Chiara Giuffrida Intervista - Infoestetica Magazine

Chiara Giuffrida Intervista

Chiara Giuffrida Intervista

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Intervista a Chiara Giuffrida

“La passione per il calcio, Ilaria D’Amico un modello”

 

In breve

  • Le prime esperienze
  • Ilaria D’Amico un modello
  • Io e la RAI
  • Che cos’è per me la bellezza
  • Chirurgia plastica e medicina estetica
  • Omologazione della bellezza
  • I talent
  • Progetti futuri

 

Abbiamo incontrato Chiara Giuffrida, volto noto del giornalismo televisivo sin dagli anni ’90, periodo che ha rappresentato uno spartiacque nell’evoluzione dei media, dalla nascita di Sky fino ad oggi. È proprio la conduttrice siciliana a sottolinearlo con la vena di sana ironia che accompagna la nostra intervista:

“Nasco in una realtà dove sin da subito ho amato il mondo del calcio grazie a mio padre”, racconta, precisando che la sua carriera televisiva è iniziata come modella.

Schietta e tagliente, Giuffrida non usa mezzi termini nel denunciare una generazione che non conosce più il valore della gavetta, troppo spesso animata solo dal desiderio di arrivare subito. Lo stesso meccanismo che, a suo dire, alimenta la ricerca di una bellezza stereotipata: un vulnus attorno al quale Infoestetica ha costruito la propria linea editoriale, promuovendo una comunicazione “sana” e necessaria.

Per lei la bellezza non è un modello da imitare, come le immagini fittizie che i social propongono alle nuove generazioni, ma un’espressione autentica della personalità di ciascuno. La chirurgia estetica? “Una realtà in continua evoluzione”, che può essere preziosa per il benessere psicologico ma alla quale bisogna ricorrere con consapevolezza.


Come nasce la tua carriera televisiva?

«Il mio percorso nasce dalla moda, un lavoro che ho iniziato prestissimo prima di approdare al giornalismo. Ho seguito un cammino fatto di step progressivi, fino a trasformarlo nella mia professione. Nello specifico, nel mondo del calcio.»

Qual è stato un tuo maestro?

«Sin dall’inizio mi sono legata al calcio. Racconto sempre un aneddoto: al tempo c’era solo Sky e Ilaria D’Amico per me è stata un modello, un punto di riferimento. La mia prima esperienza è stata a Sportitalia, nel settore motoristico. Poi sono passata definitivamente al calcio.»

Come è stata la tua esperienza in RAI?

«Molto positiva, anche se prevalentemente come modella, in programmi come Detto Fatto e Colorado

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Che cos’è per te la bellezza?

«Appartengo a quella filosofia per cui non esiste uno stereotipo di bellezza. Purtroppo viviamo in un’epoca che tende a standardizzare l’immagine delle donne, creando un prototipo a cui aspirare. Invece, l’unicità è ciò che determina il valore di una donna.»

Oggi molte ragazze si rivolgono al chirurgo estetico per somigliare alle influencer. Cosa ne pensi?

«Venendo da un mondo in cui l’immagine conta molto, so bene che ciò che vediamo riflesso nello specchio o davanti a una telecamera non corrisponde sempre a ciò che siamo davvero. Sono contraria alle ragazze che vanno dal chirurgo estetico per snaturarsi. Non significa non ricorrere alla chirurgia, ma farlo con attenzione. Oggi i social spingono a perdere identità. È un processo che piano piano sta cambiando: basti pensare che Instagram ha eliminato i filtri beauty.»

Sei a favore della chirurgia estetica?

«Certamente, se usata con equilibrio. Io stessa ho fatto una mastoplastica additiva e non me ne vergogno: non mi accettavo e ho scelto una misura adatta a me. L’intervento mi ha rassicurato. La chirurgia estetica è determinante da un punto di vista psicologico. La medicina estetica, poi, ha fatto passi straordinari, soprattutto in ambito di longevità.»

Cosa pensi dei reality e dei talent?

«I reality non sono più quelli di una volta: è cambiato il target. Guardando quelli di oggi, non parteciperei. Ho rifiutato L’Isola quest’anno, così come altre trasmissioni anche ben retribuite. Il mio sogno resta quello di continuare la mia carriera, non rincorrere scorciatoie. Purtroppo non c’è più la voglia di faticare e di fare la gavetta.»

Progetti futuri?

«Intendo continuare con trasmissioni legate al calcio, ma spero un giorno di fare anche giornalismo di cronaca, che considero il vero “sale” di questo mestiere.»

 




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