Angela Scaramuzzi pittrice. Intervista - Infoestetica Magazine

Angela Scaramuzzi pittrice. Intervista

Angela Scaramuzzi pittrice. Intervista

Mostra di pittura e fotografia in Sicilia
‘L’arte? La mia passione. La pittura? L’inconscio e il segno divino che guidano la realizzazione delle opere’

IN BREVE:

  • Il significato più profondo dell’arte
  • le sfaccettature della vita e il parallelismo con l’arte
  • La creatività e le peculiarità evidenziate della pittrice Angela Scaramuzzi
  • La presenza del divino e l’arte come bellezza
  • Intervista ad Angela Scaramuzzi
  • Conclusioni

L’arte è, sicuramente, la perfezione che si materializza per mano dell’uomo dinanzi ai nostri occhi. Ogni forma artistica è l’idilliaca immagine e/o sinfonia nella quale è possibile riscontrare ciò che, inconsciamente, portiamo dentro di noi. Un’inspiegabile ricerca eseguita dal proprio ego che, la maggior parte delle volte, rimane inascoltata o incompresa, forse perché la quotidianità ci induce al coinvolgimento della vita stessa, tralasciando involontariamente le sensazioni e le emotività che potrebbero prendere il sopravvento e potrebbero donarci la capacità di realizzare delle vere e proprie opere d’arte.

In tal senso, la pittrice Angela Scaramuzzi è riuscita a evidenziare tali peculiarità ponendo, dinanzi agli occhi dei visitatori, le sue visioni più inconsce e profonde dettate da un volere superiore. Un volere che si traduce per mezzo del divino che, come lei stessa ci ha illustrato, è intrinseco, perché se si è in grado di realizzare un’opera è perché vi è, sicuramente, una presenza forte e preponderante che, inconsapevolmente, riusciamo ad ascoltare, la quale ci induce e guida la nostra creatività. Talvolta, diviene difficile poter spiegare ciò che si esegue, proprio per il motivo dianzi menzionato, ma, di sicuro, in ogni opera o forma artistica c’è un pezzo dello stesso artista che condivide una parte della sua vita e della sua emotività. Si tratta di un qualcosa di consequenziale, naturale e spontaneo, ma che rappresenta appieno la Bellezza, perché ogni forma d’arte è Bellezza.

 

Dott.Ssa Scaramuzzi, recentemente, lei ha ottenuto un ambito riconoscimento da parte di Info Estetica Mag: che valenza ha avuto tutto ciò?

‘Mi ha fatto molto piacere, intanto perché le persone che hanno visitato la mostra (e sono state tante) hanno votato i quadri che piacevano di più, quindi hanno scelto le immagini che li hanno colpiti di più, di conseguenza mi ha reso davvero felice constatare il fatto che le mie immagini siano piaciute, siano state d’impatto. Ma non solo, ho avuto anche il piacere di poter conoscere la rivista e sono lieta di essere entrata in contatto con questa bella realtà’

 

Quando nasce la passione per l’arte e in che modo ha deciso di fare l’artista?

‘La passione per l’arte è presente in me sin da bambina, cioè, io da bambina istintivamente disegnavo moltissimo e, quindi, poi sono andata avanti, son diventata adulta, ho fatto un altro lavoro in un altro campo, però l’arte non è mai andata via, ho continuato sempre a disegnare e, quindi, a una certa età ho deciso di ricominciare a frequentare una scuola di arte, ho iniziato nuovamente a dipingere oltre che disegnare e, così, dai 40 anni in poi mi sono dedicata sempre di più alla pittura’

 

Quindi, potremmo definirla praticamente una passione innata?

‘Direi di sì, sin da piccolina. Poi, appunto, l’ho coltivata meno quando ero giovane perché ho fatto un altro lavoro, poi ci sono tornata; era una cosa che è rimasta sempre sullo sfondo, poi è riemersa perché è proprio una cosa istintiva, mi piace tantissimo’

 

Lei l’arte la considera un vero e proprio mestiere?

‘Nel mio caso di vita non è stato un mestiere, nel senso che io non mi sono mantenuta con l’arte, ma con un altro lavoro. L’arte può anche essere un mestiere, sicuramente è una passione e, chi ce l’ha, ce l’ha a vita, è una cosa che accompagna sempre sia che si guadagni con l’arte sia che non si guadagni. Nel mio caso, non è stato il mio lavoro, però è la mia passione. Non c’è un confine proprio netto’

 

Tenuto conto delle condizioni attuali del nostro Paese, è possibile parlare di arte (intesa come mestiere) qui in Italia? È fattibile come cosa?

‘Bisognerebbe vedere cosa ne pensano le persone più giovani, bisognerebbe sentire chi vive di arte adesso, chi esce dall’Accademia di Belle Arti e, dunque, chi vuole fare questo lavoro oggi. Credo che sia difficile vivere proprio di arte, a meno che non si collabori con un giornale, una rivista, un blog, un sito, però non so quanto sia facile. Qui non posso esprimere un’opinione informata, perché non ho l’età per poterlo fare, quindi non so se si può effettivamente vivere grazie all’arte. Ai mie tempi era già difficile, a meno che non sia un lavoro che abbia a che fare con l’arte e che permetta, poi, di esprimersi liberamente’

 

L’arte è, sicuramente, Bellezza; ma lei come la descriverebbe?

‘Sì, l’arte è Bellezza perché l’estetica c’entra moltissimo, solo che ognuno ha la sua. Cioè, io ho la mia estetica e ogni artista ne ha una sua, quindi, poi, lo spettatore che visita la mostra viene colpito perché, magari, la sua estetica si incontra con quella dell’artista e ognuno ha la sua estetica, cioè il suo linguaggio artistico. Per me l’estetica è questo: è proprio un linguaggio artistico che si esprime in tutto, in qualsiasi forma di arte, ma anche in qualsiasi altra forma di attività perché anche nella scrittura, anche nella Bellezza e nel modo di truccarsi, di vestirsi, di presentarsi, di parlare c’è sempre un’estetica e, dunque, è una cosa molto personale. Secondo me, è un campo molto vasto e molto interessante’

 

È vero che l’arte, nel senso più ampio del termine, avvicina l’uomo al divino?

‘Sì, certamente, perché nell’arte c’è l’ispirazione. L’ispirazione non è un qualcosa che si può spiegare, così come quando vediamo un quadro (al di là di quello che faccio io o fanno altri artisti) se noi andiamo in un museo e vediamo un’opera d’arte a volte rimaniamo ammaliati perché c’è una comunicazione e, poi, uno si chiede ‘ma questo artista come ha fatto a fare questa cosa?’, cioè ci deve essere anche la mano del divino. Secondo me sì, io la sento molte volte, soprattutto di fronte a certe opere d’arte e non c’è soltanto l’uomo, lì c’è qualcuno ispirato in maniera molto alta (magari anche senza saperlo)’

 

Forse è anche implicita come cosa, proprio per come mi stava descrivendo il senso dell’ispirazione..

‘Sì. Da dove viene? Dall’inconscio - E dalla passione - Ma viene anche dalla propria spiritualità, viene da  una serie di cose’

 

Secondo lei, l’artista può essere descritto come il mezzo o lo strumento atto a realizzare l’opera d’arte?

‘Sì, secondo me sì, perché l’artista attinge alla propria vita, alle esperienze, ai ricordi, al suo inconscio e poi c’è tutta una parte che non sa. Io non so perché mi attraggono certe cose più di altre e, quindi, penso che l’ispirazione sia davvero difficile da codificare; però, sicuramente, c’è l’inconscio e c’è qualcosa dietro anche al di fuori di noi’

 

Cos’è che la ispira di più?

‘È difficile dirlo, perché se io decido di optare per un colore oppure vedo un’immagine che mi colpisce, io la modifico e la riporto sulla tela, mi ispira qualcosa. Una delle mie ultime opere è un albero durante l’inverno, un albero con i rami spogli; ma io, in realtà, quando l’ho dipinto ci ho messo le gemme della vita che sta per rinascere. Quindi, per me esprime la tristezza dell’inverno e dell’essere nudo di fronte alla vita, però, nello stesso tempo, ci sono delle piccole gemme che ho voluto inserire senza saperne il motivo, ma per me c’è anche la rinascita. È come se la morte e la rinascita fossero un ciclo continuo e, quindi, per me quell’albero significa anche la vita che nasce e, di conseguenza, il futuro; dunque, non solo il patimento del freddo, ma anche quello che sta per arrivare’

 

Quindi, non si tratta prettamente di una scelta cromatica, ma di uno stato d’animo che lei sta vivendo in quel preciso momento?

‘È lo stato d’animo, assolutamente. Nello sfondo, io, avevo visto questa immagine: c’era il cielo, io ci ho messo l’acqua, perché man mano che dipingevo mi veniva una cascata di acqua, anche quello (per me) è un segno vitale di vita che scorre, che si rinnova. E quindi, evidentemente, dentro di me c’era anche una specie di rinascita in quel momento, di speranza, di ottimismo. Per cui, un’immagine che mi ha colpito perché era spoglia, perché era drammatica, in realtà è diventata un’immagine in uno scenario in cui la vita stava rinascendo, stava scorrendo; quindi, evidentemente, il mio stato d’animo era quello, non era pessimista, era uno stato d’animo più ottimistico, più di cose che scorrono’

 

Quindi, di conseguenza in ogni opera, c’è sempre un po’ di emotività che è propria di chi l’ha eseguita determinata anche dal contesto in cui si trova?

‘Certamente’

 

Quindi, secondo lei, in ogni quadro od opera di ogni artista non cede un pezzetto di sé?

‘Sì, sì, certamente. Ci sono i ricordi, il passato, c’è il suo inconscio che, magari, non sa neanche da dove arriva e, poi, c’è anche il fatto di scegliere di fare una cosa piuttosto che  un’altra, ma anche l’interpretazione di un’immagine vista in modo del tutto personale come mi è accaduto con l’albero. Non si sa da dove vengono le cose, sicuramente dalla propria storia, dall’inconscio e dal momento che si sta attraversando perché gli stati d’animo sono variabili e, quindi, dipende dal momento in cui uno incomincia l’opera’

 

Secondo lei, ogni artista è accomunato da questo fattore e, quindi, dal fatto che dipinga a seconda dei periodi che vive (un po’ come Picasso)?

‘Secondo me sì, per me sì, anche se uno non se ne accorge, però siamo influenzati tantissimo. Cioè, un conto è fare un’opera su commissione richiesta da un cliente; mentre, ogni artista quando comincia un’opera che sia una scultura, un quadro, una cosa qualunque, lo fa perché asseconda il proprio stato d’animo e quello che si porta dietro anche dal passato’

 

Dunque, ritiene che sia consono chiederle qual è il soggetto che rappresenta più volentieri, dato che la sua arte è una continua evoluzione?

‘C’è una cosa che mi attira molto e sono i corpi umani. Nel corpo umano, che sia in movimento (ho fatto diversi quadri con corpi che si muovono, con ballerine, con la danza, ma anche quando sono statici: le braccia, le mani, l’abbraccio), comunque per me il corpo umano dice tantissimo. Per me è uno strumento, perché se ne ho fatti tanti di quadri in cui ci sono dei corpi, non sempre con figurativo classico, ma anche quasi tendenti all’astratto, i corpi non sono in pose classiche con degli sfondi o tutti neri o tutti rossi, un po’ personalizzati però, per me, il corpo umano parla molto’

 

Quindi, alla base c’è praticamente uno studio e una ricerca anatomica?

‘Un po’ sì, perché ritorna, quindi, con molta probabilità, qualcosa mi porta lì’

 

Se potesse tornare indietro, si dedicherebbe interamente all’arte o farebbe le stesse cose che ha fatto nella sua vita?

‘Non lo so, perché io ho seguito anche nel lavoro la mia passione che sono le lingue, quindi non ho lasciato da parte, l’ho messa un pochino da parte l’arte, ma non del tutto, perché mi sono dedicata al lavoro con le lingue, però è un’altra passione. Le due passioni, in fondo, sono andate avanti su due binari separati, però, poi, l’arte ha preso il sopravvento man mano che lavoravo. Quindi, si sono incrociate più volte, non ho rinunciato per una cosa qualunque, ho rinunciato per una cosa che mi piaceva molto, però è rimasta sempre. Non so se mi sarei dedicata interamente all’arte, forse sì perché avevo pensato anche al restauro, avevo cominciato anche con il restauro però, poi, ho cambiato direzione’

 

Intende il restauro dei dipinti?

‘Sì, sì, restauro di dipinti. A un certo punto, mi ero dedicata a questo però, poi, dopo la passione per le lingue ha avuto il sopravvento e, allora, ho fatto una professione in cui usavo le lingue, però l’arte è sempre rimasta’

 

Ma è, comunque, riuscita a portare avanti ambedue le sue passioni.

‘Sì, sono stata fortunata. Sono stata un po’ determinata io, però sono stata anche fortunata perché ho potuto lavorare con una cosa che mi piaceva molto e coltivare un hobby che mi piaceva tanto. Ho fatto delle cose che mi sono piaciute’

 

Qual è la tecnica che predilige di più nella realizzazione delle sue opere?

‘A me piace molto la pittura a olio. Anche il disegno a carboncino mi piace molto, però direi che la pittura a olio è quella che mi soddisfa di più’

 

Quindi, le piacciono anche le ombreggiature, i chiaroscuri...

‘Molto, sì. Ho provato anche con l’acquerello e l’acrilico, ma non mi soddisfano molto. Con l’olio riesco a dare movimento alle figure come anche lo spessore’

 

Qual è il suo artista preferito o colui a cui si sente più affine? E qual è la sua corrente artistica preferita? 

‘Posso dire che ci sono alcuni artisti come Modigliani che mi piacciono tantissimo. I suoi ritratti mi piacciono molto, sono così misteriosi e, poi, mi piace molto Egon Schiele che faceva queste figure così drammatiche, accartocciate su se stesse, però sempre le figure umane perché sono attratte da queste. Come primi, mi vengono in mente questi due artisti’

 

Quale consiglio darebbe ai giovani che, oggi, vogliono approcciarsi all’arte?

‘Consiglierei loro di seguire la loro vocazione. Vivere di arte forse è difficile, ma trovare un lavoro che ha a che fare con l’arte. Uno può anche insegnare arte, però può sempre continuare a scrivere, a dipingere, fare scultura, disegnare, qualsiasi sia la sua vocazione. Tenerla sempre stretta e non abbandonarla’

 

Dunque, occorre portare avanti le proprie passioni.

‘Assolutamente sì’

 

I social aiutano l’arte?

‘Io sono asocial, quindi non posso rispondere a questa domanda (ride, ndr.). Lo sono sempre stata. Per carità, sono aperta alle forme di comunicazione, soprattutto perché ho dei figli giovani che li utilizzano. Però, io non sono molto incline a utilizzarli come forma di comunicazione. È vero che è utilissimo per far vedere le proprie opere, però, personalmente, non mi attirano e, quindi, li uso poco’

 

Sì, ovviamente si parlava del fine pubblicitario.

‘Sì, sicuramente sono molto utili. Io partecipo volentieri a mostre o convegni, ma non ai social. Non comunico con gli amici, preferisco vederli di persona. Poi, trovo che i social distraggano molto, soprattutto per una come me che ama molto leggere e, dunque, ho bisogno dii concentrazione. Però, sono convinta della loro utilità e, quindi, per i giovani è sicuramente una cosa imprescindibile perché un giovane che parte ora ha bisogno di condividere con quante più persone possibili ovviamente’

 

La lettura e la musica la ispirano nella creazione delle sue opere?

‘Sì, perché mi piace molto leggere, quindi il libro che leggo lo porto sempre dentro e, di conseguenza, mi condiziona anche se non saprei dire come. È una cosa inconscia. La musica mi piace molto, qualsiasi genere, quindi anche quella influisce sugli stati d’animo, poi uno la sceglie proprio a seconda dell’emotività del momento. Si influenzano a vicenda; secondo me è tutto collegato, non credo che siano campi diversi’

 

                                                                                                                                      ‘Ciò che è sacro nell’arte è la Bellezza’ Simone Weil.