Speciale obesità

Chirurgia bariatrica ed alimentazione. Il punto con la nutrizionista Deborah Tognozzi

In Breve


La biologa nutrizionista Deborah Tognozzi ci spiega il ruolo dell’alimentazione nei pazienti obesi che decidono di sottoporsi ad un intervento di chirurgia bariatrica:
• L’obesità è una malattia cronica caratterizzata da un indice di massa corporea superiore a 30. È causata da una eccessiva assunzione di cibo, scarsa attività fisica, squilibri ormonali, disturbi del metabolismo e fattori genetici
• Prima di sottoporsi ad un intervento di chirurgia bariatrica è importante perdere peso ma il paziente deve avere la giusta motivazione
• La dieta per perdere peso? Eliminare gli zuccheri, i prodotti industriali, i grassi animali, le bevande gassate e gli alcolici. E’ bene preferire gli alimenti integrali ai carboidrati tradizionali
• Per gli obesi il cibo rappresenta una sorta di rifugio ed ha un potere calmante o gratificante a seconda dei casi. La sola dieta non basta per riuscire a cambiare. Il paziente deve essere seguito da uno psicologo
• L’esercizio fisico è fondamentale per perdere peso: si consiglia attività in acqua, a corpo libero e camminate
• Dopo l’intervento si passa gradualmente da una dieta liquida, ad una semiliquida alla solida
• Come norme comportamentali consiglio di mangiare piano, masticare bene, bere molto, scegliere metodi di cottura semplici, alzarsi da tavola appena sazi, mai mangiare troppo tardi la sera e aspettare prima di andare a dormire

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. In Europa il 70% della popolazione soffre di eccesso di peso e guardando nello specifico al contesto italiano i dati sono piuttosto preoccupanti. Secondo il rapporto Osservasalute nel 2017 un terzo delle persone di età pari o superiore ai 18 anni era in sovrappeso e una su 10 soffriva di obesità (10,5%). Purtroppo il problema riguarda anche i bambini, sempre più abituati ad uno stile di vita sedentario e poco sano. Proprio per eliminare i chili in eccesso nel nostro Paese si effettuano ogni anno 15 mila interventi di chirurgia bariatrica, in base alle stime del Live Surgery Workshop in Chirurgia Bariatrica e Laparoscopica, promosso dalla Obesity Unit del Policlinico Tor Vergata di Roma.

L’alimentazione è fondamentale sia prima dell’operazione, per poter permettere al paziente di perdere peso e affrontare così l’intervento in maggiore sicurezza, sia dopo, quando un corretto regime diventa cruciale per arrivare al proprio obiettivo finale e mantenerlo. Di questo abbiamo parlato con la dottoressa Deborah Tognozzi, biologa nutrizionista che esercita nel suo studio a Roma nel quartiere Parioli.

Dottoressa, partiamo dal principio. Come si diventa obesi? Quali sono in generale gli errori che bisogna evitare dal punto di vista nutrizionale e di stile di vita?

«L’obesità è una malattia cronica ad alta diffusione mondiale, caratterizzata da un indice di massa corporea (IMC O BMI) superiore a 30. Quest’ultimo si calcola dividendo il peso, espresso in kg, per il quadrato dell'altezza, espressa in metri. Un altro parametro importante per determinare il grado di obesità, da utilizzare in combinazione con il valore dell'IMC, è la circonferenza addominale. Il rischio per la salute è considerato elevato se la misura della vita è uguale o superiore a 102 cm negli uomini e uguale o superiore a 88 cm nelle donne. Tra i problemi correlati all’obesità troviamo ipertensione, arresto cardiaco, stasi venosa, malattia da reflusso gastroesofageo, diabete, infertilità, incontinenza urinaria, solo per citarne alcuni. Le cause dell’eccesso di peso possono essere molteplici, come l'eccessiva quantità di cibo ingerita, la scarsa attività fisica, disturbi del metabolismo, squilibri ormonali, fattori genetici etc. Il modo più efficace per contrastare il problema è rappresentato dalla combinazione di un corretto regime alimentare ed un adeguato esercizio fisico. Nei casi più gravi, è possibile utilizzare farmaci specifici rivolgendosi al proprio medico di fiducia e per i grandi obesi, ossia con un BMI superiore a 35, si può ricorrere anche alla chirurgia bariatrica».

A proposito di questo intervento, quali sono le regole a tavola che i pazienti devono mettere in atto per riuscire a perdere peso prima di potersi operare?

«Per chi decide di sottoporsi ad un intervento di chirurgia bariatrica la riduzione di peso non risponde solo ad una esigenza estetica ma soprattutto terapeutica. In un contesto clinico complessivo si valuta il paziente anche in merito al suo stato nutrizionale ed alle sue abitudini alimentari, preparandolo da un punto di vista dietetico ad un percorso impegnativo. Entrando nello specifico prima dell’intervento è consigliabile che il paziente intraprenda un’alimentazione ipocalorica ed eventualmente chetogenica al fine di ridurre il peso. La sua collaborazione e l’aderenza al trattamento sono necessari per il raggiungimento degli obiettivi».

Ci sono degli alimenti tabù che il paziente non deve proprio toccare?

«Un paziente obeso è un paziente di solito con malattie metaboliche, con importanti fattori di rischio cardiovascolari. In questi casi ciò che deve eliminare sono gli zuccheri semplici, i prodotti industriali come le merendine, i grassi animali come burro, formaggi grassi, carni grasse, insaccati, i dolci, bevande zuccherate e gli alcolici. I carboidrati devono essere ridotti notevolmente, le farine e i cereali sostituiti con alimenti integrali».

Quanto è importante la motivazione nel fare una dieta?

«L’obeso è un paziente complesso per più aspetti. Quasi sempre gli si propongono schemi dietetici e nuovi stili di vita, gli si comunica che è in pericolo e che deve cambiare rotta. Il paziente questo lo sa ma il cambiamento è molto difficile e le buone intenzioni a volte rimangono a uno stadio di puro desiderio. Spesso inizialmente sogna di riuscire dall’indomani a seguire una dieta rigorosa e a svolgere attività motoria tutti i giorni. Il medico o il nutrizionista deve porre estrema attenzione nel gestirlo in relazione alle sue reali possibilità limitando la prescrizione di diete troppo rigorose e sport estremamente impegnativi, in quanto tutto questo potrebbe determinare il fallimento del percorso da parte del paziente, il quale abbandonerà il progetto, convinto di essere incapace a resistere alle tentazioni. Gli obesi hanno quindi bisogno di aiuto nell’individuare la motivazione giusta e portarla avanti con tenacia, ma questo è possibile solo in un contesto multidisciplinare».

Secondo la sua esperienza come si arriva ad acquistare così tanto peso? Cosa rappresenta il cibo per gli obesi?

L’obesità può essere di tipo primario o secondario, ossia quando è causata da altre malattie come ad esempio patologie metaboliche, genetiche, endocrine, oppure in alcuni casi può essere dovuta all’ assunzione di alcuni farmaci, come antipsicotici, antidepressivi, antiepilettici, ma questo tipo di obesità rappresenta soltanto una piccolissima percentuale. La maggior parte dei casi di obesità è però di tipo essenziale, ossia senza una precisa causa scatenante. Molto spesso si parla di disfunzione del comportamento alimentare, fino ad arrivare a dei veri e propri disturbi del comportamento alimentare come il binge eating, ossia episodi di abbuffate incontrollate. Il cibo può rappresentare una forma di linguaggio, un rifugio perché ha un potere calmante o gratificante in relazione a un’emozione forte, sia essa di gioia, di eccitazione oppure di ansia e di angoscia. Quei soggetti, in cui la ricerca di cibo è la risposta ad un surplus emotivo, subiscono il proprio eccesso di emotività senza riuscire ad invertire la rotta. Per questo è molto importante la collaborazione con la figura dello psicologo, perché la sola prescrizione dietetica da sola non basta».

Quanto incide l'attività sportiva accanto alla dieta nel raggiungimento dell'obiettivo di perdere peso?

«Moltissimo direi. E’ ormai noto che l’attività motoria associata alla corretta nutrizione porti a numerosi vantaggi come: maggior calo ponderale, minor rischio di recupero ponderale, mantenimento della massa magra, miglioramento del profilo metabolico, riduzione del rischio cardiovascolare e miglior qualità di vita. Ricordiamo però che prima di intraprendere qualunque attività fisica, per il paziente obeso è indispensabile un inquadramento clinico per valutare le condizioni patologiche e sintomatologie presenti, l’eventuale terapia farmacologica in atto, il livello di motivazione».

Ci sono particolari attività sportive consigliate per questi soggetti?

«Più che di attività sportiva parliamo di esercizio fisico. Per i pazienti obesi e sedentari si consiglia attività in acqua, camminate, esercizi a corpo libero, per l’equilibrio o per la mobilità articolare. Dopo il calo ponderale si potrà impostare un piano di allenamento più impegnativo ed eventualmente iniziare una vera e propria attività sportiva».

Qual è l’alimentazione dopo l’intervento di chirurgia bariatrica?

«Pian piano il paziente dovrà effettuare uno “svezzamento”, passando cioè da una dieta liquida nel post-operatorio, che dura pochi giorni, ad una semi liquida (frullando cioè gli alimenti solidi o utilizzando gli omogeneizzati), per poi arrivare gradualmente ad assumere cibi solidi. La durata di ogni fase è da valutare in base alle esigenze ed alle caratteristiche del singolo paziente. Di solito si consiglia di mangiare tre volte al giorno e di fare tre spuntini, tutti di poca quantità».

Come cambia da un punto di vista alimentare la vita dopo l'operazione?

«E’ importante seguire un percorso di rieducazione alimentare affidandosi a professionisti del settore. Ma in generale ci sono alcune semplici regole. Innanzitutto la dieta deve essere bilanciata e prevedere alimenti solidi. I pasti devono essere regolari, rispettandone l’orario. Mai mangiare in tarda serata. Il paziente poi deve prendere l’abitudine di masticare sempre a lungo l’alimento così da rendere il cibo di consistenza cremosa. Deve escludere, almeno temporaneamente, i cibi che sono per lui difficili da digerire e bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno lontano dai pasti, evitando bevande gassate, zuccherate ed alcoliche. Meglio non consumare gli alimenti troppo speziati, troppo acidi, troppo caldi o troppo freddi. I metodi di cottura devono essere semplici, preferibilmente ai ferri, al vapore, alla griglia o in umido. Ai primi segnali di sazietà bisogna alzarsi da tavola e non coricarsi mai subito dopo i pasti, perché in posizione supina, si può avere facilmente reflusso gastroesofageo. Con la progressiva perdita di peso gradualmente si passa ad un’alimentazione bilanciata e normocalorica, facendo attenzione agli eccessi e mantenendosi sempre attivi».


di Maria Lucia Panucci