Elisabetta Pozzi è Cassandra, la forza e la fragilità di una Donna incredibilmente moderna
IN BREVE:
- Cassandra o dell’inganno, la drammaturgia portata in scena da Elisabetta Pozzi
- Una scena antica con una visione contemporanea
- Il ritratto di Cassandra illustrato da Elisabetta Pozzi
- I mille volti di Cassandra e le problematiche trattate
- Riflessione
- Descrizione dell’opera
- L’intervista a Elisabetta Pozzi
- Conclusioni
Elisabetta Pozzi porta in scena una drammaturgia straziante, ma, al contempo, di inestimabile Bellezza e fascino: ‘Cassandra o dell’inganno’. Una Donna, Cassandra, passata alla storia a causa del suo ‘dono’, quello della preveggenza, che le aveva permesso di comprendere come, quel famoso ’Cavallo di Troia’, fosse solo un inganno e non un regalo da parte dei Greci.
Un’interpretazione magistrale portata sul palco dall’attrice pluripremiata e diretta dai più importanti registi europei, celebre anche per aver interpretato grandi classici e capolavori contemporanei, Elisabetta Pozzi, la quale, attraverso la sua ‘Cassandra o dell’inganno’, pone i riflettori su una delle più celebri scene antiche della storia dando una visione contemporanea e del tutto inusuale.
Il ritratto illustrato dalla Pozzi è inusuale e inaspettato, in chiave moderna poiché le tematiche trattate sono molteplici e attuali, proprio come riferito dalla medesima attrice che ha voluto porre volutamente l’attenzione del pubblico e di chi la ascolta su ciò che è divenuta la società nel corso degli anni.
I mille volti di Cassandra sono rappresentati, poi, da una miriade di Donne che hanno dovuto patire e conoscere la derisione e, come la profetessa, non sono mai state credute. Un tema attuale che ci induce e ci obbliga a un’attenta riflessione di ciò che il mondo e la società sono, ormai, divenuti.
D’altronde, il vento del cambiamento potrebbe anche soffiare su codesta società del tutto egocentrica, affinché la chiave dei cuori venga rappresentata dalla semplicità e da quel limite invalicabile che non dovremmo più superare, proprio come ribadisce la Pozzi.
‘Elisabetta Pozzi compone un ritratto originale di una delle figure più tragiche della mitologia classica: la profetessa troiana Cassandra a cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro e insieme la condanna di non essere creduta. Partendo dalle tragedie classiche e raccogliendo suggestioni anche da autori contemporanei (da Seneca a Christa Wolf, da Omero a Ritsos fino a Szymborska e Pasolini), l’attrice-autrice restituisce la potenza di un personaggio di strabiliante modernità, in cui convivono forza e fragilità.
Tema principale ‘la scena delle donne’ dedicato a Eleonora Duse di cui ricorre il centenario della morte’.
L’intervista
Elisabetta Pozzi, cosa rappresenta per lei ‘Cassandra o dell’inganno’?
‘Si tratta di un testo scritto, anzi riscritto che, ormai, sento mio. Io prendo spunto dall’immagine di Cassandra, la profetessa troiana non creduta che, pur avendo annunciato e rivelato che, all’interno del cavallo di Troia (quello regalato dai Greci), vi fossero dei soldati nascosti, non fu creduta e, nonostante questa rivelazione i cittadini troiani decisero di portare dentro questo misterioso regalo.
Dunque, io prendo spunto da questo personaggio per poi parlare anche della storia dell’uomo che, a un certo punto, perde il senso del limite e non riesce più a vedere quello che, in realtà, sarebbe molto semplice vedere’
Potremmo dire che si tratta dell’immagine di una Donna molto simile ad altre figure femminili che si sono susseguite nel corso della storia?
‘Sì. Ho studiato questa drammaturgia che, a mio avviso, aveva necessità di essere. La mia avventura con Cassandra ha avuto inizio nel 2011, l’anno in cui un violentissimo tsunami devastò il Giappone, un episodio cruciale che ci ha segnato e ci ha fatto riflettere sul fatto che, questa grande civiltà tecnologica, non è riuscita a salvarsi (perché quello che accadde a Fukushima fu davvero terrificante). Quindi, io rimasi scioccata da tutto ciò, anche perché la nostra epoca è quella che deve avanzare (anche in maniera un po’ cieca e arrogante) verso un qualcosa di cui, forse, non è nemmeno consapevole perché, come ho detto anche prima, ha superato il limite. Anche la natura stessa sfida le capacità dell’uomo che ha oltrepassato il limite. Questa considerazione l’ho fatta insieme a Massimo Fini che tirò fuori questo pensiero cioè che, a un certo punto, ogni grande civiltà porta dentro se stessa un nemico proprio come i troiani portarono dentro questo meraviglioso cavallo che, in realtà, era un nemico. Quindi, questa società che si dirige verso la fine perché non si rende conto di quello di cu, veramente, ha bisogno e non riesce più a vedere quello sta accadendo. Tutto questo ha avuto inizio molti anni addietro, quando l’uomo ha cambiato il modo di concepire la concezione del tempo e, dunque, la società, a un certo punto, ha voluto e ha desiderato migliorare se stessa anche a discapito di regole molto chiare che la natura, molto spesso, detta e, di conseguenza, si arriva poi a una sorta di autodistruzione. È come se lo stesso nucleo sociale diventa vittima di se stessa e questo è molto chiaro perché c’è stato un eccesso su tutto, un eccesso di un limite che non avremmo mai dovuto varcare e questo ha fatto piombare una società che, in qualche modo, era fortificata anche attraverso le proprie tradizioni, i propri miti e la propria memoria, non in un miglioramento di se stessa, bensì in un mondo che non ha più consapevolezza di se stesso e questo porterà, sicuramente, alla conclusione di un ciclo sociale che, senza dubbio, cambierà (ne è stato un esempio l’Impero Romano)’
Secondo lei, in che modo potremmo riconoscere la Cassandra che dice cose reali?
‘Ormai, non è più possibile. A meno che uno non prenda veramente consapevolezza e decida a capire, personalmente, ciò che sta accadendo realmente. Negli ultimi anni, questo è diventato impossibile, perché, parte di questo momento autodistruttivo del mondo occidentale, c’è proprio il fatto di confondere totalmente le idee, cioè di non dare mai una notizia senza darne esattamente il suo contrario, cercare di confondere in modo che non ci si trovi neppure a capire che cosa sta succedendo; c’è qualcosa che ci impedisce una lettura chiara di ciò che accade. Quindi, noi siamo, secondo me, in un momento in cui chiunque abbia un’intuizione (chi non viene ascoltato o magari viene ascoltato, ma, al contempo, viene anche deriso) come la ebbe Cassandra, non viene creduto e viene persino deriso. Ma, il problema è sempre quello, cioè il dono della preveggenza non è un dono divino, ma è proprio una capacità umana di attivare la mente umana, i sensi, lo sguardo per capire quello che potrà accadere, perché è tutto molto chiaro’
Elisabetta, lei si sente un po’ Cassandra?
‘Purtroppo sì’
‘Le Donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza’ Rita Levi Montalcini.