Concertone di Taranto.
Intervista a Marte
Marte, cosa significa per voi salire sul palco dell’1 Maggio Taranto?
‘Per noi è la seconda volta che saliamo su questo palco e, dobbiamo ammettere, che è una grande responsabilità. Le emozioni musicali erano palpabili come lo era il messaggio portato sul palco (anche perché noi siamo molto vicini a Taranto) e, intanto, c’è l’uscita del nuovo disco e non c’è nulla da aggiungere perché con la musica stiamo esprimendo tanto’
Si può già svelare il nome del disco?
‘Ci sono vari nomi, è un work in progress. È un disco che ci riporta più vicino alla musica suonata e meno alla musica elettronica, perché vogliamo cercare di portare quelle sensazioni sincere che solo il legno può dare. Abbiamo decisamente cambiato il vestito a tutto il progetto, perché c’è un’esigenza di avere nuove emozioni. Il nome del disco ancora non ce l’abbiamo, però, possiamo dirvi che seguendo il profilo Instagram di Marte, vi accorgerete che arriverà molto presto’
Ci sono delle date importanti da segnare sul calendario?
‘Sicuramente per fine maggio uscirà il primo singolo che annuncerà l’inizio di tutto il lavoro. Inoltre, ci trovate anche su Spotify (basta cercare ‘Marte’) dove ci sono varie canzoni, tra cui anche quelle presentate all’1 maggio dell’anno scorso, quindi un percorso che troverete sui due canali menzionati che saremmo lieti se li seguireste anche voi’
Qual è la vostra canzone che racchiude maggiore simbolismo o che vi rappresenta di più?
‘La canzone che ci rappresenta di più è ‘Come le Rughe’ ed è su Spotify; inoltre, è stata molto apprezzata dal nostro piccolo fanbase. Sono delle sensazioni perché ogni canzone ha un suo perché, ha una sua storia, una propria vibes diversa’
Qual è il messaggio portato sul palco?
‘Allora, noi come band non strumentalizziamo nulla perché, per noi, la musica ha un’importanza reale. Il messaggio è che questa città con tutto quello che viene fatto dai Liberi e Pensanti, dal Comitato, dall’1 Maggio, dalla manifestazione (che non è indifferente) e dai cittadini stessi, stanno regalando un futuro e questo è molto importante per Taranto e, soprattutto, speriamo che tutte le emozioni dell’1 Maggio Taranto e tutto ciò che è stato fatto fino a ora non passi inosservato e proseguirà anche negli anni che verranno con la valorizzazione di questo territorio che, purtroppo, da una parte è martoriato, ma dall’altra è una piccola bomboniera che ha bisogno di essere apprezzata per il valore che ha, ha bisogno di tante carezze e attenzioni’
Lo slogan dell’1 maggio di Taranto è sostanzialmente ‘liberi e pensanti’, quant’è importante essere entrambe le cose oggi come oggi?
‘È fondamentale. Diciamo che la libertà di pensiero è quella che muove, in questo momento, qualsiasi iniziativa. Purtroppo, ci sono molti Paesi che ben conosciamo in cui questo non è possibile. Non so se noi dobbiamo sentirci fortunati per questo, in quanto si tratta di un diritto naturale o, comunque, è un qualcosa che dovrebbe farci riflettere, in un certo senso, il fatto di vedere alcuni Paesi che, per tradizione, non permettono a molte minoranze di poter parlare.
Io, invece, la intendo a 360 gradi, cioè nel senso che la libertà è importante in tutti i campi, in tutti i luoghi che devono sostenere i rapporti umani, anche nel vivere nel sociale. La libertà, in generale, è importante perché significa rispettare una persona e il rispetto che si ha nei confronti delle altre persone, quindi, io devo vivere rispettando la libertà altrui. Questo è il messaggio che deve passare’
Intervista a Gabriella Martinelli
Gabriella Martinelli, è sempre un’emozione salire sul palco dell’1 Maggio.
‘Sì, è un’emozione fortissima, anche perché io avevo partecipato un po’ di anni fa al documentario ed è la prima volta che salgo, effettivamente, sul palco dell’1 Maggio nella mia città ed è stata un’emozione incredibile, fortissima, bellissima’
Perché scegliere l’1 Maggio tarantino?
‘Prima di tutto perché io sono di Taranto ed era un palco dovuto. Avevo un desiderio fortissimo quello di cantare ‘Il gigante d’acciaio’ su questo palco e, poi, perché gli ideali che sposa l’1 Maggio di Taranto degli ideali fortissimi che hanno a che fare con la lotta, con la necessità di farsi sentire e dire e questo è potentissimo. Non dobbiamo mai smettere di dire’
Quale tipo di momento sta vivendo la tua vita artistica?
‘Ho pubblicato da poco il mio nuovo disco che si intitola ‘L’Amore è una Scusa’ è una scusa a tutti gli effetti per portare avanti se non altro dei messaggi di libertà. È un amore, quello che racconto io, che va contro le convenzioni sociali, contro la necessità di apparire sempre sul pezzo, piuttosto prendiamoci anche la libertà di ‘fare schifo’ perché noi siamo anche, per fortuna, degli esseri fragilissimi e le nostre fragilità sono il nostro punto di forza’
Invece, essere dei cittadini ‘Liberi e Pensanti’ oggi, che peso ha?
‘Io penso che sia necessario. Ha a che fare proprio con quello che dicevo prima, dobbiamo smettere di dover stare sotto alcuni schemi e, invece, dobbiamo essere liberi di dire quello che pensiamo e farci sentire, è assolutamente necessario’
Quindi, secondo te, la libertà è sinonimo di Bellezza?
‘La libertà è Bellezza a tutti gli effetti’
TERRAROSS
Terraross, il vostro nome simboleggia indubbiamente qualcosa di rilevante e altrettanto importante, ma dietro vi è anche un significato più profondo che evidenzia il vostro legame con la vostra Terra.
‘Certo. Terraross nasce come una poesia del nostro chitarrista, Beppe, e, quindi, è un riferimento chiaro al colore della nostra Terra. Quindi, da questa poesia, poi, è nata la canzone simbolo del nostro gruppo e il nome del nostro gruppo’
Qual è il messaggio portato sul palco di Taranto?
‘Il messaggio che portiamo è quello che un po’ tutti i gruppi e gli artisti presenti qui oggi portano: tutti uniti per la battaglia per il nostro territorio’
Lo slogan dell’1 maggio di Taranto è sostanzialmente ‘liberi e pensanti’, quant’è importante essere entrambe le cose oggi come oggi?
‘La libertà è al primo posto. Per quanto riguarda il discorso ‘essere pensanti’ è un po’ una responsabilità che ognuno di noi ha. Oggi come oggi, non tutti usano la propria testa, quindi è più un invito a pensare con la propria testa e a non farsi inculcare pensieri altrui’
Intervista a Emma Nolde
Emma Nolde, la tua performance sul palco ci ha permesso di constatare che sei in grado di adattarti a qualsiasi situazione, come in questo caso dove era presente l’orchestra.
‘Sì, quando mi trovo in queste situazioni esce fuori una roba diversa e vorrei poter avere la possibilità di poter ballare ancora di più, perché la gente riesce a darti tanta carica. Sono le persone che ti danno questa sensazione, persone che ti ascoltano e, per chi scrive, non c’è cosa più potente a prescindere da quante siano, poi il palco è grande e, quindi, ti permette anche di ballare’
La cosa interessante è che qui si mescolano la musica e anche l’impegno sociale e, sebbene la questione tarantina sia importante, tu sei un’artista e una cantante impegnata in questo senso dimostrandolo anche con le canzoni presenti nel tuo disco mettendo in evidenza la tua visione e le emozioni che, tra l’altro, sono anche molto forti qui.
‘Noi la viviamo esattamente uguale. È nostro argomento di discussione in tantissime occasioni che sia con amici, che sia in furgone, ne parliamo tanto. È un argomento che, tra noi, è super sentito, è tanto triste, è tanto ingiusto e io spero che si possa trovare una soluzione a quest’ingiustizia. Mentre guardavamo il mare dal nostro albergo e assistevamo a questo panorama stupendo, ci scendevano quasi le lacrime perché pensavamo al fatto che questa terra non è rispettata come dovrebbe e fa malissimo, perché rovinare la Bellezza naturale (quella originale) è il nostro più grande peccato’
La tua tecnica e la tua scrittura come sono cambiate nel tuo immaginario musicale?
‘Adesso parlo molto di più degli altri. Infatti, ho fatto una canzone nuova che per me è il simbolo di questo cambiamento, tant’è che ci ho tenuto tantissimo a portarla sul palco oggi, perché rispecchia quello che io sto vedendo. Osservo tanto di più rispetto a qualche anno fa.
Sto avendo grandi soddisfazioni nell’uscire dalla mia bolla e nel guardare proprio con occhi più ‘lunghi’’
In alcune vecchie interviste sei apparsa molto più chiusa, ore sembri più ‘aperta’, confermi?
‘Ero molto diversa, perché non avevo risolto ancora tante cose di me, come adesso magari non ne ho risolte io altre. È tutta una crescita, è giusto non fermarsi mai nel tentare di diventare una versione migliore di sé stessi, ma adesso sono sicuramente più tranquilla e, quindi, anche più aperta’
Tenuto conto della tua giovane età, cosa significa per te essere una delle promesse della musica italiana?
‘Premesso che lo sia (non lo so) è una grande responsabilità. Quando vedo questa cosa, sento una responsabilità forte nello scrivere e nel modo in cui, poi, viene comunicato agli altri ciò che scrivo, perché, oggi, in un’epoca di comunicazioni digitali è importantissimo essere sempre sul pezzo, fare sempre cose giuste. Diciamo che ognuno ha la sua responsabilità e la viviamo (penso) tutti in maniera a volte bella, a volte con gratitudine e altre volte impazziamo. Io, in momenti come questo, sono grata che tu mi abbia detto questa cosa, sono grata di essere qua e spero di fare sempre bene’
Tu ha abbracciato sia la musica inglese che quella italiana, ma qual è la scrittura nella quale ti ci trovi maggiormente?
‘Adesso non ritornerei mai a scrivere in inglese, per sempre italiano, perché quando tu capisci quanto l’italiano è in grado di offrirti nelle sue sfumature come, per esempio, quando ci arrabbiamo perché qualcuno ci manda un messaggio con un ‘ma’ in mano o con un ‘ma’ in più, queste cose in inglese non ce l’abbiamo, quindi io godo nei dettagli’
Qual è, invece, il messaggio da portare sul palco?
‘Cerchiamo di goderci i momenti come questo per donarci un po’ di più, perché lavorare è giusto, è alla base dell’uomo, però, a volte, non ci prendiamo cura di noi. In questo momento, siamo troppo veloci tutti, quindi godiamoci anche un po’ la vita’
Un po’ di tempo fa hai detto: ‘Rifugiarsi nella musica vuol dire preservare la Bellezza’, cosa intendevi?
‘Volevo sicuramente dire che la musica ti permette di far caso alle cose piccole, perché si inizia a guardare il mondo con grande attenzione verso le cose piccole, non solo alle cose enormi. Quindi, per stare nella Bellezza vuol dire rendersi conto che l’erba bella e che il prato dove siamo adesso è verde, vuol dire fare caso a cose a cui, magari, non faresti caso se non avessi gli occhi attenti’