Guanto tattile WEART. Toccare l’immaginario - Infoestetica Magazine

Guanto tattile WEART. Toccare l’immaginario

Guanto tattile WEART. Toccare l’immaginario

IN BREVEweart2

 

  • Guanto tattile WEART. L’ing. Guido Gioioso spiega in che modo l’esperienza tattile in realtà aumentata e realtà virtuale può cambiare le nostre vite
  • Che cos’è un guanto tattile? L’esperienza che rende digitale il senso del tatto
  • Tecnologia e futuro prossimo. Tra pochi anni potremo brindare con un amico a distanza di km o acquistare un prodotto, toccarlo, da un catalogo digitale


Per toccare un oggetto, la distanza non conta. Intervista all’ing.Guido Gioioso

Che cos’è un guanto tattile? È un guanto che digitalizza il senso del tatto. Significa avere la possibilità di “toccare” qualcosa che si trova a km di distanza o…non esiste affatto nel mondo fisico. Il cinema ci ha abituati a scenari fantascientifici dov’era possibile abbracciare l’ologramma di qualcuno, o rivivere emozioni ed esperienze sensoriali registrate su un device. WEART srl rende possibili molti di quei sogni e per capirci qualcosa in più, ne abbiamo parlato con l’ing. Guido Gioioso, co-founder dell’azienda.

« Per spiegare cosa fa WeArt è necessario capire bene la differenza tra realtà aumentata e realtà virtuale » ha specificato l’ing. Gioioso.

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«La prima si riferisce all’insieme delle tecnologie che permettono di visualizzare contenuti digitali nel mondo reale. Ad esempio, sto seduto nel soggiorno di casa, con la fotocamera del cellulare inquadro una zona della stanza e, sullo schermo, compaiono delle immagini o delle informazioni che hanno come sfondo il mio soggiorno
».

 

La realtà virtuale, invece, prevede un’esperienza immersiva in un ambiente simulato. Si indossa un visore di realtà virtuale e ci si vede immersi in un mondo digitale che non ha un corrispettivo nella realtà»

In entrambi i casi l’utente ha la possibilità di muoversi ed interagire con l’ambiente circostante, che sia totalmente o parzialmente simulato. Il guanto WeArt aggiunge il senso del tatto a queste esperienze.

«Abbiamo aggiunto la percezione tattile alla realtà aumentata. Immaginiamo di dover acquistare un divano da un catalogo digitale. Il guanto permette di poter toccare quel divano, di sentirne davvero la sensazione del tessuto sulle dita sebbene non sia fisicamente davanti a noi». Questo apre il mercato a nuove opportunità prima inimmaginabili, modificando del tutto l’esperienza dell’acquisto da parte dell’utente. «Le proprietà tattili che si percepiscono sono forza, intesa come percezione di durezza e morbidezza; proprietà superficiali (legno, metallo, tessuto) e proprietà termiche (caldo/freddo)».

Il senso del tatto trasmesso a distanza

«Guardare un oggetto che non c’è, o che si trova a chilometri di distanza e sentirlo sulle dita è possibile grazie alla stimolazione che il guanto esercita direttamente sulla pelle. Vibrazioni, forze e temperature dell’oggetto vengono trasmesse dal layer tattile sulla mano. Non si tratta di una stimolazione neurale ed equivale a toccare l’oggetto».

Guanto tattile per aziende o consumatori? Il futuro di WEART è…

«Oggi vendiamo alle aziende, l’esempio dell’acquisto del divano è parte della nostra realtà. Il settore dell’arredamento è uno dei tanti. Questa tecnologia è impiegata in Medicina, poiché l’esperienza della realtà aumentata con il guanto tattile può sostituire l’impiego dei cadaveri nella formazione e training dei chirurghi. La Moda rappresenta un altro settore di sicuro impiego di questa tecnologia e, per questo settore quanto per l’arredamento, gli utilizzatori finali sono i clienti.

Entro il 2025 realizzeremo dispositivi sempre meno costosi, così da poter vendere i dispositivi direttamente ai consumatori. Il costo è solo uno degli aspetti in evoluzione, in primo piano c’è l’incremento delle esperienze fruibili».

A chi parla di impoverimento umano in relazione allo sviluppo tecnologico, cosa rispondi? La tecnologia in che misura migliora la vita?

«Tutti parlano di Metaverso pensando che il suo avvento ci condannerà a chiuderci in casa a vivere esperienze alienanti. Non è così. O, meglio, può accadere ma parliamo di casi estremi. Quanti ne esistono esistono già?!? Io penso che questi strumenti siano una transazione tecnologica verso la spatial computing. Negli ultimi 10 anni abbiamo vissuto un cambiamento importante nel passaggio dall’uso del computer al mobile. Non è stato un cambiamento improvviso ma graduale. Allo stesso modo penso che arriveremo presto a vivere i contenuti digitali in modo “esterno”, quindi non più solo attraverso desktop o smartphone, ma utilizzando strumenti come tute, occhiali, guanti».

Metaverso e Virtual Reality. Fantascienza o realtà?

«Da qui a 5 anni immagino la diffusione di tecnologie poco invasive, dispositivi leggeri che ci permetteranno di vivere contenuti digitali immersi nella realtà. Ovviamente da poter spegnere in qualsiasi momento. In 5-10 anni sostituiremo i dispositivi attuali. La tecnologia è pronta».

 

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