Dott. Daniele Fasano. La Mastoplastica secondaria
IN BREVE:
- La scelta del paziente che decide di sottoporsi alla mastoplastica additiva
- Il consiglio dell’esperto: rivolgersi sempre a uno specialista
- Gli step da rispettare
- Cos’è una mastoplastica secondaria
- Le differenze che intercorrono tra le due mastoplastiche
- L’intervista al Dott. Daniele Fasano, già presidente SICPRE
La peculiarità di descrivere un determinato intervento invasivo come viene rappresentato dalla mastoplastica additiva è, sicuramente, un fattore cruciale per il paziente che vi decide di sottoporsi, in tale contesto, però, occorre sapere chi è lo specialista che esegue codesto intervento, qual è la sua esperienza e, soprattutto, sapere quanto sia necessario interloquire con il medico che, successivamente, andrà a eseguire quello che è stato concordato con lo stesso. L’importanza di tale intervento si potrebbe tradurre poi, con il passare degli anni, nel bisogno di ricorrere a una mastoplastica secondaria. A tal proposito, diviene indispensabile la figura di un uomo che riesce a fornirci delle delucidazioni in merito alla differenza che intercorre tra mastoplastica additiva e mastoplastica secondaria, in particolar modo cosa si intende per quest’ultima, quando occorre sottoporsi a tale intervento e perché viene eseguito. Il Dott. Daniele Fasano, presente anche lui al convegno svoltosi a Roma e già presidente della SICPRE, evidenzia i punti essenziali sfatando quei miti che, per troppo tempo, hanno fatto discutere e sono stati oggetto di informazioni non corrette.
Intervista al Dott. Daniele Fasano
Dott. Fasano, in merito alla mastoplastica additiva possiamo affermare che è uno degli interventi maggiormente richiesti, ma, talvolta, accade che si necessita di fare una mastoplastica secondaria. Cosa significa?
Mastoplastica secondaria significa una mastoplastica che avviene dopo un iniziale intervento di mastoplastica additiva per motivazioni varie. Possono essere delle motivazioni anche abbastanza iniziali, cioè: il desiderio di cambiare volume della protesi oppure la necessità o l’opportunità di correggere la forma della mammella e, di conseguenza, modificando e sostituendo la protesi. Oppure possono essere altre motivazioni: un irrigidimento della protesi o, anche con una certa frequenza soprattutto a distanza di tempo, una rottura o una usura della protesi’
Quindi è vero che si rompono (non in aeroplano dato che è stato sfatato questo mito)?
No, non in aeroplano, ma le protesi, pur essendo degli impianti altamente controllati, nel tempo possono rompersi e possono usurarsi. Rotture poco frequenti nei primi anni, ma possibili anche nei primi anni, con un aumento della frequenza col passare degli anni. Quindi, dopo i 9/10 anni prima raccomandazione è fare prima un’ecografia annuale per valutare se la protesi è integra oppure no; secondo punto, in caso di rottura, la protesi deve essere sostituita. Cosa significa? Rimuovere la protesi, fare una pulizia dei tessuti con la capsula che circonda la protesi, rimodellare tutto quanto e inserire una nuova protesi. Questo significa anche che, molto spesso, questo intervento assume più dei connotati di una chirurgia ricostruttiva, perché, al fine di mantenere un risultato, è necessario ricreare uno spazio corretto che spesso potrebbe non essere lo stesso della prima mastoplastica additiva’
A causa di tutte queste cliniche low cost ci sono stati vari scandali e abbiamo dei casi in cui varie donne hanno avuto dei problemi funzionali veramente molto gravi, come addirittura il caso di una signora che non riusciva più ad alzare le braccia oltre un certo limite (era costretta in quanto era stato eseguito male questo intervento) che significa? Perché una persona non alza più le braccia a un certo punto con la mastoplastica fatta male?
‘Diciamo che queste sono le evenienze piuttosto rare ovviamente e avvengono nel caso di una mastoplastica fatta inserendo la protesi al di sotto del muscolo pettorale, cosa che avviene con una certa frequenza. Ma, se sono stati fatti dei danni al muscolo, ovvero se la tasca che è stata creata non è idonea si può avere un dolore tale che induce la donna a non alzare le braccia. Quindi, anche questa è un’evenienza da sottolineare, ma relativamente - richiede poi una secondaria semmai - ovvio, perché questo è uno dei casi nei quali devi rioperare’
Le è mai capitato Dottore?
‘Di donne che non alzano le braccia, onestamente no. Di donne che, invece, hanno dolore sì e, in questi casi, si esegue un intervento secondario - per risolvere il problema - per cercare di risolvere il problema. È chiaro che, per ritornare al discorso del low cost, spesso in questi casi ci sono delle visite superficiali, spesso sono delle visite non fatte neanche dal medico; mentre, invece, il colloquio, la visita iniziale è fondamentale per poter fare una scelta corretta e arrivare al miglior risultato. Quindi, quello che viene generalmente e soprattutto spinto sui social oggi che è quello di dire ‘devo venire, ma basta che lei mi faccia un preventivo’ non è affatto corretto, la visita è il punto fondamentale per capire la situazione singola della paziente e fare un trattamento personalizzato scegliendo le protesi migliori, la tecnica migliore per quel caso. Perché non esiste la protesi migliore o l’intervento migliore, esiste invece l’intervento migliore e la protesi migliore in quel caso specifico’
Dunque, dopo aver letto e ascoltato il Dott. Fasano appare piuttosto semplice evincere il fatto che, oltre a rivolgersi sempre a uno specialista che vanta alle spalle anni di esperienza, occorre essere certi di volersi sottoporre a tale intervento e, nel contempo, essere consci che, nel corso degli anni, potrebbe essere necessario ricorrere a una mastoplastica secondaria qualora subentrassero delle ‘criticità’ dianzi esposte.