AICPE. Femminilizzazione del volto: cos'è e in cosa consiste - Infoestetica Magazine

AICPE. Femminilizzazione del volto: cos'è e in cosa consiste

AICPE. Femminilizzazione del volto: cos'è e in cosa consiste

In breve:

- Perché si parla di femminilizzazione del volto

- Approccio combinato e tecniche

- Richieste in aumento

 

Avere una maggiore proporzione ed eleganza nei lineamenti non è solo un desiderio delle donne. La femminilizzazione del volto coinvolge ogni genere. Da questa esigenza è partita l’idea del secondo Corso AICPE organizzato a Roma dal dottor Erminio Mastroluca e dal dottor Giovanni Salti sulla femminilizzazione del volto. Un percorso di approfondimento chirurgico ed estetico mirato a sensibilizzare e ad approfondire la tematica dell’estetica della femminilizzazione sia in ambito maschile sia femminile.

Perché si parla di femminilizzazione del volto

La scelta di puntare l’attenzione su una tematica di così grande importanza arriva da una riflessione più ampia fatta dall’Aicpe. “La femminilità rappresenta un razionale che non abbraccia significati diversi ma che si muove su linee gentili e sinuose e su proporzioni precise. Chi la confonde per esagerazione, chi per appartenente solo al genere femminile” ha spiegato il dottor Erminio Mastroluca  parlando degli interventi per addolcire i tratti del viso: “C’è ancora chi pensa che una donna abbia già delle caratteristiche femminili insite e che all’uomo sia proibita la possibilità di mostrare un lato femminile della propria bellezza. Quando abbracciamo tematiche più complesse come la disforia di genere o la libertà di vivere la bellezza in modo non canonico si crea molta confusione: la femminilizzazione del volto può essere richiesta da donne che vogliono essere più attraenti o da individui gender fluid”.

Approccio combinato e tecniche

Per consentire a uomini e donne di avere un volto più femminile, gli esperti dell’Aicpe puntano su un approccio combinato con percorsi misti di chirurgia plastica e medicina estetica. Dal punto di vista più tecnico, infatti, tra un viso maschile e uno femminile le differenze principali sono di tipo anatomico e riguardano in particolar modo zona mandibolare, fronte e proiezione del mento. La chirurgia di femminilizzazione o di transizione da genere maschile a femminile è quindi principalmente una chirurgia ossea (ortognatica e maxillo facciale) che si basa su interventi di “ingentilimento” sulla struttura anatomica, che originariamente è mascolina. In quest’ottica le moderne tecniche chirurgiche permettono ai pazienti di affrontare un post operatorio molto rapido e, grazie all’utilizzo di iniettivi, è possibile rendere il risultato finale ancora più naturale e duraturo.

Femminilizzazione del volto, richieste in aumento

I dati confermano che le richieste in questo senso sono in netto aumento. “Negli anni abbiamo visto un aumento della richiesta di trattamenti di chirurgia e medicina estetica da parte del genere maschile, non solo per il ringiovanimento ma anche per fini puramente estetici”, spiega il professor Roberto Bracaglia Chirurgo Plastico, Presidente dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica: “A partire dalla prima visita il nostro compito è quello di valutare quale percorso sia adatto a migliorare la condizione del paziente, analizzandone esigenze e caratteristiche specifiche. Grazie al costante aggiornamento dei Soci che ha lo scopo non solo di condividere nuove tecniche ed esperienze, ma anche di rendere le nostre sale operatorie più sicure possibili, oggi possiamo rispondere ad esigenze nuove come quella della chirurgia di transizione. La chirurgia estetica si inscrive oggi a pieno titolo nel percorso verso il benessere dei pazienti e AICPE intende garantire il massimo della sicurezza in tutti i settori di applicazione della nostra professione”.