Scandalo low cost

  • Contro le cliniche low cost. Intervista al dott. Ludovico Palla

    Digitando su un motore di ricerca “cliniche low cost mastoplastica” compaiono due tipi di risultato: uno è quello in cui si denunciano i rischi, un altro invece ne elogia i vantaggi.
    Dopo aver visto i casi di interventi mal riusciti proposti dallo show televisivo Le Iene, ci siamo chiesti cosa sono realmente le cliniche low cost, se costituiscono davvero un vantaggio per le pazienti o se è meglio starne alla larga.
    Ne abbiamo parlato, presso la clinica Villa Brasini di Roma, con il dott. Ludovico Palla, medico chirurgo specializzato in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.

    Perché un intervento di mastoplastica additiva a 3000 euro è rischioso?

    Quando effettuo una prima visita ad una paziente interessata a questo intervento cerco, prima di tutto, di capire quali sono le motivazioni che la spingono a farlo, poi prendo le misure per capire come intervenire per dare maggiore armonia alle forme del suo corpo. Il secondo step arriva dopo una serie di analisi cliniche utili a valutare l’idoneità dell’intervento.
    Gli interventi di chirurgia plastica devono essere realizzati tutti esclusivamente in cliniche private o comunque in cliniche che abbiano possibilità di pernottamento. È necessario che durante l’intervento sia presente un team di professionisti, di cui un anestesista specializzato e soprattutto un secondo chirurgo plastico. Gli interventi low cost, per risparmiare, spesso si effettuano in studi invece che in sale operatorie, alla presenza di un numero dispecialisti inferiore a quello raccomandato.

  • Molte volte le protesi vengono impiantate sotto ghiandola e non sotto muscolo, senza aver fatto delle visite preventive con la paziente. Impiantare una protesi sotto ghiandola è meno traumatico che sotto muscolo, intervento che prevede uno scollamento per cui si va a creare una tasca in cui si inserisce la protesi. La scelta, nel caso delle cliniche low cost, è dettata più dalla necessità di semplificare l’intervento che da un’analisi accurata della paziente.
    Low cost vuol dire fare interventi in cliniche che spesso non hanno la degenza, dove spesso i chirurghi non si fanno aiutare da altri chirurghi ma dal ferrista o comunque da qualcuno che sta in sala operatoria e non è un medico, ma un infermiere.
    Altro fattore importante è che spesso questi interventi vengono pagati in contanti. Un intervento di mastoplastica additiva fatturato può costare mediamente dai 7.000 ai 10.000 euro, perchè gli interventi chirurgici devono essere fatturati come tutto il resto. In una clinica low cost non credo che gli interventi vengano fatturati perchè, se una buona protesi mammaria ha un costo che si aggira tra i 900 e i 1.300 euro, è difficile fare un intervento di mastoplastica additiva a 3.000 euro, soprattutto perchè al costo delle protesi vanno aggiunti i costi di anestesista, aiuto chirurgo, clinica. Io invio alle mie pazienti un preventivo nel quale evidenzio tutti i costi, voce per voce, mentre un pacchetto completo a 3.000 euro non può dare alla paziente informazioni così dettagliate.
    Un rischio da non sottovalutare, derivante da un intervento low cost, è legato alla quantità di interventi che ogni chirurgo può effettuare in un giorno. Fare tanti interventi, tipo 15 o 20 in un giorno, è rischioso perchè il grado di concentrazione di chi opera non può essere lo stesso per tutte le pazienti. Il numero ottimale sarebbe di 3 o 5 interventi in una giornata.

    Low cost è tutto ciò contro cui io vado, ma vedo che spesso la prima domanda che mi rivolgono le pazienti è sul tipo di protesi e sul loro costo. In questo momento storico abbiamo un altissimo numero di protesi mammarie, queste sono dei corpi estranei impiantati nel corpo della paziente e possono subire delle modificazioni nel corso degli anni. L’intervento di mastoplastica additiva va fatto con molta attenzione. Io cerco di operare solo le pazienti che capiscono a cosa stanno andando incontro. Ogni paziente deve essere informata sull’iter completo post–operatorio affinché sia consapevole. Noi medici abbiamo l’obbligo di seguire le pazienti prima, durante e dopo l’intervento chirurgico, di capire il motivo per il quale si rivolgono a noi ed essere il più responsabili e chiari possibile.
    Troppo spesso si pensa alla nostra disciplina come ad una miniera d’oro, ma non è questo il motivo che deve spingere il medico ad intraprendere questa professione.



Alcune donne si ritengono soddisfatte degli interventi low cost, non tutte riportano dei danni.

Nel low cost si va molto sulla quantità. I chirurghi vengono contattati da queste cliniche che propongono ottimi guadagni perché gli viene garantito un numero consistente di interventi nella stessa giornata. Come ho già detto il principio degli interventi “in batteria” sono errati, sono pericolosi per la paziente e vanno contro i miei principi etici, ma nelle cliniche low cost è così che funziona.
Sicuramente ci sono pazienti che hanno avuto dei benefici perchè tra i chirurghi che li eseguono ce ne saranno di bravi, ma non lo sono e, ripeto, mantenere alta la concentrazione per tutti gli interventi, è veramente difficile quindi il rischio di commettere errori è più alto.
Una paziente va seguita per dieci anni, non per dieci minuti, il medico ha l’obbligo di controllare la paziente, di seguirla dopo l’intervento, nel tempo. Conoscere la paziente prima è determinante, le protesi sono diverse tra loro proprio per adattarsi all’anatomia e alle abitudini del corpo in cui verranno impiantate. Ad una paziente molto sportiva non posso mettere delle protesi qualsiasi e, soprattutto, prima dell’intervento bisogna prepararla ai possibili disagi a cui andrà incontro. Ho avuto una paziente alla quale ho chiesto se astenersi dall’attività sportiva per trenta giorni, dopo l’intervento, potesse essere per lei sopportabile. Per una donna che va in palestra due volte al giorno, un mese di astinenza può costituire un disagio, il mio compito è prepararla e poi seguirla. Se io non avessi conosciuto le sue abitudini, se non ne avessimo parlato in modo approfondito prima, probabilmente la paziente avrebbe riportato dei danni concreti e, se fosse andata in una clinica low cost, non avrebbe avuto uno specialista a cui rivolgersi nella fase post-operatoria.

Un’altra cosa che vorrei chiarire è che non può essere la paziente a dire quale protesi mettere, di quale marca o misura perchè magari ha un’amica che ce l’ha in quel modo. L’effetto di una protesi su una persona non sarà mai identico a quello ottenuto da un’altra per quella mammella su quel torace per quell’altezza, non esistono due persone identiche a meno che non si tratti di due gemelle omozigote con lo stesso seno e la stessa morfologia.

La dimensione delle protesi va valutata con il chirurgo, non può essere la paziente a decidere, io ho il concetto della bellezza come eleganza, armonia, non siamo qua per creare dei fenomeni da circo. La televisione sta proponendo dei modelli che nulla hanno a che fare con la bellezza, mette in evidenza persone con dei disturbi di dismorfofobia pesanti, si veda il Grande Fratello che è andato in onda da poco.
Il nostro è un lavoro nobile, la chirurgia plastica nasce dalla chirurgia di guerra, dalla chirurgia di ricostruzione, l’estetica è venuta in un secondo momento. Quando si presenta una paziente con un problema, per aiutarla a risolverlo bisogna avere uno sguardo completo su tutto il corpo. Che sia viso o corpo, bisogna aiutare le pazienti a ripristinare l’armonia delle forme, l’equilibrio.

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Cosa consiglia alle donne che stanno cercando uno specialista, come si fa a scegliere a chi rivolgersi?

Le ragazze più giovani soprattutto riescono ad informarsi meglio perchè fanno molte ricerche su internet. Oltre a blog, Facebook e Instagram che sono una buona fonte di pubblicità ma possono essere controproducenti, è bene cercare nome e cognome del medico sui motori di ricerca e valutarlo in base a curriculum, esperienze fatte, testimonianze, insomma per la sua web reputation e per le sue qualifiche certificate. Consultare l’ordine dei medici e controllare che il medico sia specialista in quella disciplina e non in altro, accertarsi che abbia una specializzazione in chirurgia plastica. Non sto dicendo che chi non abbia una specializzazione in chirurgia plastica non possa essere bravo, ma di lasciare ad ognuno il suo mestiere. Diffidare da chi dica “ti faccio pagare poco” perchè, in medicina, dietro la parola “poco” non c’è convenienza. Anche la medicina estetica deve essere fatta ad alti livelli, con prodotti certificati. Prima di ogni intervento o trattamento bisogna parlare con il medico per essere più informati possibile su ciò a cui si va incontro. Bisogna incontrarsi più volte.


di Teresa Peccerillo