Chirurgia post-bariatrica tra tecnica chirurgica e implicazioni psicologiche - Infoestetica Magazine

Chirurgia post-bariatrica tra tecnica chirurgica e implicazioni psicologiche

Chirurgia post-bariatrica tra tecnica chirurgica e implicazioni psicologiche

Intervista al prof. Pierfranco Simone

“Un percorso complesso che richiede esperienza, progettazione e fiducia”.

 

La chirurgia plastica post-bariatrica è una delle sfide più complesse della chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Questo perché, rispetto ad altre tipologie di intervento, coinvolge fattori emotivamente e fisicamente rilevanti in misura più ampia che in altre discipline medico-estetiche.

Ne abbiamo parlato con il dottor Pierfranco Simone, responsabile della chirurgia post-bariatrica del Campus BioMedico di Roma, considerato tra i massimi esperti in Italia e spesso definito “il sarto del corpo umano” per la precisione e la cura dei suoi interventi. Con lui abbiamo aperto l’intervista su un tema molto forte, quindi parlando dell’incorrere in complicanze ed imprecisioni.

Pazienti insoddisfatti da intervento di chirurgia plastica. Come comportarsi

Dottore, cosa succede quando vengono da lei dei pazienti insoddisfatti di un intervento precedente, eseguito da un altro chirurgo?

 

«Occorre fare una considerazione. I casi post-bariatrici sono molto complessi perché si tratta di pazienti che hanno avuto un calo di peso imponente, e spesso riportano delle deformità molto gravi. Si tratta di problematiche molto difficili da correggere, indipendentemente dalla bravura dell’operatore.

Quando un paziente arriva insoddisfatto da un precedente intervento, la prima indicazione è sempre quella di tornare a parlarne con il chirurgo che lo ha operato. Non si tratta di giudicare altri colleghi – chiarisce – ma di valutare insieme il percorso post-operatorio. Spesso può essere necessario un ritocco o una correzione. Quello che conta è non promettere risultati irrealistici.
Fondamentale è creare una vera alleanza terapeutica. Se il paziente comprende il percorso e si fida del chirurgo, anche di fronte a una complicazione si affida al professionista, consapevole che farà di tutto per correggere il problema.»

 

 

Facciamo un passo indietro. Le chiedo, a questo punto, quali sono le deformità invalidanti in un paziente post-bariatrico?

Per quanto riguarda l'addome, ad esempio, all’importante perdita di peso segue lo svuotamento e la conseguente “pelle a grembiule”. Lo stesso vale per altri distretti corporei quali mammelle, braccia, gambe, schiena, glutei. Quindi è per questo che si tratta di deformità pluri-distrettuali, perché coinvolgono vari distretti corporei anche in misure molto severe.

Il paziente post-bariatrico vorrebbe correggere tante problematiche, anche di tipo funzionale, contemporaneamente, ma i tempi chirurgici vanno rispettati, si tratta di interventi delicati da affrontare con cura.

Un esempio particolarmente difficile è la correzione delle cosce. Si tratta di un distretto corporeo molto complesso, che spesso richiede più tempi operatori. La parte superiore e quella inferiore della coscia presentano problematiche differenti e non sempre correggibili in un solo intervento.

Molti pensano che la chirurgia post-bariatrica si limiti a “tagliare” la pelle in eccesso, ignorando la priorità per medico e paziente di ottenere anche un bel risultato estetico. Un paziente che ha già un vissuto psicologico drammatico, che ha superato una sfida importante come uscire dall’obesità, merita un corpo che risponda al suo diritto al benessere.

 

Come scegliere un bravo Chirurgo Plastico, garanzie da richiedere

Oltre alla specializzazione, cosa occorre ad un chirurgo plastico per poter essere davvero in grado di sostenere un intervento complesso come quelli di cui stiamo parlando?

 

Io vengo da una scuola di formazione inglese dove l'esperienza di un chirurgo è data principalmente dal numero degli interventi chirurgici effettuati, concentrandosi maggiormente su una stessa tipologia. Perché l'eccellenza, a mio avviso, si ottiene ripetendo tante volte un intervento vedendo con i propri occhi le criticità e migliorando ogni volta.

 

La selezione del paziente

Essere il punto di riferimento per casi difficili comporta grandi responsabilità. «Non tutti i pazienti che arrivano da me vengono operati – precisa Simone –. In alcuni casi, la problematica non è correggibile o non giustifica un nuovo intervento. In altri, si tratta di aspettative irrealistiche che vanno chiarite fin dall’inizio.»

La perfezione non può essere un dovere di un chirurgo. Io penso, secondo scienza coscienza, che il chirurgo dovrebbe cercare di dare il massimo per mettere in atto le tecniche più appropriate per prevenire tutti i comportamenti che potrebbero portare a delle complicazioni.

Parlare col paziente più volte prima di effettuare l'intervento, controllare più volte, sono passaggi necessari ad un iter di tutela del paziente stesso, è importante dargli tutte le informazioni, finanche sulla possibilità di incombere in complicanze.

In questo modo si agisce in maniera realistica. Non sono dei percorsi semplici per questo genere di pazienti, sono dei percorsi molto impegnativi.

 

«Un paziente ex obeso – conclude il dott. Simone – ha alle spalle un percorso difficile, fisico ed emotivo. Se un intervento va a buon fine, la soddisfazione è immensa, per il paziente e per il chirurgo. Ma la regola resta sempre la stessa: affidarsi a professionisti qualificati, fare ricerche accurate e non lasciarsi ingannare da promesse facili. La bellezza, come la salute, merita serietà.»

 




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