Concerto 1 maggio Taranto. Riondino, Paci, Brunori - Infoestetica Magazine

Il concerto dell’1 maggio a Taranto. Interviste ai big

Il concerto dell’1 maggio a Taranto. Interviste ai big

IN BREVE:

  • L’1 Maggio di Taranto
  • I temi trattati nel corso della rassegna
  • Il concetto di libertà e il pensiero degli artisti
  • La Bellezza ha fatto tappa a Taranto
  • Le interviste
  • Conclusioni

 

L’1 Maggio Taranto non è solo un concerto che raggruppa le esibizioni di vari artisti, ma è la rivalsa dei diritti e delle libertà reclamate, soprattutto, dallo slogan che, in un certo senso, da diversi anni accompagna questa manifestazione, ovvero: ‘Cittadini Liberi e Pensanti’.

La libertà è l’oggetto principale della rassegna che vede, tra gli organizzatori: Antonio Diodato, Michele Riondino e Roy Paci, i quali, da una decina di anni, si mobilitano con lo scopo di portare sul palco temi rilevanti e sempre attuali. Quelli di quest’anno sono, sicuramente, argomentazioni condivise dalla moltitudine accorsa per poter urlare con i propri beniamini (o artisti preferiti) non solo le canzoni, bensì la rivincita di un diritto inviolabile, ovvero: la libertà.

Tra le voci che abbiamo ascoltato e che si sono concesse a noi, emergono numerosi elementi che rispecchiano la bontà dei cuori degli artisti sensibili alle fragilità, ma, al contempo, sensibili a quello che accade nel mondo e a Taranto. C’è chi vanta e difende il valore e la Bellezza della vita come Cristiano Cosa; chi dice di riconquistare la libertà come i Malvax; chi, come Riondino; afferma che, oggi come oggi, sia necessaria una patente per poter parlare e non v’è cosa più errata; chi, invece, ha a cuore il futuro di Taranto e della libertà come i Marte e la Martinelli; chi parla di valori simbolici e concetti importanti come Brunori; chi, come la Nolde, mostra grande maturità (non solo artistica) e parla della città dei due mari e di temi rilevanti; chi, invece, come i Terraross portano in alto il nome della propria terra e sposano pienamente i messaggi portati sul palco di Taranto e, infine, ma non per importanza, chi urla a gran voce le brutture del mondo, le lotte fratricide, le ingiustizie, le rivalità e reclama i diritti dell’umanità, un mondo più sano, senza odio e senza bavagli, proprio come ci ha rivelato dettagliatamente Roy Paci.

La Bellezza passa da Taranto e le voci degli artisti e i volti dei presenti lo hanno dimostrato!

 

>>>Le interviste al Primo Maggio di Taranto

MICHELE RIONDINO

Michele Riondino, lo slogan dell’1 Maggio Taranto è: ‘Cittadini Liberi e Pensanti’; quant’è importante, oggi, parlare di libertà e di libertà di pensiero?

‘È fondamentale, perché soprattutto chi ha un pensiero spesso deve avere una patente per poter parlare. Qui a Taranto nessuno deve avere patenti, deve avere solo buoni argomenti’

Cosa ci puoi dire in merito alla foto pubblicata sui social che ha fatto tanto scalpore?

‘È un paradosso che mi hanno voluto addossare, perché io non rievoco piazzale Loreto. Io la penso come Pertini che fu il primo a rimproverare il trattamento che fu riservato a Mussolini, però è anche vero che, appunto, il fascismo non può essere considerato un’idea e, quindi, bisogna dirsi tranquillamente che non si può essere sempre tolleranti con l’intolleranza’

Cos’è per te la Bellezza?

‘La Bellezza è questo parco ogni volta, ogni anno che si manifesta nella sua, appunto, Bellezza’

 

Intervista a Roy Paci

Roy Paci, la richiesta di riproporre ogni anno la rassegna dell’1 Maggio Taranto da dove giunge maggiormente?

‘La maggiore richiesta che riguarda il fatto di rifarlo ogni anno, arriva proprio dal basso, dalle generazioni, dai ragazzi che dicono ‘non perdete la fiducia in quello che state facendo, perché è importantissimo continuare a crederci’’

E noi ve ne siamo grati.

‘Ma io sono grato a loro, a coloro che credono al lavoro che stiamo facendo, ormai, da più di dieci anni’

Qual è il valore aggiunto dell’1  Maggio Taranto?

‘Rispetto al mondo? Rispetto alla natura? Rispetto all’umanità? Io penso che sia il valore aggiunto rispetto all’umanità di una cosa che più reale di così si muore, nel senso che qui c’è una verità assoluta, la verità della libertà di parola, di espressione, di essere chiunque si voglia essere all’interno di una piccola isola felice, perché vorrei quest’isola fosse tutta l’Italia per non dire tutto il mondo, però, al momento, ci accontentiamo di questa isola, di questo parco, di quello che accade ogni anno qui sia un momento importante, importante non soltanto per noi, ma per chi ce lo chiede da sempre, soprattutto per i giovani che hanno la necessità di sentirsi dire la verità’

Lo slogan dell’1 maggio di Taranto è ‘cittadini liberi e pensanti’ pone l’accento sull’importanza della libertà e sulla libertà di pensiero: che ruolo hanno oggi questi due elementi?

‘La libertà di pensiero, la libertà di poter dire delle cose senza censura è, in questo momento, uno degli argomenti più importanti proprio perché ci siamo trovati in un periodo molto molto buio e ce ne siamo resi conto tutti. Quando dico tutti intendo da una parte e dall’altra, le varie fazioni (anche contrarie) in questo momento si ritrovano tutte d’accordo sul fatto che sia un momento molto pesante proprio dal punto di vista della repressione di parola e di manifestazione. Lo vediamo non solo in Italia, cioè in quelle che sono, secondo me, delle situazioni criticabilissime e opinabili, manganellare delle donne incinte, degli anziani solo perché protestano in quanto vogliono mangiare e vogliono il lavoro, mi sembra che, ormai, abbiamo sfiorato qualcosa di aberrante. Io, cose così e più pesanti, le ho viste solo quando ho preso legnate al G8 di Genova nel 2001, però non vorrei che si rivedessero queste cose, anche perché stiamo mettendo poveri contro poveri, cioè la guerra di un popolo, mentre, poi, chi non si sporca le mani rimane dietro gli scranni. Quindi, rendiamocene conto, è importante perché dobbiamo veramente capire a occhi aperti quella che è la realtà di tutti i giorni e che non è quella dei social, perché nei social, io, al 90% non riesco a dare assolutamente credito a quello che viaggia. Sono i giovani che vogliono questo, sono i giovani che volevano che noi tornassimo. L’anno scorso, le parole di Antonio sono state accorate, forti, dolorose, però ci abbiamo creduto perché è arrivata una botta di energia che non potevamo dire di no, anche perché ci hanno detto che noi non siamo un affluente, noi siamo la sorgente. Sono parole forti e belle’

Quindi, pensi che il palco sia ‘l’urlo’ di questa realtà’?

‘Sì, penso che sia un unico urlo, un’unica voce fatta da tante voci, però è questa. Sono come le culture più belle del mondo che si contaminano fra di loro’

 

Intervista a Brunori Sas

Brunori, secondo te, cosa occorrerebbe fare per recuperare il valore di Taranto?

‘Bisogna che recuperiamo il valore simbolico, oltre che concreto. Taranto, per la sua storia, per la storia legata all’Ilva, anche proprio perché è nato con un desiderio diverso di raccogliere un certo tipo di comunità. Poi, per me che sto in Calabria è anche più comodo (ride, ndr.) logisticamente, poi perché è anche più vicino non solo geograficamente, ma anche al mio cuore per cui ha un significato molto forte’

Hai parlato di fascismo, di velo, ma anche di lavoro: qual è la causa che sposi maggiormente?

‘Come musicista non vorrei fare la parte di quello che deve dare delle risposte, secondo me stiamo dialogando. Quelle annoverate sono solo delle declinazioni di un unico ragionamento che è quello che si può unire nello slogan dell’1 Maggio di Taranto: ‘Liberi e Pensanti’. Penso che se noi ragionassimo su questi due concetti, poi, le singole cose che possono essere il velo, il femminicidio, il lavoro hanno tutta a che fare con questa cosa qua, cioè con la capacità che abbiamo di accettare di essere liberi davvero; innanzitutto noi stessi dentro, dai nostri pregiudizi, dalle nostre etichette, dai nostri concetti e, a nostra volta, pensare alla libertà dell’anima’

Il tuo messaggio per Taranto.

‘Faccio i messaggi da cantante. Cosa posso dire? Taranto ti ho sempre amata, sei la mia città del cuore (ride, ndr.). No, sono molto contento di essere qui, sono molto contento di vedere che i tarantini rispondono a un evento meraviglioso per Taranto, ma anche per tutta la nazione’

L’approccio degli artisti, perlomeno il tuo, come cambia nel corso degli anni e, quindi, dagli inizi in cui c’era e si nutriva anche un po’ di timore?

‘In realtà, penso che queste cose abbiano la capacità di constatare anche una maggiore aggregazione, anche se, effettivamente, sarebbe stupido perché noi dobbiamo mantenere alta l’attenzione anche quando pensiamo che ci siano governanti a noi vicini. L’attenzione deve essere sempre alta, perché, poi, come dico in una mia canzone, ‘l’uomo nero è in grado di annidarsi nel tuo cervello molto più di quanto tu possa pensare’, quindi, innanzitutto lo devi vedere in te stesso quando quella roba sta seminando e quando, poi, si riflette in quello che fai e in quello che dici, quindi grande attenzione. È chiaro che, oggi, noi ci sentiamo più istintivamente, forse in maniera infantile (o bambina), aggregati perché l’attrito, il contrasto, come quando, per esempio, ci si dice ‘rimettiamoci insieme al di là delle fesserie’ che, spesso o inutilmente, ci dicono’

Tornare a Taranto per te è sempre un’emozione?

‘Assolutamente sì. Per me si tratta della terza volta e, quest’anno, sicuramente c’è più di una ragione, perché il clima intorno ci fa istintivamente, passionalmente partecipare a questo 1 Maggio con più cuore delle stagioni passate’

Come cittadino meridionale, secondo te, lo slogan ‘Cittadini Liberi e Pensanti’ ha una rilevanza maggiore?

‘Lo ha non solo come cittadino meridionale. Come dicevo prima, tutti i concetti di cui parliamo si possono riunire in quei due, cioè il concetto di libertà che, poi, può essere declinato nell’idea di ciò che veniva menzionato come: il velo, la condizione della donna, il fascismo, l’omofobia, il razzismo, sono tutte declinazioni di un’unica visione; visione spesso di chiusura, di paura e di incapacità, a volte, di accettare proprio la Bellezza della libertà che è difficile per tutti. Quindi, io mi sento anche vicino a chi, in qualche modo, ha paura, però vorrei dire proprio a chi ha paura: non è questo il modo, dobbiamo dircelo; non è questo il modo per affrontare le nostre paure, non è con la chiusura, non è con il divieto, non è con una visione unica e omologante che noi risolviamo le nostre paure sia che siano interiori o esteriori’

 

Bisogna fare tutto il bene possibile, amare la libertà sopra ogni cosa e non tradire mai la verità’ Beethoven.

 

Infine, ringraziamo Salvo Lupo per la gentile concessione fotografica attraverso la quale è stato possibile rivivere le emozioni del concerto. Diapositive artistiche che echeggiano musicalità.