Lettura

Tutte pazze per Frank – Parte V

Frank I lavori di ristrutturazione

Rossella cammina nel corridoio di casa. Si sposta silenziosa da una stanza all’altra come per non disturbare la quiete che sta accogliendo le prime luci dell’alba. Non riesce a dormire, tra qualche ora arriveranno gli operai per i lavori di ristrutturazione. Nella penombra mattutina osserva i mobili, gli ornamenti, i ricordi di viaggi compiuti troppi anni prima. Sente che dovrebbe dire addio ad ognuna di quelle cose ma ogni volta che la mente torna ai giorni in cui le ha portate dentro casa, capisce che non c’è bisogno di dire addio, perché lo ha già detto quando suo marito ha varcato la soglia di casa per non tornare. Ogni oggetto è legato a quella vita che non c’è più, e quelle che vede ora sono solo le immagini sbiadite dei ricordi.
Tra qualche ora arriveranno gli operai, quindi, e daranno una nuova personalità alla casa. Finalmente quella sarà la “casa di Rossella” e non un insieme di scelte fatte con un’altra persona. Sarà sua e soltanto sua. Il pensiero la eccita.

Alle 8.00 in punto cominciano i lavori. Rossella si è preparata a lungo a questo evento e, nonostante la sua ossessione per ordine e pulizia, non sembra infastidita dalla confusione e si muove leggera mentre gli operai stendono teli e spostano mobili in giro per casa. Tra le mani stringe il progetto disegnato da Frank come fosse la sua mappa del tesoro e se ne sta in ascolto dei rumori di preparazione come se da un momento all’altro le potesse giungere la notizia che è tutto pronto. Decide di spostarsi in giardino, si accomoda sulla poltrona in veranda ed apre il progetto. “Voglio dargli un altro sguardo”, pensa “presto queste linee sul foglio diventeranno le pareti delle mie nuove stanze”. Si addormenta sognando la sua casa.

- Mamma?

Rossella apre gli occhi di colpo e si ritrova sua figlia Sylvia che la fissa

- Mamma, hai la casa piena di gente, come riesci a dormire in giardino?!?
- Preferiresti che dormissi a letto mentre smontano il parquet?

D’improvviso Sylvia riconosce negli occhi di sua madre un bagliore che non vedeva da tantissimi anni, una sorta di luce generata da un misto di sicurezza e severa determinazione.
Rossella, dal canto suo, per un attimo è pentita di aver risposto con tono così stizzito a sua figlia ma allo stesso tempo nutre una certa fierezza per quell’impeto per nulla docile. Poi aggiunge:

- Non mi sono messa a dormire qui di proposito, mi sono appisolata senza accorgermene
- Be’, scusami, solo ho pensato che tu stessa lo avresti trovato sconveniente
- Sconveniente, dici? Certo potrebbe esserlo ma nessuno di loro è autorizzato a venire in giardino. Sarebbe più sconveniente trovare uno degli operai a zonzo in quest’area della casa. C’è Marcela in cucina, se hanno bisogno di me verrà lei a chiamarmi
- Certo, scusami ancora, avrei dovuto immaginare che la domestica ti avrebbe dato una mano in questi giorni. Piuttosto, sono passata a darti un saluto e vedere se avessi bisogno di aiuto ma sembra che te la cavi alla grande

Sylvia è ancora sorpresa. Mai avrebbe pensato a sua madre come ad una donna capace di rispondere in quel modo. Rossella è elegante in società, discreta e quasi remissiva in casa o, almeno, così ha creduto sua figlia in tutti questi anni. Non è propriamente una a cui “girano le scatole”.

- Sylvia, vuoi restare per pranzo? Dico a Marcela di cucinare qualcosa che ti piace?
- No, grazie mamma. Ho un appuntamento di lavoro. Magari passo stasera, ok?

Appena Sylvia va via, Rossella intraprende il suo girovagare per casa tra i saluti educati degli operai che la incontrano in corridoio. Le capita spesso di meditare su ciò che accade e adesso si ritrova a chiedersi perché Sylvia sembrasse un po’ infastidita durante la conversazione. Ma ancora Rossella non sa che quel percorso di rinascita iniziato simbolicamente con i lavori in casa, la porterà ad essere sempre più “scomoda” per le persone che la conoscono. Non sa che in poco tempo non si accontenterà più di risultare gradevole e garbata, a volte invisibile agli occhi di tutti, né che la sua personalità a lungo domata verrà fuori con tutta la potenza e il fascino di cui un tempo non faceva mistero a nessuno.

Alle 17.00 la casa è un campo di battaglia. Gli operai stanno andando via lasciando dietro di sé trincee di mobili e teli di plastica. Finalmente sola. Qualche istante per una tisana e poi un bel bagno caldo. Qualcuno bussa alla porta, “sarà uno degli operai che ha dimenticato qualcosa”, pensa.

- Chi è?
- Ciao…sono Frank

“Frank, l’architetto, sarà passato per un controllo, che premura!”. Apre il cancello ed accosta la porta d’ingresso per lasciarlo entrare.

- Ciao Rossella, perdonami, volevo passare prima ma non mi è stato possibile
- Ciao, accomodati pure
- Sono passato ad accertarmi che tutto stia procedendo bene
- Non è presto?
- Il primo giorno di lavori è fondamentale
- Be’, immagino che nessuno meglio di te possa notare se ci sono eventuali sbagli da correggere. I tuoi operai devono temere molto il tuo giudizio…
Sorridono entrambi. Rossella invita Frank a bere con lei la tisana che era in procinto di preparare. I due si accomodano nella grande cucina chiacchierando del più e del meno. Lei si muove sicura tra gli scaffali, allestendo vassoio e tazze di porcellana per il suo ospite; lui è a proprio agio, l’atteggiamento disinvolto di chi stia godendo di una buona compagnia.
La conversazione si sposta dal progetto di casa ai gusti in fatto d’arte. Parlano a lungo, confrontano idee ed esperienze trovandosi spesso d’accordo. Frank è affascinato da Rossella. In lei riconosce una donna appassionata che nasconde al mondo molto di se stessa ma, allo stesso tempo, capace di dedicarsi totalmente a chi ama. Mentre pensa questo, la conversazione diventa via via più personale quando Rossella indica un punto della stanza e dice:
- Quei libri stanno lì, in quell’angolo, da molto tempo. Ne ho acquistato uno ogni anno per più di vent’anni
- Posso vederli?
- Certo
Tra i libri spiccano trattati di architettura, di allestimento museale, cataloghi di mostre ideali, biografie di artisti. Frank ne apre uno e nota un foglio scritto a penna con degli appunti

- E questo?
Le chiede

- Questo è uno dei miei progetti. La mia mente ha lavorato molto nelle pause dalla famiglia

Risponde Rossella. Eppure la sua voce è lontana, la passione con cui aveva affrontato altri argomenti è venuta meno.

- Rossella, posso chiederti una cosa?
- Certamente
- Non vorrei essere invadente quindi non devi rispondermi se non vuoi. Ho avuto l’impressione che tu volessi prendere le distanze da questi appunti…li hai chiamati progetti ma la tua voce ne parlava come se non ti appartenessero…
- Sopravvivenza. Pura e semplice sopravvivenza. Vedi…ognuno di noi è chiamato a compiere delle scelte. Io ho scelto di sostenere la carriera di mio marito. Con lui ho visto il mondo, ho indossato begli abiti, mi ha dato due splendide figlie ma ho anche scelto di nascondere quella parte di me che desiderava aprire uno studio di architettura come il tuo
- Hai studiato architettura?
- Sono laureata in architettura, sì. Il mio ex marito è un diplomatico ed ho scelto di stargli accanto

Nonostante tutto non sembra esserci pentimento dietro lo sguardo di Rossella. Frank la guarda ammirato, non solo trova che sia bellissima ma si sente attratto da quella malinconia romantica che nasconde dietro un’apparenza impeccabile.

La tisana è terminata da un pezzo e il tempo è scorso in un baleno. Le ore sono sembrate minuti e Frank decide di andar via. sulla soglia di casa si sofferma a guardare una vecchia foto di Rossella incorniciata: lunghissimi capelli castani, un sorriso spensierato e due enormi occhi vivaci.

- Non sei cambiata, sai?

Rossella gli sorride

- Hai solo un abbigliamento più austero

Continua lui. Per un attimo gli occhi di Rossella si illuminano della stessa luce che hanno in foto, lui le si avvicina e la bacia sulle labbra.

Immobile. Rossella resta immobile. “Oh mio Dio, sta succedendo davvero?” si domanda “il giovane bellissimo architetto mi sta baciando?”. Ogni domanda diventa superflua perché il piacere che la pervade come un fuoco arriva subito al cervello offuscando ogni pensiero. Davanti a lei solo Frank che la cinge tra le braccia mentre le loro labbra morbide si accarezzano e, al tocco di quel piacere dolce, ogni muscolo del suo corpo si ammorbidisce, diventa leggero e quasi incontrollabile.
Frank, invece, ha il pieno controllo di sé. Per tutta le conversazione con Rossella ha sentito crescere l’attrazione per lei. Poi, davanti alla porta d’ingresso, quando ha capito che avrebbe dovuto salutarla ha deciso che non poteva andare via, che quella donna malinconica e così affascinante doveva essere sua. Almeno per quella notte.


di Teresa Peccerillo