Personaggi
L’ex transgender Vittoria Schisano racconta il suo percorso di rinascita che, grazie alla chirurgia, le ha permesso di essere oggi la donna che voleva…
• Ho sempre saputo di essere Vittoria. Grazie all’amore della mia famiglia e al rispetto per me stessa mi sono detta la verità ed oggi ho la vita che volevo
• In totale ho subito quattro interventi di chirurgia. L’ultimo è stato quello di vaginoplastica a Barcellona con il prof. Ivan Manero
• Chirurgia plastica: Mi sono sempre affidata solo a professionisti seri che hanno saputo mettere equilibrio dove non c’era
• Vittoria Schisano oggi è innamorata: vorrei sposarmi ed avere una bambina
• Ho grande rispetto di me stessa e quindi mangio bene, mi alleno e vivo a regime. La medicina estetica? Faccio botox, iniezioni di vitamine e questa estate ho provato l’Emsculpt per rafforzare addominali e glutei
• Sono fissata con il mio sorriso: mi lavo i denti due volte al giorno e faccio una igiene orale ogni 6 mesi. Mi affido ad Emanuele Puzzilli che esercita ad Ostia
• La mia storia la porto nella soap di Raitre di Un posto al sole
• A chi si sente di vivere in un corpo sbagliato consiglio di amarsi e di dirsi la verità
Alcune parole non le appartengono più: transgender, transessuale, ex uomo. Vittoria Schisano oggi è una donna a tutti gli effetti. Dentro lo è sempre stata ma ora, grazie alla chirurgia plastica e ad un lungo percorso di trasformazione, lo è anche fuori. Il suo passato come Giuseppe è solo un lontano ricordo. Come dice spesso anche lei, la sua sfortuna è stata quella di nascere nel corpo sbagliato ma grazie alla determinazione e soprattutto alla voglia di essere veramente felice, Vittoria ha saputo guardare in faccia la realtà, accettare chi era realmente e adoperarsi per diventare la donna fiera che è oggi.
La sua storia di verità e di rinascita la porta tutti i giorni anche sul piccolo schermo, nella soap preserale di Raitre Un posto al sole, dove interpreta un genitore che deve spiegare alle figlie il suo cambio di genere.
Eh sì, perché Vittoria il suo obiettivo più grande l’ha raggiunto e con estrema serenità è pronta a guardare avanti e a vivere i sogni “normali” di tutte le donne, dal matrimonio alla maternità.
Prima eri Giuseppe ed oggi sei Vittoria. Quando e come hai capito che eri nata nel corpo sbagliato?
«L’ho sempre saputo perché la Natura è un qualcosa di così forte che non puoi ignorarla. Fin dall’età di tre/quattro anni sapevo benissimo di essere Vittoria».
Come ti sei comportata con la tua famiglia?
«Non è mai una cosa semplice da confessare ai propri cari e da affrontare insieme. Il mio è stato un percorso lungo e faticoso sia dal punto di vista fisico che mentale. Credo però che laddove ci sia amore si possa superare tutto e con la mia famiglia c’è un rapporto di amore totale che ci ha permesso di vivere insieme questa mia rinascita. Ricordo ancora che mio padre poco prima di morire mi scambiò per mia sorella quando mi vide sulla porta della sua stanza. Già sapeva che ero femmina, che ero Vittoria».
Quando è iniziato il tuo percorso di trasformazione?
«È iniziato tutto più o meno 7 anni fa con un percorso ormonale a cui poi sono susseguiti quattro operazioni chirurgiche. L’ultima tappa è stata a Barcellona dove mi sono sottoposta all’intervento di vaginoplastica con il prof. Ivan Manero, uno dei tre professionisti più bravi al mondo in questo campo. Con lui mi sono trovata benissimo perché mi ha trattato sin da subito come una donna e mi sono sentita guardata dentro prima da un uomo e poi da un medico che ha saputo mettere armonia ed equilibrio laddove non c’era. Ho preteso per me il meglio perché si tratta di un intervento complesso dove, se si sbaglia, è molto difficile porre rimedio. È durato 10 ore ma dopo mi sono sentita bene, rinata, finalmente nel corpo che volevo. Dico sempre che c’è un bisturi che si ferma al corpo ed uno più profondo che arriva fino all’anima e ti regala la vita che vuoi. La scelta del chirurgo è fondamentale perché c’è chi fa questo mestiere semplicemente per guadagnare e chi invece ci mette passione ed ha amore per il bello. A fare la differenza è il buon gusto, l’intelligenza, la sensibilità non solo del paziente ma anche del medico che ti opera».
Vittoria, come hai maturato la scelta del cambio del sesso?
«La mia non è stata una scelta. Si sceglie di farsi un tatuaggio, di cambiare colore di capelli, di farsi il seno più grande. Io semplicemente mi sono detta la verità e di conseguenza non potevo fare a meno di fare quello che ho fatto. Mi sono sentita davvero in pace ed in armonia con me stessa quando ogni parte di me raccontava la verità, raccontava di Vittoria».
Com’è oggi il tuo rapporto con gli uomini? Sei innamorata?
«Sì, credo molto nella famiglia, nelle favole e nel lieto fine. Sono una persona che ama e che è circondata da amore. È una componente essenziale della mia vita, a cui non potrei mai rinunciare. Sono innamorata da circa due anni. È una storia che all’inizio ho tenuto segreta ma che oggi ho la serenità di raccontare perché sono una donna matura ed anche perché il mio amore è solido».
Vittoria ha voglia di diventare mamma?
«Sì, mi piacciono molto i bambini. Ho uno spiccato senso materno che per il momento esterno alle mie nipoti. Desidero una figlia tutta mia per vivere attraverso di lei quell’infanzia che a me è stata negata. Sono però dell’avviso che i figli si fanno in due, non prenderei mai questa decisione da sola. Adesso i tempi non sono maturi. Sono molto tradizionalista e quindi prima di diventare madre ti dico che voglio essere una moglie».
Cosa racconteresti di te a tua figlia?
«Le direi quello che ogni genitore dovrebbe dire al proprio figlio, ovvero che nella vita esistono i maschi, le femmine, i gay e poi persone che nascono nel corpo sbagliato. Oggi per fortuna la medicina e la chirurgia ti permettono di mettere equilibrio laddove questo non c’era. Le direi che sua madre è stata una donna che pensava di essere sfortunata perché nata nel corpo sbagliato ma che in realtà ha avuto una grande occasione, quella di diventare esattamente chi voleva. Le racconterei una storia di coraggio e d’amore, una storia autentica perché la verità paga sempre. Mi piacerebbe anche raccontare la mia storia attraverso un libro per bambini, la favola di una principessa incastrata nel corpo di un drago. Sono fortemente convinta che l’importante sia l’amore che riuscirò a trasmetterle. Lo vedo con le mie nipoti: prima hanno vissuto Giuseppe, poi Vittoria senza nessun problema. Per loro la cosa importante è l’affetto che gli trasmetto a prescindere da tutto. Il pregiudizio è qualcosa che appartiene al mondo degli adulti, non a quello dei bambini che guardano prima con il cuore e poi con gli occhi».
Come cura oggi Vittoria la sua femminilità, il suo essere donna?
«Amo la femminilità ed amo le donne. Sono molto serena e l’invidia è un qualcosa che non mi appartiene. Quando vedo una donna bella ne sono affascinata e lo dico senza problemi. Ho un grande rispetto per la categoria. A livello estetico tutto quello che dovevo fare l’ho già fatto. Oggi mi guardo allo specchio e vedo la donna che volevo essere. Ho grande rispetto di me stessa e quindi mangio bene, mi alleno e vivo a regime. Questo non vuol dire che non mi conceda dei peccati di gola ma dopo compenso con la dieta e con una alimentazione sana. Anche la medicina estetica mi aiuta molto. Ludovico Palla è il mio referente su Roma mentre a Napoli vado da Marco Moraci. Faccio botox, iniezioni di vitamine e mi piace sperimentare trattamenti nuovi. Per esempio questa estate ho provato l’Emsculpt, un macchinario che ti permette di fare tanti addominali e di rafforzare i glutei in poco tempo. Ovviamente va associato ad uno stile di vita corretto, perché nessun attrezzo fa miracoli!»
C’è una parte di te che curi di più?
«Sono ossessionata dai denti e da un bel sorriso. Non potrei mai relazionarmi con una persona che non ha cura della propria bocca. Lavo i denti due volte al giorno, li spazzolo almeno tre minuti ogni volta. Ogni 6 mesi mi concedo una igiene orale e uno sbiancamento ogni quattro. Anche in questo caso mi affido ad un grande professionista che è Emanuele Puzzilli che esercita ad Ostia. Il segreto è affidarsi a persone competenti, non a quelle che costano meno o che ci stanno sotto casa».
La tua storia l’hai portata anche sul piccolo schermo nella soap di Un posto al sole. Come ha reagito il pubblico al tuo personaggio?
«Il mio è un personaggio che si ritrova a dover spiegare alle sue figlie il cambio di genere. La transessualità di questo genitore è in realtà solo un pretesto per raccontare una storia d’amore, un legame tra un padre e le sue figlie, in grado di superare qualsiasi barriera. Il pubblico è entusiasta del mio personaggio perché è stato pensato dagli autori della soap con estrema sensibilità, umanità e normalità».
Cosa ti senti di dire a quelle persone che si trovano in un corpo sbagliato?
«Capisco la paura quando realizzi una consapevolezza così importante ma direi loro di amarsi a prescindere e di trovare la forza di essere se stesse sempre, senza maschere, dando così anche agli altri la possibilità di voler loro bene per quello che realmente sono. Se impariamo ad essere autentici siamo più sereni e questo è fondamentale. La vera bellezza non la fa il tacco o il trucco importante ma la serenità che traspare dagli occhi e che viene da dentro».