Annullare le distanze con la Cardiochirurgia Robotica - Intervista al Dottor Alfonso Agnino.
Il dottor Alfonso Agnino, alla guida dell’equipe di Cardiochirurgia robotica che ha effettuato l’operazione all’Humanitas Gavazzeni, ci ha spiegato i vantaggi di questo sistema innovativo.
In breve
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Infoestetica Mag intervista il Dottor Alfonso Agnino
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I vantaggi della cardiochirurgia robotica svelati dal cardiochirugo più famoso in Italia
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Il primo intervento europeo di telementoring è avvenuto a Bergamo
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Cos’è il robot DaVinci e perché rappresenta una rivoluzione nella sala operatoria?
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All'Humanitas Gavazzeni, intervento in cardiochirurgia robotica a 1200 km di distanza.
Immaginate se si potessero annullare le distanze, anche quelle intercontinentali, per soccorrere chi sta male. Incredibile, vero? A Bergamo, a maggio 2021, è accaduto qualcosa di eccezionale e rivoluzionario. L’équipe del Dottor Alfonso Agnino ha eseguito il primo intervento di telementoring d'Europa in cardiochirurgia robotica. Grazie a un sistema di telecamere all’avanguardia, collegate alla consolle del robot DaVinci, gli specialisti del cuore dell’Università di Rennes – a 1200 km da Bergamo – hanno potuto assistere in diretta all’intero intervento eseguito all'Humanitas Gavazzeni.
Abbiamo chiesto proprio al Dottor Agnino – responsabile di Cardiorobotica e Chirurgia mininvasiva dell’Humanitas Gavazzeni - di raccontarci come sia stato possibile conseguire questo straordinario obiettivo.
“Immaginate che io debba realizzare un intervento molto complesso o che un mio collega, dall’altra parte del mondo, abbia bisogno del mio supporto per lo stesso motivo. Ci vogliono dalle 24 alle 48 ore per pianificare tutto. Ebbene, attraverso questa nuova piattaforma digitale, è possibile collegarsi con eccellente qualità audiovisiva, senza più passare attraverso il canale satellitare. Basta un semplice link e possiamo interfacciarci durante l’intervento”.
In questo caso lei, dall’Ospedale Gavazzeni, si è collegato con l’Università di Rennes.
“Sì, mi sono collegato con l’equipe del Professor Amedeo Anselmi e del Professor Jean Philippe Verhoye, presidente della Société Française de Chirurgie Thoracique et Cardio-Vasculaire. Quando ci siamo confrontati, mi ha colpito molto sentirli dire che avevano percepito in maniera molto intensa tutta l’attività svolta durante l’intervento, proprio come se fossero lì. Non mi riferisco solo all’aspetto tecnico. Parlo di empatia e sintonia d’equipe. È un risultato importante, indice che le condizioni per continuare in questa direzione ci sono”.
Si potrebbe dire che Lei ha tutti i suoi colleghi ‘a portata di robot’!
“Esatto. Il primo vantaggio, come accennavo, è poter interagire immediatamente con uno o più colleghi. Oltre a questo, è possibile fare formazione a distanza. Prima, per formare un’equipe per un certo tipo di chirurgia, gestivamo gruppi di appena quattro persone. Con questo nuovo sistema possiamo mostrare direttamente come eseguire un intervento a una platea di studenti che osserva il tutto dall’aula universitaria”.
È un orgoglio che uno dei massimi esperti in Europa in una pratica così innovativa sia italiano. Quanti robot DaVinci esistono in Italia?
“Di robot da Vinci ce ne sono vari, perché non viene utilizzato solo in cardiochirurgia ma anche, per esempio, in urologia e chirurgia generale. Tuttavia a praticare la cardiochirurgia robotica non siamo in molti. Ho un carissimo amico in Belgio, ad esempio, che è un referente mondiale per la chirurgia coronarica robotica. Se devo fare un complesso intervento coronarico, posso interagire tranquillamente con lui, così come lui ha chiesto aiuto a me per la chirurgia mitralica. Un paziente ha così la possibilità di essere operato da medici che hanno solida esperienza in robotica e che, per i casi più complessi, possono essere coadiuvati da colleghi di altissimo profilo. Tutto grazie a un robot dalle dimensioni iper compatte che si sposta con un banalissimo carrello. È talmente semplice e veloce che viene il dubbio se possa davvero garantire una determinata qualità audiovisiva. La risposta è sì: è di grandissimo impatto sotto ogni aspetto".
È come avere i superpoteri...
“Beh, in un certo senso! Nel momento in cui entro nella consolle – e in un mondo virtuale – non ho solo il controllo di quello che succede all’interno del blocco operatorio. Ho anche la possibilità di osservare con un’assoluta meticolosità d’immagine ciò che fanno gli altri medici mentre io sto operando. Ci siamo riusciti collegando 2 telecamere all’interno dell’intelligenza artificiale del DaVinci, potenziandone ulteriormente le capacità visive”.
Quale pensa sia il segreto del successo di questa soluzione innovativa?
“Io sono stato fortunato a trovare nell’amministrazione di Humanitas Gavazzeni una spalla importante in questo progetto e un desiderio comune di portarlo avanti. Inoltre al mio fianco c’era un’equipe che ci ha creduto al punto che, nonostante il Covid (i cui effetti a Bergamo sono stati devastanti), ha portato avanti con me il programma. Avere accanto persone professionali e coinvolte non può che aumentare la qualità della prestazione”.