredibili. Su una moneta d’oro di Taranto c’è Taras piccolo (proprio infante) che con le mani aperte, supplice si rivolge al padre, Poseidone, il quale è lì e lo guarda con grande affetto. Ma non solo, anche su una moneta di Terina che abbiamo trovato in un Tesoretto che, ora, si trova ad Altamura c’è una Nike con la mano aperta su cui c’è una colomba e sembra che, fra i due, tra la colomba e la Nike ci sia un dialogo meraviglioso. Questa è l’impressione che ci viene regalata da un’opera d’arte’
Possiamo dire che si tratta del frutto del simbolismo che, indubbiamente, era maggiormente sentito un tempo?
‘Certamente. Sulle monete c’erano le immagini delle divinità, mentre oggi no. Un tempo avevano un senso religioso molto profondo e forte’
Qual è la sua moneta preferita?
‘La mia preferita è proprio l’ultima appena descritta’
Per concludere, potremmo affermare che l’immagine femminile predomina in qualche modo?
‘Questa è la mia preferita anche per la sensazione che mi fornisce nel vedere questa sorta di dialogo spirituale tra la colomba e la Nike. Indubbiamente, l’immagine della Donna è sempre molto forte e presente’
Dott. Alessio, che valenza ha tutto quello di cui si è discusso e, quindi, la riscoperta di questo Tesoretto?
‘Il Tesoretto viene ora pubblicato e, quindi, entra nel circuito della conoscenza. È un elemento che aiuta a comprendere e a capire quelle che sono le dinamiche del territorio, nel senso che c’è stato qualcuno che è riuscito a mettere da parte (come frutto della proprio attività commerciale) un Tesoretto di una certa portata, perché si parla di oltre 300 monete. Come ci ha detto il numismatico, era stato seppellito nella seconda metà del III sec. a.C., quindi siamo anche in prossimità della caduta di Taranto nelle mani dei Romani (nel 209 a.C.); siamo, probabilmente, in un periodo in cui questo territorio è stato toccato anche dalle falangi di Annibale prima che Roma avesse il sopravvento, quindi parliamo di un momento di instabilità. Chi ha soldi, li nasconde sperando che passi la bufera; in questo caso, purtroppo, il proprietario non è più riuscito a recuperare quei soldi’
Secondo lei, il rinvenimento del Tesoretto lo si potrebbe descrivere come un colpo di fortuna o è anche merito della buona conservazione delle monete oppure il fattore determinante è stata la bravura degli incisori?
‘Il fatto che siano state rinvenute è estremamente positivo, purtroppo non è positivo per l’antico possessore, ma lo è per noi perché è un’altra pagina di storia che possiamo aggiungere a quello che già conosciamo di questo territorio’
A suo avviso, la Bellezza è la storia che è stata raccontata o è anche ciò che noi riusciamo a vedere e a continuare a scoprire?
‘È l’uno e l’altro. Non ci dobbiamo accontentare di quello che già conosciamo; dobbiamo, invece, perseguire tutte le strade utili per capire meglio questo straordinario territorio che è ancora molto poco noto - provincia compresa - certo, tutta la provincia’
Dott.Ssa Stella Falzone, in qualità di Direttrice del MArTA, volevo chiederle quali fossero le sue impressioni in merito al Tesoretto.
‘Si tratta, indubbiamente, di un rinvenimento di grande rilevanza che ci ha permesso di conoscere alcuni aspetti storici di cui non eravamo a conoscenza, ma non solo, in quanto le parole del numismatico hanno contribuito a delineare un percorso storico, artistico, culturale e commerciale che, forse, sottovalutavamo e che, invece, ci fa ben sperare per questa terra ricca di Bellezza e di tesori nascosti. Abbiamo potuto appurare l’importanza del loco, ma anche la maestria degli incisori, senza tralasciare l’importanza del legame con Taranto e l’onnipresente presenza della figura della Donna che genera la vita ed è fonte di ispirazioni che si traducono in emozioni, le stesse che hanno accomunato noi e il pubblico presente’
Oronzo Corigliano, lei è il curatore del famoso MUPAU, qual è, secondo lei, la Bellezza che si cela dietro il Tesoretto?
‘La Bellezza è rappresentata, senza dubbio, dalla storicità e dall’immensa fortuna che, nel 1951, si ebbe nel rinvenire queste preziosissime monete magno greche. Ma non solo, in quanto penso che la Bellezza sia racchiusa anche nella maestria di coloro che, con grande talento, riuscivano a forgiare questo importantissimo e preziosissimo Tesoretto in cui si annoverano una serie di monete l’una diversa dall’altra, proprio come spiegato dal Dott. Mangieri’
‘La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere’ Plutarco.