‘D’Amore si vive, non si muore’: le relazioni tra uomo e Donna - Infoestetica Magazine

‘D’Amore si vive, non si muore’: le relazioni tra uomo e Donna

‘D’Amore si vive, non si muore’: le relazioni tra uomo e Donna

IN BREVE:

  • Il riflesso dell’essenza femminile
  • Cos’è e chi è la Donna
  • Il legame uomo-Donna, il rispetto e l’amore
  • Le interviste
  • Conclusioni

 

La Donna è realmente quel fragile, docile e delicato petalo di rosa che dipinge la vita dell’uomo? La Donna può essere anche questo, ma l’essenza femminile non è sinonimo di debolezza, bensì di forza che si traduce nelle innumerevoli capacità che risiedono nella sua stessa unicità, poiché ogni Donna è differente, ma è così incredibilmente forte da renderla una figura encomiabile e da prendere come esempio.

Forse, è proprio la sua forza che rende la Donna ciò che realmente è, ciò che la rende unica, ma, nel contempo, diversa dalle altre. Le molteplici sfaccettature di questa creatura la illustrano come una figura prettamente e simbolicamente vicina all’immagine di Madre Natura, poiché la Donna è: mamma, nonna, moglie, amica e portatrice e custode di gioie, pensieri e anche amarezze.

La vita di un uomo è strettamente legata all’eleganza e alla finezza della Donna, perché è da lei che ha avuto vita e, questo concetto primordiale, dovrà sempre tenerlo a mente affinché la rispetti in toto e non usi contro di lei alcun tipo di violenza. Solo in tal modo, anche la Donna, dovrà e potrà comportarsi, perché il rispetto è reciproco e la pacifica coesistenza e l’amore non potranno mai essere unilaterali.

Le interviste

Dott. Borraccino, quant’è importante parlare di Violenza sulle Donne?

‘Tantissimo perché vanno bene i provvedimenti delle istituzioni come quelli fatti dalla Regione Puglia con i CAV che aiutano, tutelano e proteggono le Donne vittime di violenza; ma ci sono anche quelli per uomini (sebbene in piccola percentuale), in quanto si tratta di un fattore in crescita e, quindi, a tutela delle persone (in genere) vittime di violenza (ovviamente molto molto di più le Donne che gli uomini).

Però, servono anche delle iniziative come quelle che si sono svolte anche nella città di Taranto con la grande manifestazione promossa da cento associazioni (alla quale ho partecipato) e svoltasi presso il Centro Commerciale ‘Porte dello Jonio’ (organizzata dallo Zonta Club di Taranto e dall’associazione Stella Maris) o quella al Circolo del PD di Talsano.

Servono queste iniziative perché bisogna formare una coscienza, bisogna far ragionare (soprattutto gli uomini) sulla inappropriatezza di alcuni comportamenti (e anche del lessico), incominciare anche a mutare la forma del ragionamento, del pensiero e del lessico rispetto alle Donne.

L’evento in questione è stato alquanto rilevante perché, alcune delle relatrici, ha mostrato (attraverso un gioco) la differenza che intercorre tra alcune frasi o alcuni nomi associati a degli aggettivi che detti al maschile avevano un senso, mentre al femminile erano l’equivalente di ‘meretrice’. Cioè: un gatto morto è un felino deceduto, una gatta morta è una meretrice; un massaggiatore è un uomo che fa massaggi, la massaggiatrice è una meretrice; nel senso che anche questo ragionamento e questo pensiero ricorrente nell’accezione maschile deve cambiare. Quindi, ben vengano iniziative come questa perché ci fanno riflettere, oltre a tenere alta l’attenzione su un tema molto delicato’

 

A suo avviso, il fatto che ora sia stata istituita una giornata (a livello mondiale) dedicata alla Violenza sulle Donne, ci permette di credere che il punto di vista della società sia cambiato su tale problematica?

‘Molto. È cambiata e lo vediamo anche con i provvedimenti legislativi, perché, poi, alla fine, anche il Parlamento Italiano è paradigmatico in merito a quello che avviene nella società. Basti pensare che il reato di stalking è di recente istituzione (circa una quindicina di anni fa), prima non c’era; il codice rosso è di recentissima adozione; quindi, diciamo che prima si tendeva quasi a ‘giustificare’ gli atteggiamenti o, comunque, non si percepiva l’importanza del femminicidio, tant’è vero che anche questo termine è entrato nell’uso e nel lessico da pochissimi anni. Dunque, c’è la percezione e, questa percezione maggiore, si vede con i provvedimenti legislativi, perché poi, alla fine, il Parlamento (e quelli delle varie nazioni) legifera in base anche all’orientamento che c’è nella società in quel momento’

 

Qual è stato il monito che ha permesso di poter denunciare e parlare della ferocia dell’uomo nei confronti della Donna?

‘Sono tantissimi, perché ci sono casi davvero drammatici come quelli di Donne in stato interessante vilmente trucidate; ci sono ragazze sfregiate dall’acido; ci sono alcuni casi che, nell’antologia e nel racconto della cronaca nera, diventano delle scuole di pensiero che accendono l’attenzione e che, quindi, ti portano a tenere alto questo elemento. E, nonostante tutto ciò, nel 2024 (sebbene l’anno non sia ancora terminato) sono già oltre 100 le vittime di femminicidio, cioè praticamente una ogni tre giorni. Questa cosa ci fa percepire che, al netto di braccialetti elettronici e quant’altro, purtroppo bisogna sempre tenere l’attenzione alta perché sono tantissime, ancora oggi in Italia, le vittime di femminicidio’

 

Cosa vorrebbe dire alle Donne che sono vittima di violenza? E qual è, invece, il messaggio che vorrebbe mandare agli uomini?

‘Alle Donne vorrei dire che bisogna denunciare, bisogna parlare, bisogna informare, non avere paura e (ripeto) denunciare e, se non si ha il coraggio di farlo alle forze dell’ordine, quantomeno parlare, confessarsi con la vicina di casa, con la parente, con la collega di lavoro affinché non si sia soli in questo dramma e affinché, queste altre persone, possano poi aiutare chi ha difficoltà e chi ha paura a denunciare direttamente e, quindi, a farlo.

Agli uomini dico: ‘Chiediamo scusa’; innanzitutto, in quanto uomini abbiamo il dovere di chiedere scusa (nel senso lato, tutti quanti) e smettiamo di pensare che la Donna ci appartenga, che la Donna deve essere una nostra conquista, che la Donna deve fare quello che vogliamo noi. Il mondo è bello per la Bellezza maschile e per la particolarità dell’uomo; ed è bello per la Bellezza femminile e per la particolarità della Donna. Quindi, ognuno deve esercitare la propria parte nel reciproco rispetto. Le Donne devono rispettare gli uomini e gli uomini devono rispettare le Donne dal punto di vista di esseri umani e, se qualcosa non dovesse andare per il meglio, non si dovrebbe, comunque, utilizzare la violenza, perché la violenza occorre metterla al bando (la violenza fisica, verbale, psicologica, sociale, economica perché, molto spesso, una Donna ha paura di lasciare il proprio marito per gli aspetti economici, perché non saprebbe dove vivere, non sarebbe più autosufficiente e quant’altro). Quindi, smettiamola con tutte queste forme di violenza nei rapporti di coppia’

 

Dott.Ssa Taddeo, secondo lei, quali sono le motivazioni che inducono un uomo a perpetrare violenza nei confronti della propria Donna?

‘Le motivazioni psicologiche sono complesse, multidimensionali e sono radicate in fattori che sono individuali, ma anche relazionali, culturali e sociali. Queste motivazioni fanno riferimento al comportamento dell’aggressore, del perpetratore, al contesto relazionale che, poi, si viene a creare con la partner. Ma anche ai fattori socio-culturali che favoriscono queste dinamiche di potere e di controllo nei confronti della Donna. Quindi, innanzitutto, possiamo dire che c‘è un bisogno di dominio e di controllo, perché la violenza, spesso, si manifesta come un tentativo di esercitare potere e controllo sull’individuo che si sente minacciato da quella che è l’autonomia della partner; ma nasce, anche, dal desiderio di mantenere i ruoli tradizionali di genere, dove l’uomo domina e la Donna obbedisce.

Abbiamo, però, anche, da parte dell’aggressore, dei tratti di personalità e delle psicopatologie. Sono presenti, spesso, disturbi di personalità, come un disturbo narcisistico o antisociale che portano anche a una svalutazione del partner; una bassa autostima che significa che gli aggressori hanno un forte senso di insicurezza e di bassa autostima e compensano imponendo il loro potere sulla partner, ma anche impulsività, aggressività, incapacità di gestire le proprie emozioni, di regolare sia le proprie emozioni che gli impulsi e, paradossalmente, direi anche una sorte di dipendenza emotiva. Alcuni aggressori si sentono dipendenti dalla partner e sviluppano, così, una paura patologica dell’abbandono che si traduce in comportamenti che diventano violenti. A questo si aggiungono delle esperienze infantili di violenza. Spesso, chi esercita violenza è perché ha interiorizzato questi comportamenti nella propria vita, nella propria famiglia e, quindi, li vede come dei comportamenti normali nelle relazioni e nei conflitti. E ancora, traumi che non sono elaborati, quindi violenze subite, abusi, trascuratezza che portano a comportamenti di questo tipo. Poi, dobbiamo considerare anche l’aspetto della partner. La vittima sviluppa spesso una dipendenza nei confronti dell’aggressore e questo la porta a perpetuare il ciclo della violenza, perché ha paura di ritorsioni, di isolamento, di subire ulteriori violenze, magari dipende anche economicamente o emotivamente dall’aggressore. Ma ci sono anche delle distorsioni cognitive per cui la violenza diventa un fatto normale, specialmente se noi pensiamo ad alcuni contesti particolari che sono culturalmente molto repressivi, ma anche un senso di colpa e vergogna per cui la vittima può colpevolizzarsi per la violenza subita. Un altro aspetto importante è il ciclo: nelle situazioni di violenza, si viene a stabilire un ciclo chiamato proprio ‘il ciclo della violenza’ dove c’è una tensione, un accumulo di stress e di conflitti, l’esplosione (episodi di violenza fisica, verbale, psicologica) e una luna di miele dove l’aggressore si scusa, minimizza l’accaduto, promette di cambiare, ma, poi, subito dopo questo, ricomincia la tensione e viene ripetuto questo ciclo’

 

A suo avviso, il fatto che ora sia stata istituita una giornata (a livello mondiale) dedicata alla Violenza sulle Donne, ci permette di credere che il punto di vista della società sia cambiato su tale problematica?

‘L’aver istituito una giornata a livello internazionale (a livello mondiale) sulla violenza sulle Donne è importante perché si sta ponendo attenzione e si vuole sensibilizzare e prevenire quelli che sono i comportamenti di violenza. Dunque, fare una riflessione, un’analisi, fare in modo che ci sia un investimento, non solo nella punizione degli aggressori, ma, soprattutto, nella prevenzione perché è necessario investire nell’educazione affinché i nostri figli e i nostri giovani possano crescere in una società in cui il rispetto reciproco e l’uguaglianza siano valori centrali. Per cui, occorre educare al rispetto di genere (che è una responsabilità) a partire dalle famiglie, nella scuola, nelle istituzioni, nella società a livello generale. Quindi, investire nella formazione è importante perché dobbiamo modificare i comportamenti, le mentalità, i pregiudizi radicati e dobbiamo sfidare quelli che sono gli stereotipi e i pregiudizi che influenzano le nostre relazioni, il mondo del lavoro e della nostra vita quotidiana. Inoltre, dobbiamo avere rispetto per le disuguaglianze di genere che non riguardano soltanto le Donne e su quelli che sono i diritti di tutte le persone e imparare, anche, a riconoscere e a superare i meccanismi di discriminazione che, spesso, sono anche invisibili. In tutto questo, è fondamentale parlare, sensibilizzare, prevenire e formare’

 

Crede che sia opportuno parlare, solo ed esclusivamente, della Donna come vittima o ritiene giusto fare luce sui comportamenti dell’uomo al fine di condividere quelli che potrebbero essere i segnali rivelatori di un ipotetico uomo violento?

‘È importante dare una lettura di quello che accade, quindi della violenza di genere e sulle Donne, in un’ottica sistemica. Dunque, considerare il sistema nell’insieme perché nasce da un fattore sociale e culturale, quindi da una società che continua ancora a essere patriarcale, ma si fonda anche su quelli che sono dei meccanismi e delle motivazioni psicologiche della persona. Ovviamente, ci sono anche dei meccanismi per cui le Donne diventano vittime di questo sistema’

 

Dott.Ssa D’Arcangelo, in che modo una Donna può difendersi da un uomo violento?

‘Solitamente, la Donna di un uomo violento, spera sempre che il marito torni a essere l’uomo premuroso conosciuto. E continua a perdere tempo. Ancora non si comprende che la differenza è proprio cercare di non accettare già la prima manifestazione di violenza, perché questo non sarà un episodio isolato, ma il primo di un’escalation.

Bisognerebbe, quindi, far comprendere che la cosa più importante è quella di chiedere aiuto subito. Parlarne con un’amica, con la famiglia, con i CAV o direttamente con il Commissariato di Polizia. Perché chiedere aiuto, con tutta la difficoltà, è l’unico strumento nella mano di una Donna che subisce violenza’

 

Lei è Istruttrice di Difesa Personale, per tale motivo le chiedo: è opportuno che una Donna inizi a seguire dei corsi di difesa?

‘Questa piaga dilagante ha fatto sì che nascessero vari centri di difesa personale femminile. In molti, oggi, pensano di entrare in una palestra di arti marziali e poter riuscire a stendere un uomo con un battito di ciglia. Altri identificano questi corsi come riunioni in cui le Donne vengono addestrate a seguire tecniche sleali! Non è proprio così. La nostra esperienza sul campo ci insegna che la parte preponderante di un corso di difesa Donna è proprio di tipo psicologico. Ed è per questo che ci siamo resi conto che per la soluzione di situazioni reali, le complicazioni sociali e psicologiche possono assumere importanza quanto quelle fisiche. Cerchiamo di aiutarle a sviluppare un’intelligenza situazionale sia nel corpo che nella mente e, soprattutto, lavoriamo sulla gestione del panico. Le molestie degli uomini verso le Donne tendono al controllo e, dopo, allo scontro fisico. Quindi, bisognerà farle acquisire sicurezza nel linguaggio e nella postura che segnali la volontà e il non lasciarsi controllare. Per questo motivo, se ha senso insegnarle a difendersi da uno scontro fisico (poche mosse utili a 360 gradi), ha altrettanto motivo prevenire e aiutarle a comprendere l’atteggiamento da tenere prima che sia troppo tardi’

 

Cosa vorrebbe dire alle Donne che sono vittime di violenza? E qual è, invece, il messaggio che vorrebbe mandare agli uomini?

‘Alle Donne vorrei dire che non è mai stato facile essere una Donna. Ancora oggi aleggia una cultura sessista e un sistema sociale talmente radicato e profondo che noi Donne stesse siamo le prime a sostenerlo. Per tutte le volte che abbiamo messo da parte il nostro dolore per amare un pezzetto di qualcuno, per la solitudine che sentiamo fino a dentro le ossa quando ci accade, per tutte le volte che ci siamo colpevolizzate...dobbiamo imparare a reagire e a chiedere aiuto. Perché ‘il silenzio circonda la violenza e la alimenta’. Perché ognuno di noi vorrebbe vedere il futuro di sua figlia.

All’uomo direi di prendere consapevolezza del problema e di farsi (lui stesso) portavoce di una concezione paritaria fondata sul rispetto e la valorizzazione reciproca nei luoghi di lavoro e di potere, nei nostri rapporti sociali e all’interno delle nostre famiglie. Perché un giorno, al posto di una LEI, ci potrebbe essere una figlia’

 

Dott.Ssa Riso, lei pensa che il problema relativo alla Violenza sulle Donne sia maggiormente accentuato al Sud rispetto al Nord o non vi è grande differenza a livello statistico?

‘Rispetto al dato statistico nazionale, non possiamo affermare che ci sia più violenza al Nord piuttosto che al Sud Italia, anche perché, il dato statistico, riporta un dato numerico più o meno uniforme. Ciò che, però, non può essere blindato in statistiche territoriali e che esiste su tutti è un dato: la violenza sulle Donne che non accenna a decrescere, sebbene il dato percentuale rispetto all’anno 2023 è leggermente diminuito. Questo, però, non significa che non ci siano tanti casi di violenza contro le Donne che vengono, anche grazie alla normativa nazionale, denunciati’

 

Crede che ci siano molte differenze tra le Donne di oggi e quelle di ieri?

‘C’è differenza tra la Donna di ieri e la Donna di oggi sicuramente in termini dii indipendenza economica e in termini di autonomia: si tratta, comunque, di conquiste precedute da lotte per l’affermazione di diritti concessi ‘sic et simpliciter’ all’uomo in quanto tale. Pensiamo al diritto di voto della Donna che è stato introdotto assolutamente di recente, ovvero nel 1946.

Oggi continua a esserci un radicato patriarcato e, in molti casi, i fatti di cronaca che vedono le Donne uccise ad opera del loro partner o del loro compagno che le considera una cosa propria, sono frutto di questa mentalità che, comunque, continua a essere presente nella società attuale. La Donna è un essere umano al pari dell’uomo e, come tale, deve essere destinatario degli stessi diritti, ma, purtroppo, c’è una forma di violenza che le Donne subiscono, molte volte subdola, silenziosa e che riguarda anche i più giovani rispetto ai quali bisogna intervenire e ripartire da una cultura e da una socialità che parli di rispetto, di affettività, di rieducazione umana’

 

‘Chi è nell’errore compensa con la violenza ciò che gli mana in verità e forza’ Johann Wolfgang Goethe.