Cardiochirurgia Robotica. Italia all'avanguardia con il prof. Alfonso Agnino

New Technologies and AI in Hybrid Cardiac Ablation: Bergamo capitale dell’innovazione cardiochirurgica
Il 12 e 13 settembre si è svolto a Bergamo il convegno *New Technologies and AI in Hybrid Cardiac Ablation*, appuntamento imperdibile per il mondo della cardiochirurgia, organizzato da Humanitas Gavazzeni, Università degli Studi di Bergamo e Fondazione Humanitas per la Ricerca.
Un evento di portata internazionale che ha riunito 45 relatori provenienti da prestigiosi centri di ricerca e cura, tra cui la Washington University Medicine, l’Erasmus Medical Center di Rotterdam e il Medical College of Wisconsin.
Medici, bioingegneri e professionisti della salute si sono confrontati sulle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, della robotica, della realtà aumentata e degli approcci ibridi nel trattamento delle aritmie cardiache, come la fibrillazione atriale, una patologia che in Italia colpisce oltre un milione di persone.
Ne abbiamo parlato con il dott. Alfonso Agnino, responsabile dell’Unità di Cardiochirurgia Robotica e Mininvasiva presso Humanitas Gavazzeni di Bergamo; con il dott. Eduardo Celentano, responsabile dell’Unità di Elettrofisiologia, e con il prof. Ettore Lanzarone, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli Studi di Bergamo.
Attraverso le interviste rilasciate al nostro Giancarlo Loiacono Bellavitis, i tre esperti raccontano come l’Italia, grazie all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, rappresenti un’eccellenza unica in Europa per la cardiochirurgia robotica, svelando anche qualche sorprendente anticipazione.
Tecnologie più avanzate e interventi meno invasivi
La prima domanda è stata rivolta al dott. Agnino, che ha spiegato il significato del titolo del convegno:
“Significa che oggi possiamo offrire tecnologie molto più avanzate e sofisticate nella risoluzione di alcune aritmie cardiache, come la fibrillazione atriale persistente di lunga durata. La collaborazione tra elettrofisiologo e cardiochirurgo, con l’ausilio della robotica e dell’AI, consente interventi sempre più precisi e a ridotta invasività”.
“La tecnica chirurgica sta assumendo una nuova veste, sempre più attuale” — ha aggiunto il dott. Celentano. — “Noi siamo partiti tanti anni fa con un approccio puramente cardiochirurgico, molto invasivo. Poi, con l’evoluzione dell’elettrofisiologia e delle tecniche transcatetere, e grazie agli approcci mininvasivi e robotici, è stato possibile recuperare possibilità terapeutiche che altre tecniche rendevano più traumatiche. Tutto ciò che riduce l’invasività è sempre a beneficio del paziente”.
Robotica, realtà aumentata e simulazione chirurgica
“Il nostro percorso è iniziato nel 2019” — prosegue il dott. Agnino, massimo esperto di cardiochirurgia robotica in Italia. — “Abbiamo creato un programma dedicato e, nel tempo, abbiamo esteso il trattamento anche a pazienti con problemi valvolari, coronarici e, più recentemente, con alterazioni del ritmo cardiaco.
A questo si è aggiunta una collaborazione intensa e proficua con l’Università di Bergamo, in particolare con i dipartimenti di Bioingegneria e Ingegneria Gestionale. Abbiamo sviluppato degli occhiali dedicati alla realtà aumentata che ci permettono di migliorare il gesto chirurgico ancor prima di realizzarlo, grazie a processi di simulazione e customizzazione”.
A illustrare nel dettaglio le caratteristiche del dispositivo è il prof. Lanzarone, coinvolto in prima persona con il suo team di ingegneri:
“Noi, come Università di Bergamo, collaboriamo da anni con il dott. Agnino. L’idea è supportarlo in tutti gli aspetti tecnologici e di intelligenza artificiale collegati all’uso del robot in cardiochirurgia.
Ad oggi, il punto critico dell’intervento robotico era il posizionamento degli accessi sul paziente. Partendo da una richiesta del dott. Agnino, abbiamo realizzato occhiali capaci di proiettare sul corpo del paziente l’immagine TAC convertita in modello 3D, così da rendere visibili in tempo reale gli accessi chirurgici”.
AI e medicina: un supporto, non una sostituzione
Una novità, quella degli occhiali, che è già oggetto di pubblicazioni scientifiche e che continueremo a seguire nei suoi sviluppi.
Sorge spontanea la domanda: l’intelligenza artificiale potrà un giorno sostituire il gesto umano in sala operatoria?
Il dott. Agnino risponde con decisione:
“L’intelligenza artificiale aiuta senza dubbio il chirurgo, perché permette di valutare e simulare gli interventi in maniera nuova e più accurata. Ma attenzione a comprenderne i limiti: l’AI supporta l’uomo, non lo sostituisce”.
Il prof. Lanzarone aggiunge:
“La competenza del medico, che valuta ogni singolo caso, è fondamentale. Serve sempre un monitoraggio umano: la macchina agisce per standardizzazione, ma quando un caso richiede personalizzazione, il gesto umano resta insostituibile”.
Verso il futuro della cardiochirurgia ibrida
Come ha dimostrato il congresso, oggi disponiamo di numerosi dispositivi e strumenti che permettono di ripristinare un ritmo cardiaco normale, frutto della sinergia tra cardiochirurgia ed elettrofisiologia. L’obiettivo comune è quello di rendere ogni intervento sempre più sicuro, preciso e personalizzato, aprendo la strada a una nuova era della cardiochirurgia ibrida.