Dr Andrea Lazzarotto. Che cos'è la Bellezza
'La Bellezza nella chirurgia estetica? Quell’approccio naturale che mantiene i lineamenti fisiologici senza stravolgerli
IN BREVE:
- La bellezza tra deontologia e chirurgia estetica
- Il percorso professionale del Dott. Lazzarotto
- Intervista al Dott. Andrea Lazzarotto
- Conclusioni
Quando la chirurgia estetica incontra la professionalità deontologica, in quel preciso istante prende forma la Bellezza. È questo il principio cardine su cui si è formato il Dott. Andrea Lazzarotto che, fin dall’inizio, ha ammesso di essere rimasto affascinato dal mondo della chirurgia estetica incanalandosi in un percorso ben preciso che pone la sua attenzione sulla chirurgia maxillo-facciale, quella che, a suo avviso, rappresenta l’eccellenza delle specialità che riguardano la chirurgia del volto.
Lo stesso Dott. Lazzarotto ha, poi, posto l’accento su alcune peculiarità basilari che contraddistinguono il lavoro del professionista, ovvero il medico attento alle esigenze del paziente, pronto a fornire tutte le delucidazioni possibili, serio, affidabile, ma, soprattutto, sincero ed equilibrato nella divulgazione scientifica sui social. Un giovane medico ricco di valori e sani principi che traduce, quotidianamente, nel suo lavoro e che vorrebbe tramandare ai futuri chirurghi che entreranno a far parte del suo team.
Dott. Lazzarotto, lei è un chirurgo maxillo-facciale. Cosa l’ha spinta, nella sua storia personale, a scegliere questa professione?
‘Io ero affascinato dal mondo della chirurgia estetica e, inizialmente, mi ero affacciato proprio sul mondo della chirurgia generale, quindi avevo fatto un percorso di formazione come ossequio frequentatore di chirurgia plastica. Poi, ho percepito il fatto che il volto fosse la parte del corpo che più mi attraeva e, quindi, ho deciso di intraprendere questo percorso perché la chirurgia maxillo-facciale rappresenta la specialità, secondo me, cardine per quanto riguarda la chirurgia del volto che può essere una chirurgia non solo estetica, ma anche di altro tipo: funzionale, ricostruttivo o altro. Però, proprio perché volevo focalizzarmi sulle caratteristiche del volto, ho fatto questa scelta’
Se potesse eleggere un mentore, se non lo ha già fatto, chi sarebbe?
‘Io sono molto attento alla chirurgia del volto e, nello specifico, gli interventi che faccio con maggior frequenza riguardano la chirurgia del volto, in particolar modo la rinoplastica. Quindi, nel mio percorso formativo ci sono stati dei maestri che mi hanno guidato negli anni della mia formazione e, sicuramente, uno di questi, avendo un percorso all’estero (per la precisione in Portogallo), è Carlos Neves che è un famosissimo rinologo che mi ha dato tanto, mi ha dato fatto crescere tantissimo’
Qual è il trattamento che le viene più richiesto?
‘Nell’ambito della medicina estetica, i trattamenti che vengono più richiesti sono rappresentati dalla tossina botulinica e dai filler a livello generale (la regione zigomatica e la regione a livello mandibolare e delle labbra che sono quelle maggiormente trattate). Per quanto riguarda, invece, dal punto di vista chirurgico e, quindi, la chirurgia estetica: in primis la rinoplastica perché rappresenta, un po’, il mio cavallo di battaglia e anche la pieloplastica fino ad arrivare a un trattamento che è sempre più richiesto, ovvero la mentoplatica chirurgica’
Secondo lei, c’è un motivo specifico che sia in grado di descrivere il motivo per cui vengano richieste per la maggiore quelle che lei mi ha elencato?
‘Secondo me, la richiesta di rinoplastica è giustificata dall’esempio che faccio sempre ai miei pazienti: il naso non ha stagione, nel senso che sia inverno o estate, rispetto ad altri interventi di chirurgia estetica del corpo, il naso è al centro del nostro volto e, quindi, se uno ci guarda la bocca o gli occhi, uno lo guarda per forza; quindi, secondo me, la rinoplastica viene sempre più richiesta perché si è sempre più consapevoli del fatto che il naso ha un ruolo sempre più determinante nell’estetica del nostro corpo’.
Recentemente, si è discusso molto della scelta di fare degli interventi estetici sulle under 18. Lei cosa pensa del divieto imposto in Italia? In che modo tratterebbe una situazione del genere?
‘Io sono favorevole, perché credo che i diciotto anni sono un’età in cui una persona ha sviluppato una maturità per cui possa realmente decidere se quella cosa ha un significato così importante per se stessi e, quindi, farlo. Per esempio, una ragazza di 18 anni che decide di rifarsi il naso, se ha un qualcosa che le crea un disturbo vero e la fa vivere male e, questo disturbo, è certificato allora io non pongo un limite, perché secondo me può farlo sia a 18 anni che a 20. La cosa fondamentale è che ci sa un desiderio maturato nel tempo,, quindi che non sia una moda o un qualcosa a cui, questa persona, ci sta pensando giusto per farlo; perché siamo, comunque, nell’abito della chirurgia. La chirurgia deve essere rispettata, ma lo stesso vale anche per la medicina estetica perché è vero che stiamo facendo qualcosa di irreversibile, ma comunque stiamo parlando di una procedura medica che richiede il massimo rispetto. Quindi, credo che la maggiore età permetta di avere quella maturità che induce a capire se quella è la cosa giusta da fare per se stessi’
Quindi, un intervento rivolto a chi ha una sorta di ‘patologia e non a chi, seguendo la moda, cerca di imitare il suo influencer preferito.
‘Certo, quello è un altro pianeta, un altro discorso. Cioè, si possono fare procedure chirurgiche anche in pazienti under 18, ma l’importante è che ci sia un’implicazione di tipo funzionale o patologica e non solo una richiesta per il benessere estetico’
Il rapporto con i pazienti è sempre facile?
‘Di base, il rapporto con i pazienti non è una cosa che di prassi, o meglio, automaticamente è facile. Tutto dipende da come il medico stesso di pone. Secondo me, se il medico si pone con serietà, autorità e solo per il bene del proprio paziente, credo che il paziente, allo stesso tempo, possa dargli rispetto e, quindi, instaurare un ottimo rapporto. Poi, ci sono sempre dei casi eccezionali, ma credo che il modo in cui i pazienti si rapportano a noi, molto spesso, dipende da come noi ci rapportiamo a loro’
Quali sono le maggiori difficoltà che riscontra nel modo in cui la sua professione viene raccontata al pubblico?
‘Assolutamente sì. Io parlo, in particolare, per quello che riguarda la medicina estetica. Io credo che ci sono delle persone, fondamentalmente dei colleghi, che hanno totalmente perso qualunque senso deontologico in questa professione. Anche se facciamo medicina estetica (fortunatamente io non faccio solo questo), questa è un atto medico. Vediamo molto spesso dei colleghi che, prima di apparire come medici, appaiono come showman e fanno promozioni. Quindi, c’è stata una mercializzazione di questi trattamenti. Però credo che, allo stesso tempo, questo sia un vantaggio perché il paziente che è istruito e cerca un professionista di qualità, sa bene da chi andare e chi evitare’
Se potesse cambiare qualcosa, cosa cambierebbe?
‘Ci vorrebbe, sicuramente, una regolamentazione più stringente dal punto di vista di come ci si può far pubblicità e le promozioni dovrebbero essere una cosa proibita e dovrebbero punire chi le fa. Bisogna fare una bella distinzione tra il medico estetico che non è uno specialista in nulla perché è un medico laureato in medicina, ma senza alcuna specialità e chi, invece, fa la medicina estetica con una specialità alle spalle di 5 anni ulteriori ai 6 già sommati della laurea in medicina. La formazione, alla luce curricolare, è differente’
I social fanno bene o fanno male al mondo della chirurgia e medicina estetica?
‘Secondo me fanno sia del bene che del male. Il male sicuramente per quello che le ho detto in merito alle promozioni, agli showmen, ai fenomeni di baraccone come quei personaggi che si fanno i video mentre ballano durante i trattamenti (cose che non si possono assolutamente vedere per la professionalità che abbiamo e per il rispetto che dobbiamo avere della nostra professione). Dall’altro lato, la divulgazione scientifica, in ogni sua forma, se è tale non può far altro che fare bene e dovrebbe essere ampliata (solo se scientifica)’
Il suo personale ideale di bellezza, qual è?
’Secondo me, deve essere quella Bellezza che, nell’insieme, la persona deve apparire bella, ma, una volta che si mostra davanti all’amica o dalle colleghe in ufficio, non capisce dove, esattamente, ha migliorato se stessa. Io dico sempre che la Bellezza è quando una collega ci dice ‘ti vediamo bene in questo periodo; ti vedo più rilassata; ma come stai bene’, senza dire ‘ma ti sei rifatta il..., ma cosa hai fatto al...’, secondo me è quell’approccio naturale che mantiene i lineamenti fisiologici senza stravolgerli’
Ora guardi un attimo a lei da bambino. Si sarebbe mai aspettato di diventare uno stimato chirurgo?
‘Da bambino forse no perché, comunque, da bambino le passioni erano altre e, quindi, fare le classiche professioni più famose e comuni a tutti i bambini quando si gioca. Però, ho maturato l’idea di fare medicina nel corso degli ultimi anni delle superiori, vero i 16/17 anni e, fortunatamente, sono riuscito a raggiungere questo perché, altrimenti, mi sarei sentito un po’ in difficoltà dato che non avevo un piano B. Quindi, diciamo che mi ritengo estremamente fortunato’
Se potesse dire qualcosa a quel bambino, cosa sarebbe?
‘Direi di fare quello che ha fatto e, magari, alcune volte di essere più spensierato e di godersi un attimino la situazione perché sono molto attratto e assuefatto dal mio lavoro; quindi, ogni tanto, bisognerebbe staccarci per un attimo’
La sua professione può essere paragonata all’artista che modella la materia ma anche allo scienziato. Lei si sente più artista o più scienziato?
‘Mi sento più artista, lo ammetto. Cioè, secondo me, bisogna essere di base un po’ scienziati che, nell’immaginario, viene pensato come una persona che segue le regole, che analizza, che studia; però, credo che, nel nostro ambito, un chirurgo debba essere un po’ un artista perché non sempre ciò che è scritto sui libri si può eseguire alla perfezione (perché, magari, ci sono delle condizioni tali per cui qualcosa cambia o varia) e, quindi,, un velo di artistico ci vuole per poter raggiungere il massimo risultato’
Pubblicità sanitaria, tema scottante! Quali piattaforme usa per farsi conoscere dal suo pubblico?
‘Io, fortunatamente, fino a ora non ho mai sponsorizzato nulla. Semplicemente, sui social mostro una parte di quello che faccio, ma lo mostro con una scientificità e con uno sperone elegante affinché una persona possa capire a che professionista si sta rivolgendo. Però, io credo che non ci sia pubblicità migliore del passaparola, cioè che le recensioni positive, il fatto che una paziente parli bene e lo dica è quello che vale di più di qualsiasi sponsorizzazione o altra cosa’
Finti medici. Vuole mandare un messaggio a chi si spaccia per ciò che non è?
‘Questa è una cosa gravissima. Io credo che essere dei finti medici o chi si spaccia tale, diciamo che ci sono persone che dicono di essere tale e possono, davvero, mettere a repentaglio la salute delle persone solo per avere un benessere economico. Credo che questa cosa sia di una gravità inaudita. Sia il senso deontologico che quello di amor proprio, devono prevalere. Pensare di fare del male a un’altra persona è qualcosa di veramente inaccettabile’’
La professione medica sembra stia diventando sempre più difficile da raggiungere, ha un messaggio per tutti gli studenti che ambiscono a diventare medici?
’Il messaggio che voglio mandare ai ragazzi è che, molto spesso, si è attratti dalla fama e dall’aspetto economico immediatamente, perché il più delle volte vediamo tantissimi colleghi che fanno medicina e, poi, magari decidono di non prendere alcuna specialità perché attratti dalla medicina estetica. Quest’ultima è una gran cosa che merita rispetto, ma, avere un background, una specialità, cioè un ulteriore studio di ulteriori 5 anni permette di far sì che uno possa gestirsi, conoscere, comprendere ancor meglio le esigenze di un paziente. Quindi, consiglio di non mettere al primo posto l’aspetto economico, ma mettere al primo posto il desiderio di avere una formazione completa’
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
‘Allora, io sono ancora giovane, quindi ci sono ancora tantissime cose da imparare e altrettante da sviluppare e, nel mio programma, ho l’idea di fare una serie di esperienze in famosi centri a livello internazionale che spero di portare a termine nei prossimi anni. E, poi, ovviamente, quello di creare un gruppo, perché, comunque, io sono giovane, però è normale che ci sia un’evoluzione per cui è giusto anche formare delle persone dopo di me in modo tale da creare un team che permetta di raggiungere dei grandi risultati’
‘La Bellezza non è che una promessa di felicità’ Stendhal.