Scandalo low cost

  • Mastoplastica additiva.
    Prima visita su whatsapp, c’è da fidarsi?

    Qualche mese fa il programma televisivo “le Iene” ha portato all’attenzione del pubblico un caso relativo ad operazioni di mastoplastica additiva in cliniche low cost. Venti ragazze avevano denunciato una clinica per i danni riportati in seguito all’operazione e si erano rivolte allo show televisivo per documentare l’accaduto.
    Seni doloranti, forme asimmetriche e perdita di sensibilità sono alcuni dei sintomi riportati dalle pazienti. Tutte avevano sostenuto lo stesso intervento nella stessa clinica ad un prezzo irrisorio, 3.200 euro, quasi la metà del costo normale minimo dell’operazione. La clinica aveva giustificato il prezzo dicendo che il personale interno era già retribuito dalla struttura e che la sala operatoria non aveva costi di affitto, ma l’aspetto particolarmente grave dell’accaduto sta nella totale assenza di una visita prima dell’operazione. Le pazienti inviavano una propria foto alla clinica tramite whatsapp, l’app per smartphone. Nessuna visita aggiuntiva prima dell’intervento, ognuna di loro ha conosciuto il chirurgo direttamente sotto i ferri.



  • L’importanza di essere informati

    Ci si chiede fin dove arrivi l’ingenuità delle donne che hanno accettato la bizzarra procedura e dove cominci invece la consapevolezza del rischio a cui andavano incontro. Per quanto diffuso, l’intervento di mastoplastica additiva è un intervento chirurgico a tutti gli effetti e il compito del chirurgo è informare la sua paziente su ogni aspetto della procedura.
    Abbiamo intervistato due noti chirurghi a proposito dell’intervento di mastoplastica, il Prof. Paolo Iannitelli e il Dott. Ludovico Palla. Entrambi hanno parlato della necessità di indagare, durante una prima visita, i bisogni profondi della paziente che si rivolge al chirurgo.
    In medicina non si può scegliere il prezzo più basso, soprattutto se quel prezzo non è in grado di coprire le normali garanzie a cui il paziente ha diritto. Tra queste garanzie c’è la presenza di un team di professionisti, un ambiente idoneo e la presenza del chirurgo che deve seguire la paziente anche in fase post–operatoria.


di Teresa Peccerillo