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Nel libro Leadership al Femminile Daniela Bonetti e Francesca Romano parlano di donne e non solo. Sono tante le testimonianze e gli esercizi pratici per imparare ad essere leader di se stessi, partendo dalle qualità che donne e uomini hanno sempre trascurato nel concetto di leadership.
• Leadership al femminile è il libro scritto da Daniela Bonetti e Francesca Romano
• Chi è un leader
• Quali sono le caratteristiche di un leader
• Corsi per diventare leader
Daniela Bonetti è Direttore Nazionale di HRD Net, la Leadership School fondata da Roberto Re. Da oltre quindici anni tiene corsi di formazione per la crescita personale ed ha aiutato migliaia di persone a raggiungere i propri obiettivi personali, lavorativi, sociali ed economici. È autrice del libro edito da Mondadori Leadership al Femminile, scritto a quattro mani con la collega Francesca Romano, un percorso stimolante e ricco di esercizi pratici in cui si impara che, per essere leader, non è necessario emulare i comportamenti maschili perché ogni donna ha già tutti gli strumenti necessari.
Qual è la differenza tra un leader e un capo?
“Il capo ha autorità quindi tende ad impartire ordini ai suoi sottoposti e a farli eseguire. C’è un atteggiamento e una modalità di comunicazione poco legata alla parte di relazione ed empatia. Se guardiamo al passato la leadership, oltre ad essere declinata al maschile, era proprio questo: atteggiamenti assunti da condottieri, generali, comandanti il cui esercito riceveva gli ordini e doveva eseguirli. La leadership di oggi è un concetto basato sul guidare le persone partendo dall’essere un esempio per loro; il leader è empatico, oltre a dare il buon esempio ascolta l’altro, si impegna a capire di cosa ha bisogno, lo guida verso una direzione comune oppure guida l’altro a raggiungere i risultati che si è prefisso”.
Quindi il leader è un modello, mentre il capo è qualcuno che ordina cosa fare?
“Esatto”.
Tu e Francesca avete declinato il termine leader al femminile. Rispetto al passato sono cambiate tante cose ma, secondo te, perché nel XXI secolo c’è ancora il bisogno di specificarlo, la parità di genere è ancora lontana?
“Io e Francesca siamo coach nella nostra leadership school, io faccio questo lavoro da quindici anni. Nella nostra carriera abbiamo incontrato tantissime donne che sentivano la necessità di crescere, di formarsi e che allo stesso tempo avevano paura di mettersi in gioco nel mondo del lavoro a causa di pregiudizi personali e sociali. Per capire cosa significhi per una donna intraprendere un percorso che la porti ad essere leader di se stessa, bisogna affrontare alcuni retaggi culturali che io e Francesca per prime abbiamo sperimentato. Lavorando su noi stesse per acquisire la consapevolezza e il successo cui aspiravamo, siamo arrivate a trasformarci in uomini adottando atteggiamenti tipicamente maschili.
Mi spiego: la leadership è sempre stata una caratteristica attribuita all’uomo. Qualcosa è cambiato nell’arco del tempo ma, per una donna che abbia ricevuto una determinata educazione, con alle spalle gli insegnamenti delle nostre nonne per cui la figura femminile ha un ruolo sottomesso, non è facile liberarsi di certi retaggi mentali. Così, per emergere nel mondo del lavoro o assumere un ruolo di guida in altri ambiti, ci si sente in dovere di comportarsi come uomini, mettendo in pratica degli atteggiamenti che snaturano la femminilità.
Tuttavia Leadership al femminile non parla solo alle donne ma descrive uno stile di leadership che tiene conto di caratteristiche che appartengono anche all’uomo. Gli uomini sono sensibili, dolci, empatici; una donna può esserlo in modo più naturale, ma anche l’uomo lo è. Io e Francesca per prime abbiamo dovuto lavorare su noi stesse per imparare ad impiegare certe caratteristiche che si reputano incompatibili con la leadership. Si pensa che per essere leader bisogna essere inattaccabili, invulnerabili, gestire le cose con distacco emotivo e si sottovalutano doti come dolcezza ed empatia.
Sul lavoro come nella vita di tutti i giorni, le persone hanno bisogno di essere capite, di essere prese in considerazione, ascoltate e ricevere complimenti, vogliono dei feedback per migliorare e crescere, e tutto ciò deve venire da qualcuno che gli faccia da guida, non che si metta su un piedistallo. Anche alla vulnerabilità viene data una connotazione negativa, invece è un valore aggiunto. La vulnerabilità rende umili, porta le persone ad interrogarsi sui propri limiti, sui margini di crescita e di miglioramento. L’umiltà è apprezzata dagli altri, ci rende persone con cui ci si può confrontare e con cui si può comunicare.
Il leader è una guida che gioca alla pari con i suoi collaboratori e con il proprio team. La leadership, poi, è un concetto che riguarda sia la sfera personale che professionale, si può essere leader in famiglia, in coppia, nelle decisioni, nei confronti degli amici. È un concetto abbastanza ampio.
Abbiamo accennato alla mentalità maschilista imperante che tende spesso ad ostacolare le donne soprattutto sul lavoro. Quanto, invece, sono le donne stesse ad ostacolarsi?
Molto. Di fronte alla possibilità di entrare a far parte di un’azienda, società o ambiente considerato maschilista, molte donne decidono di non provarci affatto, più per paura di uscire dalla propria zona di comfort e di mettersi in discussione che per un reale ostacolo.
Io credo che siamo tutti uguali, uomini e donne. C’è chi ha più esperienza in una cosa e chi in un’altra. La donna viene definita “sesso debole” perché la si considera in termini di forza fisica ma in termini di cultura e di abilità non esiste un sesso debole.
Se si crede in qualcosa questa condizionerà le nostre scelte e il nostro cammino. Una donna convinta che non riuscirà a trovare lavoro a causa del genere, dello stato civile e del proprio desiderio di mettere su famiglia, sulla sua strada troverà aziende che non sono disposte ad assumerla proprio per queste caratteristiche perché lei stessa, focalizzandosi su certi requisiti limitativi, sarà portata a trovare conferma delle proprie idee. Abbandonando le false credenze e lavorando su se stessi si trovano più opportunità o si trova il modo di crearsele.
La zona di comfort riguarda anche il lavoro. Siamo cresciuti con l’idea del posto fisso e del percorso di studi con lavoro assicurato per poi trovarci a vivere in una società talmente dinamica e in evoluzione che il primo passo da fare è prendere consapevolezza delle proprie capacità e darsi da fare. Niente arriva dall’alto…
Bisogna creare le proprie opportunità
Da donna leader, c’è una regola che hai fatto tua o un consiglio che vuoi dare?
“Credo di sì. Quello che mi ha permesso di crescere come persona - perché credo che il successo lavorativo ed economico sia una conseguenza della crescita personale - è stato l’aver sempre seguito una regola che recita così: “Ho paura di questa cosa? Allora la faccio!”. Come dice Anthony Robbins “if you can you must”: quando hai il timore di fare qualcosa ma hai la consapevolezza che farla ti porterà ad un salto di qualità, allora falla. Questo mi ha sempre permesso di avere di un atteggiamento orientato alla crescita”.
Come si fa ad intraprendere un percorso di crescita personale guidati da te, dove possiamo trovarti?
Il nostro corso Fly attivo in 20 città d’Italia. Io viaggio molto ma sono maggiormente nella nostra sede di Roma. Qualunque sia l’obiettivo che vogliono ottenere le persone che si rivolgono a noi, in generale hanno forte predisposizione alla voglia di crescere e cercano un modo per alzare la qualità della propria vita. Ad esempio, un imprenditore che voglia fatturare di più, avere leadership, gestire al meglio una squadra, segue i nostri corsi per imparare le tecniche che lo condurranno verso quell’obiettivo. Spesso le persone hanno competenze tecniche professionali ma gli manca la sicurezza personale, la stima in se stesse.
I nostri corsi insegnano ad alzare i propri standard allenandosi in modo pratico. Ad esempio, per imparare a gestire le emozioni ci sono tre giorni di emotional fitness che tiene direttamente Roberto Re, il top in Italia tra i formatori. Nel giro di 3-6 mesi dal 30 al 50% delle persone realizza gli obiettivi che si erano prefissate. La nostra è una community in cui ci si diverte tantissimo!