Personaggi

“Mi sono trasformata in Profumo”.
Elena Sofia Ricci e la bellezza che viene dall’Anima

Elena Sofia Ricci Per molti anni Elena Sofia Ricci ha indossato un profumo solo suo, una fragranza nata dalla miscela di un olio essenziale regalatole dall’amica Silvia e qualche goccia di talco profumato scoperto grazie ad una collega. Un profumo che ha a che fare con l’infanzia e con la parte più selvaggia e incontrollata dell’anima. In questa intervista l’attrice, attraverso una storia intima che tocca i suoi ricordi di bambina, racconta com’era ieri e com’è oggi, nel tempo presente del suo essere donna consapevole e bellissima.

ES è il nome del suo profumo. A cosa si riferisce?
“Prende il nome sia dalle mie iniziali che dall’ES, ovvero quella parte della personalità che Freud identifica nel bambino libero, negli impulsi primordiali, nelle pulsioni primarie dell’essere umano prima di essere intrappolate dall’Io e Super Io. Diciamo che io non sono stata molto brava a liberare prima questa parte di me più profonda, libera e trasgressiva, perché ho avuto un Io e Super Io che si sono palesati piuttosto precocemente e sono stati anche abbastanza severi. Ho provato a liberarla in questo profumo”.

Sembra una storia molto personale che parte dalla sua infanzia. Le va di raccontarcela?
“È vero, ha a che fare con l’infanzia. La miscela nasce dall’incontro tra un olio essenziale e un talco profumato. L’olio essenziale era stato un dono della mia amica d’infanzia Silvia, suo padre lo aveva creato come esperimento per un profumo che non è mai stato fatto. Molti anni dopo, circa vent’anni fa, la mia collega Giuppy Izzo arrivò sul set con indosso un profumo di talco meraviglioso. Le chiesi dove lo acquistava e mi parlò della Farmacia del Castello a Genova, da cui cominciai ad acquistare il talco. Per anni ho miscelato queste due fragranze che insieme facevano il profumo che indossavo ogni giorno. L’olio essenziale della mia amica Silvia, però, non era eterno, e presto mi accorsi che stava per finire. A quel punto mi rivolsi a Caterina Roncati della Farmacia del Castello, da cui era nato il profumificio La Strega del Castello, affinché ricreasse quell’essenza che stavo perdendo. La ricerca è durata un anno ma c’è riuscita. Insieme abbiamo creato ES calibrando le percentuali di essenza e di talco”.

Il profumo è una nota distintiva di chi lo indossa, il suo in particolar modo. Come mai ha scelto di condividerlo con gli altri?
“Quando l’ho detto a mia figlia Emma non è stata molto contenta perché quello era il mio profumo e lei sapeva se ero rientrata in casa dalla scia che sentiva dall’ascensore, così come sul set sapevano che ero arrivata quando lo sentivano. La ragione è legata a Elena Sofia piccola piccola, imprigionata nella parte più profonda di me. Da un po’ di tempo sentivo l’emergenza e il bisogno di liberarla. Avevo la sensazione che liberando ES qualcuno che amasse questa fragranza potesse in qualche modo avermi addosso”.

E le persone che la conoscono, oltre a sua figlia, come hanno reagito?
“Questo profumo sono io. Una mia carissima collega, Nicoletta Braschi, non ha potuto partecipare alla presentazione ma lo ha comprato a scatola chiusa e poi mi ha chiamata ringraziandomi. Le ho detto di far conto che, indossando il mio profumo, era come se mi fossi accollata a lei, come se avesse sempre un mio abbraccio addosso (ride). Anche altre amiche che vedo poco lo hanno comprato perché sentono che è come se stessimo vicine.
Come me questo profumo ha una personalità forte ma non invadente, è molto delicato. Io e Caterina siamo veramente orgogliose del risultato. Diciamo che in vita mia mi sono trasformata in tante cose, adesso anche in un profumo”.

Elena Sofia Ricci Com’era Elena Sofia Ricci da bambina, aveva dei modelli di bellezza? Se si guardasse oggi con i suoi occhi da bambina si riconoscerebbe in quei modelli o è cambiato qualcosa?
“Da piccola volevo essere come Sylvie Vartan: magrissima, biondissima, capelli lisci. Ebbene non ero niente di tutto questo. Non ero magrissima, avevo i capelli biondini sì ma molto mossi, ricci. Era un modello difficile da raggiungere, per cui facevo dei tentativi un po’ goffi che non venivano molto bene. Oggi guardo con tenerezza a quella bambina e diciamo che il mio modello è un po’ cambiato. Forse tornerei ai miei quarant’anni ma mi piaccio più oggi di quando ne avevo sedici o diciassette”.

E oggi, da grande, come si vede?
“Bene, certo meglio vestita, il costume da bagno mi donava di più quindici anni fa, ma sto crescendo bene (ride)”.

Lei è una donna bellissima e molte lettrici si chiedono di certo se ha dei segreti di bellezza, delle abitudini a cui si attiene…
“Sì. Prima di tutto devo ringraziare madre natura perché la genetica mi ha aiutata e lì non ho meriti, poi però la bellezza va coltivata, non solo quella esteriore ma soprattutto quella interiore perché le due cose non sono disgiunte. Io faccio molto per me, prima di tutto ho smesso di fumare ventisette anni fa. Sebbene avessi fumato per poco tempo, mi sono accorta rapidamente di quanto fossero stupide e dannose le sigarette, augurandomi che non vadano più tanto di moda e invitando tutti i ragazzi a smettere, si tratta di un’abitudine per cui si paga per morire o, alle buone, per invecchiare male e non ha senso. Poi sono molto attenta all’alimentazione perché tendo ad ingrassare quindi faccio attività fisica con il mio personal trainer Marco Ortolani, mio amico d’infanzia”.

Fa delle diete apposite abbinate all’attività fisica?
“Sì, ho cura del mio corpo. Mi strucco tutte le sere e litigo con la più piccola delle mie figlie perché non lo fa. Ed ogni giorno applico delle buone creme, alcune prodotte da La Strega del Castello”.

Insomma ha delle sane abitudini quotidiane ma nulla di invasivo. Lei in una recente intervista pubblicata su Vanity Fair ha dichiarato che non ha ricorso né intende ricorrere alla chirurgia estetica, è vero?
“Non ho detto proprio questo. Non ho ricorso in passato ma se tra qualche anno vedessi che mi deprimo troppo, non escludo la possibilità di un lifting, mai dire mai. Al momento non ne sento la necessità, né mi piacerebbe perché penso di star bene così. Faccio un lavoro in cui serve che i volti siano veri ed espressivi, me ne guardo bene dall’intaccare la verità che porto sul viso. Come diceva Anna Magnani: “nun me leva’ le rughe che c’ho messo cinquant’anni a fammele veni’”.

Elena Sofia Ricci L’attore ha bisogno di un mezzo su tutti: il corpo. È attraverso il lavoro che fa su di sé che nasce quella sintonia che gli permette di provare in scena le stesse emozioni del suo personaggio. Lei crede che intervenire in modo evidente sul proprio aspetto vada in qualche modo a minare il rapporto di autenticità che c’è tra attore e personaggio?
“Esatto, per me è un motivo in più che mi allontana dalla chirurgia estetica. E poi, come dico sempre, servirà qualche vecchia vera al cinema e alla televisione un domani, se tutte ci trasformiamo in muppet chi la interpreterà? Quindi io vorrei essere tra le poche candidabili (ride)”.

Quindi non è contraria agli interventi di chirurgia estetica?
“No, non sono contraria anche perché ognuno deve fare i conti con le proprie fragilità, siamo tutti esseri fragili. A me dispiace e addolora vedere dei bei visi stravolti dalla chirurgia, questo sì. Ho un carissimo amico chirurgo plastico che spesso mi dice che quando vorrò mi farà un lifting. Lui è bravissimo, non ho visto nessuna che sia passata dalle sue mani mostrare i segni evidenti di un intervento, piuttosto manda via i pazienti che desiderano risultati molto vistosi”.

Ci vuole dire chi è?
“Giuseppe Leopizzi, bravissimo chirurgo plastico e mio carissimo amico. Ecco, io capisco di più un lifting fatto bene che riempirsi il viso per risollevare le zone cadenti. La scienza ha dimostrato che il corpo è destinato a cadere sotto la forza di gravità, bisogna ricordarselo o si continuerà a vedere in giro certe mostruosità”.

Anche tra i giovani?
“Sì, anche tra i giovani. Vedo aspiranti attrici molto giovani con labbra gonfie di cui non capisco il motivo”.

Il tema della bellezza è un grande classico da cui il cinema italiano ha molto attinto, penso a Visconti ma anche ad esempi più recenti. Ultimamente anche sulle passerelle sembra emergere un ideale che va contro il dilagante ricorso alla chirurgia estetica, con una predilezione per modelli che rappresentino altre qualità e promuovano la diversità. Cosa ne pensa? Da donna e madre spera che i modelli di bellezza fino ad ora proposti migliorino o cambino in futuro?
“Certo che me lo auguro, ho due figlie meravigliose e spero che non finiscano vittime di certi modelli inquietanti proposti in maniera aggressiva soprattutto dai social. Ho una figlia di 14 anni bellissima e una di 23 altrettanto bella ma che è già più strutturata come carattere rispetto alla piccola che è più a rischio. Spero in nuovi modelli che propongano una bellezza che venga anche da dentro, perché si può anche non essere particolarmente belli esteticamente se madre natura non è stata particolarmente generosa, ma sviluppare una bellezza interiore talmente forte, eclatante, che passi attraverso gli occhi. Io penso di essere una bella donna ma non perché non fumo, faccio ginnastica, mangio bene, piuttosto perché ho curato la mia anima, la mia testa, la mia cultura. Questo è importantissimo perché la ricchezza che si ha dentro passa dal viso, dallo sguardo. Mi auguro che i prossimi modelli guardino a questo sebbene non mi sembra che il momento storico in cui viviamo dia un’attenzione particolare all’arricchimento dell’individuo dal punto di vista della cultura e dell’arte. In questa fase della nostra esistenza l’estetica sembra completamente disgiunta dall’etica e questo fa paura”.

Ha dei consigli da dare agli uomini?
“Uomini e donne, leggete di più. Leggete i classici. Ieri ho visto il Maestro e Margherita con Michele Riondino (al Teatro Eliseo di Roma, n.d.). Questa opera di Bulgakov è stata per me un romanzo di formazione e ieri, rivedendola a teatro nella bravura di tutto il cast, mi sono trovata davanti un capolavoro assoluto. Leggete tutto, dalla tragedia greca in poi, perché i grandi classici della letteratura e del teatro parlano di noi, ci portano a riflettere su noi stessi, cosa che dovremmo fare tutti”.

Quindi il consiglio è coltivare l’anima prima di ogni altra cosa?
“Sì, anche perché un uomo può essere esteticamente bellissimo ma se non ha nulla da dire è attraente quanto un carciofo (ride)”.

Il profumo di Elena Sofia Ricci è ES, una fragranza molto personale prodotta dal profumificio La Strega del Castello. La fragranza ha origine dall’infanzia dell’attrice e dalle note più impalpabili della sua personalità

di Teresa Peccerillo